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Economia

Per il FMI l'Intelligenza Artificiale ci arricchirà

Il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso dati e previsioni: l'IA ci farà perdere posti di lavoro ma ci renderà più ricchi

L’intelligenza artificiale ci arricchirà? Da un lato toglierà posti di lavoro (40% nel mondo), ma allo stesso tempo potrebbe fare ripartire la produttività (+18% le previsioni per il pil italiano). Potrebbe, perché se l’impatto negativo sull’occupazione ci sarà in modo inevitabile, per avere l’effetto positivo sulla crescita è necessario superare alcune lacune, che caratterizzano il tessuto produttivo italiano. Chiari e scuri all’orizzonte e la necessità di un “attento equilibrio tra le politiche per sfruttarne il potenziale” dichiara il Fondo Monetario Internazionale.

Partiamo dagli scuri: la preoccupazione per il mondo del lavoro. Alcune professioni saranno sostituite, ma altre integrate. Il Fondo Monetario Internazionale ha stimato che circa il 40% dei posti di lavoro subiranno conseguenze con lo sviluppo dell’IA e ci sarà aggravamento della disuguaglianza economica tra Paesi e all’interno dei Paesi stessi. Le economie avanzate (Italia compresa) saranno quelle più colpite, perché qui l’impatto sarà sul 60% dei posti di lavoro. Nei mercati emergenti l’influenza dell’IA sarà del 40% e nei Paesi a basso reddito si fermerà al 26%. In alcuni settori significherà una diminuzione delle ore lavorative richieste, in altri una riduzione della domanda di manodopera e quindi di assunzioni. Guardando gli stipendi anche in questo caso l’impatto della nuova tecnologia sarà migliorativo per i lavoratori ad alto reddito e per le aziende che vedranno aumentare la produzione e quindi i rendimenti di capitale, ma sarà peggiorativo per la fetta di lavoratori che rimarrà fuori dall’applicazione dell’IA o verrà esclusa dal mercato del lavoro. Quindi anche su questo fronte si prospetta un incremento delle disuguaglianze di reddito e ricchezza tra Paesi e nei Paesi.
Il basso impatto sui posti di lavoro per alcune economie mondiali inoltre non è un dato del tutto positivo. Se è vero, infatti, che ci saranno meno implicazioni su manodopera e professioni, ci sarà però meno impatto sulla produttività e quindi sui vantaggi economici creati dell’IA.

E veniamo ai “chiari”: l’impulso alla produttività. In Italia l’applicazione capillare dell’IA potrebbe fare crescere il Pil del 18% (+312 miliardi di euro). Secondo lo studio di qualche mese fa (The European House – Ambrosetti e Microsoft) l’incremento di produttività sarà diverso a seconda dei settori. Aumenti inferiori al 20% nell’agricoltura e nelle costruzioni; +20/25% nel commercio, l’educazione, la PA e i servizi professionali e si arriva a oltre il 25% per le aziende digitali e finanziarie.
Oltre ad aumentare la produttività l’IA potrà essere la risposta alla crisi demografica italiana. Da oggi al 2040 si perderanno 3,7 milioni di occupati che in termini di produzione significa oltre 267 miliardi di euro. Per contrastare il calo demografico l’IA è uno strumento da coltivare.

Per poter sfruttare i “chiari” dell’intelligenza artificiale l’Italia deve investire e lavorare su due punti critici. Innanzitutto, la bassa digitalizzazione delle imprese, soprattutto le piccole e microaziende. È fondamentale digitalizzare circa 113mila piccole imprese, ancora troppo in ritardo. Secondo: la formazione. Mancherebbero 3,7 milioni di occupati con competenze digitali di base e 137mila 3 iscritti in più a corsi di laurea Ict. Anche questa è un’urgenza, se si vuole sfruttare quel +18% del Pil che l’IA ci potrebbe portare.

Per riequilibrare gli impatti costi-benefici dell’AI a favore della società, e per garantire che la risposta necessaria sia accessibile a tutti, tassare le società di intelligenza artificiale è l’unico passo logico", ha dichiarato Marietje Schaake, direttrice politiche internazionale al Cyber Policy Center dell’università di Stanford e consigliera speciale della Commissione europea. Proprio per impedire che il saldo tra “chiari” e “scuri” impatti solo sui lavoratori e sugli Stati che dovranno arginare, investendo in welfare sono in molti a chiedere al mondo politico di intervenire, iniziando almeno a mettere sul tavolo della discussione la tassazione per l’IA.

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Cristina Colli