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Ansa
Calciomercato

Il calciomercato d'Italia senza soldi pensa soprattutto a vendere

La grande stagione delle italiane in Europa non ha modificato i rapporti di forza. Le grandi squadre devono cedere le loro stelle prima di acquistare e la parola "incedibile" si è ormai svuotata di ogni significato

AAA... vendesi, possibilmente per contanti da utilizzare in fase di aggiustamento bilancio o programmazione futura. Il cartello è appeso in bella vista all'esterno di tutte le sedi dei club della Serie A: non solo quelli di provincia, abituati tradizionalmente a servirsi del player trading per sopravvivere, ma anche delle grandi. Non esiste nessun incedibile, diffidare dalle etichette. E' vero che ci sono giocatori per i quali i dirigenti sono disposti a provare ad alzare le barricate, ma tutti hanno un prezzo. Anche gli insospettabili.

Benvenuti nel calciomercato dell'estate 2023. Non ci sono limiti in questa prima fase, nemmeno per chi ha i conti a posto come Milan e Napoli oppure per chi, come la Juventus, si era da sempre abituato a poter decidere chi, come e quando mettere nella lista dei partenti. Non è più così. Il Napoli fresco campione d'Italia, ad esempio, perderà certamente il forte difensore coreano Kim che saluterà lasciando in dote i 60 milioni di euro della clausola di rescissione unilaterale, esercitata su mandato di un club inglese. De Laurentiis dovrà poi fare i salti mortali per convincere Osimhen a sposare ancora il progetto partenopeo e dovrà tapparsi le orecchie quando dalla solita Premier League arriveranno offerte a tre cifre.

Nel Milan del post-Maldini (e Massara) la novità sarà che il player trading non dovrà più essere un tabù. Non significa che tutti siano sul mercato perché in questa prima fase l'idea della task force rossonera che comprende l'ad Furlani, l'ex capo scout Moncada e Stefano Pioli è soprattutto alleggerire la squadra dalle zavorre, ma attenzione a eventuali proposte indecenti su Theo Hernandez che potrebbero far cadere in tentazione Gerry Cardinale alle prese con un gruppo da innervare dopo la deludente stagione italiana che ha seguito lo scudetto.

Detto che l'Inter, come recente tradizione, deve vendere prima di acquistare (anche senza l'acqua alla gola della scorsa estate), circostanza che mette sul mercato almeno un titolare tra Brozovic, Onana e Barella, la novità è la Juventus. Bisogna tagliare i costi visto che i ricavi del 2023/2024 piangeranno causa assenza dalla Champions League: una dieta quantificata in non meno di 100 milioni di euro con un paio di nodi da sciogliere a sorpresa. Il primo risponde al nome di Dusan Vlahovic, il maxi investimento del gennaio 2022 che in campo ha reso meno del previsto e che potrebbe portare denaro fresco e far risparmiare sul monte ingaggi. L'altro è Federico Chiesa: scadenza 2025, vuole un aumento e non ha legato con Allegri. Se arriva l'offerta giusta lascia Torino e sarebbe clamoroso, visto che era stato indicato come uno degli uomini del futuro.

Se Atene piange, Sparta non ride. Anche le romane ragionano in uscita. La Roma deve fare cassa e plusvalenze entro il 30 giugno per evitare di incorrere nelle ire della Uefa; Tiago Pinto per ora vende i ragazzi del settore giovanile approfittando anche del lavoro di Mourinho che ne ha lanciati tanti nell'emergenza. Alla Lazio tiene banco il caso Milinkovic Savic, che tra un anno sarà a parametro zero e che non rinnova. Ogni giorno che passa il suo prezzo scende e Lotito è entrato nell'ordine di idee di separarsi dal serbo. Che piace, tra le altre, a Inter e Juventus: obbligate, però, prima a cedere. E la giostra riparte, fino a che qualcuno non avrà in mano il denaro per fermarla.

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Giovanni Capuano