ilaria Salis
(Ansa)
Politica

Ilaria Salis esce di prigione ed inguaia la sinistra che la difende

L'anarchica ottiene i domiciliari; altro successo diplomatico del governo dopo quelli di Zaki e Chicco Forti. E la sua candidatura pro-liberazione oggi perde ogni tipo di significato

Ci sono notizie belle a prescindere. Sapere che Ilaria Salis potrà presto lasciare il carcere è una buona notizia. vederla infatti in catene dalla sua cella all’aula del tribunale di Budapest dov’è a processo non è un bello spettacolo e questo a prescindere dal fatto che la ragazza, anarchica, pregiudicata, sia quanto di più lontano dal mio mondo e modo di pensare.

Premesso questo due riflessioni sulla vicenda dopo questa svolta vanno fatte. Da quando la storia dell’anarchica, pregiudicate e pluridenunciata monzese si è conquistata le prime pagine dei giornali e le aperture dei notiziari da sinistra si è levato un unico grido: «Perché Meloni non parla con suo amico Orban per liberarla?», dove la parola «amico» stava tra mille e più virgolette condita da tonnellate di ironia. Insomma, era una critica bella e buona alla presunta inconsistenza internazionale della nostra premier.

Oggi non so se dietro la decisione della corte ungherese ci sia o meno l’intervento e le pressioni del nostro esecutivo. Mi limito ad analizzare che dall’insediamento del centrodestra a Palazzo Chigi l’Italia è riuscita a liberare Patrick Zaki (grazia) a rimpatriare Chicco Forti ed oggi ad ottenere i domiciliari per la Salis. Il proverbio recita: «uno è un caso, due sono coincidenze ma tre sono una prova». Ecco, Giorgia Meloni ed Antonio Tajani sono riusciti ad ottenere risultati importanti e innegabili, dove i predecessori invece avevano fallito.

La seconda considerazione è legata alla recente candidatura di Verdi e Sinistra proprio della anarchica. Una decisione, come hanno raccontato Bonelli e Fratoianni proprio per toglierle manette e catene: «Abbiamo messo a disposizione uno strumento. Davanti a situazioni come quella di Ilaria servono atti concreti». Ecco, adesso che Ilaria Salis non è più in prigione, non ha più le catene ai polsi ed alle caviglie di fatto questo «strumento» diventa del tutto inutile. Fino a stamattina la candidatura della anarchica pregiudicata e pluridenunciata aveva un solo motivo di essere, oggi appare del tutto senza senso.

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Andrea Soglio