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Calcio

Calciomercato, si torna a spendere (non solo in Italia)

Lo studio della FIFA sulla sessione invernale conferma una ripresa degli investimenti. Chi può, si muove: Serie A alle spalle della Premier League ma i denari girano quasi unicamente in Europa

Segnali di ripresa anche se la crisi causata dalla pandemia non è alle spalle. La sessione invernale del calciomercato, fotografata nel report della FIFA che si basa sulle comunicazioni ufficiali nel database di TMS di Zurigo, raccontano di un calcio che sta lentamente cercando di mettersi alle spalle il momento peggiore. Sarà perché il futuro sembra roseo, con la curva dei contagi in discesa e la prospettiva del ritorno alla normalità, sarà perché c'è necessità di correggere i difetti delle squadre per cercare di centrare gli obiettivi sportivi ed economici: per tutto questo, nel gennaio 2022, si è assistito a un aumento dei soldi spesi sul mercato dai club.

tratto dal Report FIFA

Il conto in tutto il mondo è 900 milioni di euro, il 74% in più rispetto all'inverno del 2021 - quello del grande freddo - e sulla strada del recupero dei valori pre-Covid certificati dal miliardo passato di mano nel 2020 quando i lockdown erano ancora solo un'ipotesi lontana. Più soldi spesi in un numero maggiore di operazioni: 3.534 rispetto alle 2.761 della scorsa stagione.

A investire sono quasi solo le società europee che hanno mosso il 90% del totale (811 milioni di euro) e che sono state anche le principali beneficiarie incassandone tre quarti (687 milioni). Il resto del mondo viaggia su numeri nemmeno comparabili e, nella migliore delle ipotesi, funziona come bacino da cui l'Europa pesca i talenti migliori per inserirli nei campionati più importanti. Una tendenza che rimane confermata, soprattutto adesso che la Cina e l'Asia hanno smesso di investire sul calcio la cui centralità è sempre più marcata nel Vecchio Continente.

La Serie A non è stata insensibile alla leggera ripresa. I 99 milioni di euro registrati come spese dalla FIFA la collocano alle spalle della solita Premier League inglese (305) e davanti a Liga spagnola (97), Ligue1 francese e Bundesliga tedesca (61). L'Italia è quinta nella classifica degli incassi con 62 milioni di euro e, dunque, la bilancia è in negativo a conferma della spinta a investire. Il segnale più visibile è stato l'acquisto di Vlahovic da parte della Juventus, ma anche il colpo Gosens dell'Inter e i movimenti delle squadre della parte bassa della classifica, in lotta per non retrocedere, hanno contribuito al ritorno al passato.

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Giovanni Capuano