Cuciniamo insieme: zuppa inglese di pandoro
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Cuciniamo insieme: zuppa inglese di pandoro

Di certo dalle libagioni natalizie vi è avanzato un pandoro, ecco una ricetta per riciclarlo. Si tratta di rispolverare un dolce che fa felici da generazioni e generazioni gli italiani: la zuppa inglese. L’abbiamo fatta all’emiliana-marchigiana, cioè con le creme un po’ più sode, ma copiando da Firenze la forma dello zuccotto.


Ci siamo: meno cinque, quattro, tre, due, uno…buon anno!!!! Vi facciamo «dolcissimi» auguri per un 2024 sereno e proficuo. E se avete deciso di passarlo in famiglia con gli amici questo San Silvestro per voi c’è un’occasione per fare un figurone e dimostrarvi, come si usa adesso, sostenibili. Di certo dalle libagioni natalizie vi è avanzato un pandoro, ecco una ricetta per riciclarlo. Si tratta di rispolverare un dolce che fa felici da generazioni e generazioni gli italiani: la zuppa inglese. L’abbiamo fatta all’emiliana-marchigiana cioè con le creme un po’ più sode, ma copiando da Firenze la forma dello zuccotto. Sull’origine della ricetta ci sono infinite dispute. L’Artusi risolve dicendo che vi sono due formule: una fiorentina, da cui l’uso dell’Alchermes che è il liquore principe dell’arte degli speziali gigliati, che si serve in tazza con le creme più liquide, l’altra emiliana con creme più sode che avrebbe origine alla corte di Maria Luigia d’Austria a Parma. Sicuramente però la zuppa inglese che d’inglese non ha nulla (pare che il nome derivi dalla cuoca fiorentina che preparò il dolce per un ospite britannico o dall’uso parmigiano di bagnare il pan di Spagna che pure questo non ha nulla d’iberico con il rum, il distillato preferito dai marinai britannici) ha origini tardo medievali: l’uso dell’Alchermes o del Rosolio rimandano all’epoca degli speziali invidiati produttori di meraviglie. Che via sia stato un adattamento rinascimentale lo si evince dal cacao, ma sarebbe giustificata anche la versione anconetana che vuole la zuppa inglese creata ad Ancona da una cuoca dell’ammiragliato inglese. Sia come sia ora festeggiamo con questa zuppa inglese di pandoro il capodanno.

Ingredienti - Un litro di latte (meglio se fresco e intero), 8 cucchiai colmi di zucchero e 8 di rasi di farina 00, 4 cucchiai di cacao in polvere, 4 uova, 6 cucchiai di Alchermes, un limone non trattato, mezzo pandoro (circa 600 grammi).

Procedimento - Affettate in fette sottili il pandoro, ora mettete sul fuoco un pentolino con il latte, la scorza del limone, le uova (due intere e due tuorli), lo zucchero e cominciate a girare con la frusta mentre fate cadere a pioggia la farina. Sorvegliate la crema girando continuamente e tenendo il fuoco molto dolce. Quando la crema si è addensata toglietela dal fuoco, separatela in due metà e mettete in una metà tre cucchiai di cacao in polvere amalgamando bene. Prendete le due creme e ponetele a raffreddare in frigorifero. Ora prendete uno stampo semisferico (quelli da zuccotto) di 20 cm di diametro, foderatelo con pellicola alimentare facendo sbordare abbondantemente la pellicola e foderatelo con alcune fette di pandoro che con un pennello irrorerete di Alchermes. Versate la crema al cacao e copritela con uno strato di pandoro che irrorerete di Alchermes, sopra a questo strato di pandoro versate la crema pasticcera bianca e chiudete con un ulteriore strato di pandoro. Ora sigillate il tutto con la pellicola che sborda dallo stampo e ponete in frigorifero per almeno 2 ore.

Come far divertire i bambini - Fate versare a loro le creme nello stampo. Sorvegliate che non se le mangino!

Abbinamenti - Noi abbiamo optato per un Moscato d’Asti, ma un abbinamento perfetto è col Marsala stravecchio oppure con il Sagrantino di Montefalco passito.

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Carlo Cambi

Toscano di nascita e di formazione (economico-giuridica) diventa giornalista professionista a 23 anni. Percorre tutto il cursus honorum a Repubblica fino a dirigere le pagine di economia. Nel 1997 fonda I Viaggi di Repubblica - primo e unico settimanale di turismo - che dirige fino al 2005 quando sceglie di vivere a Macerata insegnando marketing del territorio e incontra Maurizio Belpietro col quale stabilisce un sodalizio umano e professionale. Autore radiofonico e televisivo continua a occuparsi di economia ed enogastronomia. Ha scritto una trentina di libri. Il suo best seller? Il Mangiarozzo.

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Petra Carsetti