Cuciniamo insieme: mandorlotti tarallotti
in cucina

Cuciniamo insieme: mandorlotti tarallotti

Non facciamoci assalire dalla malinconia dell'aperitivo (mancato) causa virus cinese, ma sviluppiamo la capacità creativa per tenere vivi i nostri riti di socialità e di piacere. Ecco una ricetta facile facile per fare in casa un aperitivo allegro e come si deve.


Se poi siete tecnologici, fate questi mandorlotti tarallotti anche per i vostri amici, fateli avere loro e magari collegati con lo smartphone potete brindare da casa a casa. Abbiamo preso una ricetta delle origini: quella napoletana che fa dei taralli un vanto e l'abbiamo unita a quella pugliese dei tarallini salati al vino bianco. Erano i taralli grandi, friabili fatti con strutto e pepe e farciti con le mandorle quelli napoletani, sono quelli croccanti e più piccoli variamente aromatizzati quelli pugliesi. Dalla fusion di queste due ricette abbiano creato i nostri mandorlotti taralotti che voi potete però aromatizzare come meglio credete: se volete servirli con il tè mettete nell'impasto delle foglioline di tè fermentato con delle foglioline di menta, se volete servirli con un salmone o un altro pesce affumicato conditeli con del sale affumicato e un po' di paprika dolce. Noi abbiamo inteso rendere il massimo omaggio alla mediterraneità - come sapete è la nostra cifra gastronomica - aromatizzando i tarallotti con il rosmarino, trasformandoli in mandorlotti con l'aggiunta delle mandorle (altro meraviglioso simbolo di mediterraneità) esaltando il ruolo dell'extravergine di oliva che ora con la nuova spremitura deve essere protagonista principe della tavola. Con una raccomandazione: comprate olio extravergine solo italiano e pagatelo il giusto, sotto i 10-12 euro al litro non può essere un buon olio. Sappiate che usare quello buono protegge la salute e la qualità dei piatti. E ora in cucina.

Ingredienti - 300 grammi di farina di grano, 135 millilitri di olio extravergine di oliva,125 millilitri di vino bianco secco, una generosa presa di sale, 200 grammi di mandorle sgusciate, ma non sbucciate, un rametto di rosmarino, mezzo cucchiaino di lievito istantaneo per preparazioni salate.

Procedimento - In una ciotola impastate l'olio (tenetene un cucchiaio da parte) con la farina e il vino. Se usate farine più grezze rispetto alla 00aumentate appena le dosi dei liquidi sia del vino che dell'extravergine perché le farine grossolane tendono ad assorbire di più. Lavorate energicamente quando l'impasto ha preso consistenza, salatelo e aggiungete il lievito e continuate a lavorare con le mani i maniera energica per 2 o 3 minuti. L'impasto deve staccarsi dalle pareti delle ciotole essere elastico e morbido.

Coprite e lasciate riposare per un quarto d'ora. Nel frattempo tritate a cipria gli aghi di rosmarino e in un padellino con l'olio rimasto tostate per due o tre minuti a fuoco vivace le mandorle che avete cura di salare. Aggiungete il rosmarino all'impasto, impastate di nuovo energicamente in modo che il rosmarino si distribuisca bene nella massa. Con le mani prendete dei pizzicotti di pasta, fatene dei bastoncini cui poi darete forma di anello.Sistemateli su di una placca da forno protetta da carta-forno e mettete al centro di ogni anello una mandorla tostata. Infornate a 180 gradi se ventilato a 190 se statico per circa 20 minuti o fin quando non vedete i taralli perfettamente dorati. Lasciateli intiepidire e serviteli; per l'aperitivo sono ottimi freddi accompagnandoli con dei formaggi, dei salumi o del pesce affumicato.

Come far divertire i bambini - Per i bambini la consistenza di questo impasto è irresistibile! Fateli dunque sbizzarrire nel confezionare loro gli anellini che saranno i mandorlotti/tarallotti.

Abbinamento - Partite con delle bollicine d'autore. A noi piacciono molto i rosé di Oltrepò pavese o del Trentino, ma va benissimo qualsiasi brut italiano, per esempio da Verdicchio o da Ribona o del Prosecco. In alternativa dei rosati: quelli pugliesi da Negramaro o quelli della Basilicata da Aglianico, i delicatissimi Chiaretto veronesi o i profumatissimi Velntenesi per non dire dei più robusti Cerasuolo da Montepulciano abruzzesi. Ancora potete accompagnarli con i bianchi del Friuli, o con i solari bianchi del Sud: come Greco o Falnaghina o Fiano.

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Carlo Cambi

Toscano di nascita e di formazione (economico-giuridica) diventa giornalista professionista a 23 anni. Percorre tutto il cursus honorum a Repubblica fino a dirigere le pagine di economia. Nel 1997 fonda I Viaggi di Repubblica - primo e unico settimanale di turismo - che dirige fino al 2005 quando sceglie di vivere a Macerata insegnando marketing del territorio e incontra Maurizio Belpietro col quale stabilisce un sodalizio umano e professionale. Autore radiofonico e televisivo continua a occuparsi di economia ed enogastronomia. Ha scritto una trentina di libri. Il suo best seller? Il Mangiarozzo.

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Petra Carsetti