Smartphone, perché è importante la  riparazione fai-da-te
(Apple)
Tecnologia

Smartphone, perché è importante la  riparazione fai-da-te

Per combattere l'enorme mole di dispositivi elettronici che finiscono in discarica bisogna allungare il ciclo di vita dei telefoni: tra programmi in casa e partnership mirate, ecco le soluzioni proposte dai produttori

Chi fa da sé fa per tre. Meglio ancora se le tre in questione sono Apple, Samsung e Google, colossi che recitano un ruolo di primo piano nel mercato smartphone. Ma anche e soprattutto aziende in grado di introdurre innovazioni e aprire scenari inediti, non solo in termini di funzionalità e design, ma anche in chiave sostenibilità. Apple è da anni in prima linea nel campo, prima alimentando al 100% con energie rinnovabili il nuovo quartier generale di Cupertino, poi con le migliorie della filiera andando a impattare sulla produzione di energia pulita dei fornitori, infine aumentando in maniera costante la quantità di materiali riciclati all'interno dei suoi prodotti, iPhone in primis.

Oltre a correggere il tiro sul versante produttivo, un altro aspetto rilevante nel mercato elettronico consumer riguarda la produzione di e-waste, l'insieme di smartphone, tablet, computer portatili e tutti gli altri prodotti hi-tech a fine vita. Che diventano rifiuti da smaltire secondo specifici processi, purtroppo limitati, andando così a pesare fortemente sul nostro pianeta in termini di riscaldamento globale, inquinamento e depauperamento di risorse illimitate, come alcuni tipi di minerali. Le aziende di settore sono parte integrante di questo sistema con la loro produzione, quindi sono tenute pure a individuare accorgimenti per rimediare al problema. Una soluzione è allungare il ciclo di vita dei dispositivi, in maniera da produrne meno. Per farlo bisogna approntare un ecosistema efficace, che sia in grado di risolvere i problemi che si manifestano durante l'utilizzo dei prodotti, mantenendoli al contempo aggiornati con l'evoluzione tecnologica.

Anche sulla scia di direttive europee in tale proiezione (lo scorso 21 e 22 novembre Parlamento e Consiglio europeo hanno votato a favore di una normativa che introduce nuovi diritti per i consumatori sulla riparazione dei prodotti), i produttori hanno avviato processi e partnership per agevolare la risoluzione dei problemi e semplificare la sostituzione di pezzi fuori uso con parti originali, che ogni persona può rimpiazzare in autonomia, utilizzando gli strumenti inclusi nel kit da acquistare e seguendo le istruzioni su manuali che illustrano come eseguire il ricambio. Apple ha aperto la strada con il programma Self Service Repair, Samsung ha seguito le orme siglando un accordo con iFixit, la comunità globale di tecnici, riparatori e volontari che collaborano per aiutare le persone a sistemare i loro dispositivi, sul cui sito si trovano parecchie componenti (schermi, batterie, scocche posteriori, moduli fotocamera) da poter acquistare a buoni prezzi in modo da rimettere a nuovo il proprio device. Senza dimenticare che anche le parti danneggiate e poi sostituite si possono spedire indietro, così da agevolare il riciclo secondo quanto previsto dalle norme in vigore.

"Stiamo creando più opzioni per estendere la durata dei nostri prodotti e la disponibilità della riparazione fai-da-te fornirà ai consumatori grande comodità e più opportunità per accadere a soluzioni sostenibili". Questa è la ricetta di Samsung per spiegare i motivi dietro la collaborazione con iFixit, diventata poi partner anche di Google (e prima ancora di Nokia) per allungare la vita degli smartphone Pixel. Nei giorni scorsi sul sito dei riparatori sono arrivate le parti originali per gli ultimi smartphone lanciati da Big G, Pixel 8 e 8 Pro, con prezzi tuttavia più alti del previsto e in confronto ai modelli precedenti: spiccano i 199,95 euro necessari per la fotocamera e i 234,95 euro per il display, mentre la batteria sta a 42,95 euro, stesso costo della fotocamera frontale. Tutti i pezzi dovrebbero rimanere disponibili per sette anni, equivalenti al supporto per il sistema operativo e le patch di sicurezza che ha assicurato Google per i suoi più recenti telefoni.

Sebbene ci sia ancora da lavorare su alcuni prezzi delle parti da sostituire, la strada tracciata è quella giusta: più ricambi sono disponibili e aggiornati, più lungo diventa l'intervallo di tempo in cui poter mantenere il proprio smartphone, con gli acquisti di nuovi modelli destinati a calare (in un mercato che dopo l'emergenza Covid-19 continua a perdere terreno), con la conseguente riduzione della quantità di rifiuti elettronici portati ogni anno in discarica.

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Alessio Caprodossi