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(Getty Images)
Tecnologia

Come sarà la Ferrari SF-24, la prima di Vasseur (ma tutti aspettano Hamilton ed il 2025)

Mancano 10 giorni alla presentazione ed un mese al via del mondiale di Formula 1 ma tutti guardano già al prossimo anno. eppure c'è un mondiale davanti con qualche speranza per i tifosi della Rossa

I tifosi Ferraristi sono in fermento sia perché il 13 febbraio sarà presentata la nuova monoposto di Formula 1, che per ora si chiama SF-24, sia perché dal 2025 i piloti del team saranno Charles Leclerc e Lewis Hamilton, il più promettente insieme al più decorato, due prime guide che accenderanno la stagione.

A fregarsi le mani, innanzi tutto, sono i capi di Liberty Media, proprietari del Circus, che vedono in questa scelta una possibilità per aumentare il numero degli spettatori e l'ammontare dei diritti televisivi. Certo, sono gli stessi padroni – troppo americani nello stile - che hanno eliminato le ragazze ombrelline e che ci hanno abituati a qualche assurdità regolamentare, persino cercando di rendere politicamente corretta una gara, e per questi motivi non ci saranno mai del tutto simpatici, ma senza tifosi niente sponsor e quindi niente guadagni, per un campionato le cui regole non saranno stravolte fino al 2026. Significa che tra un anno tutte le squadre dovranno pensare a monoposto nuove e molte delle esperienze fatte negli ultimi anni sulle attuali configurazioni saranno soltanto il passato.

Intanto però c'è la stagione 2024 da affrontare con la prima macchina completamente fatta sotto la responsabilità di Frédéric Vasseur. Nel bene e nel male, nelle gare di quest'anno nessuno potrà più accusare il passato e, quanto a credibilità della macchina si riparte da zero. Significa che potrebbe essere una fantastica sorpresa, ma anche che le prime gare serviranno per la messa a punto e per correggere eventuali difetti. E' noto, infatti, che i computer dei simulatori non possono prevedere proprio tutto in modo perfetto, senza contare la variabile umana che si chiama pilota. Il progetto 676, così è tecnicamente battezzata la parte propulsiva di quest'anno, è installata su una vettura che presenta 95% di cambiamenti rispetto la SF-23. Questi hanno riguardato il telaio, la propulsione e soprattutto l'aerodinamica. Dalle parti di Maranello si dice che i test al simulatore abbiano fornito risultati interessanti, ma per quanto fedele, un modello matematico non è ciò che taglia il traguardo per primo. Stesse osservazioni confermate da Marc Gené, che da anni collabora con Ferrari. Qualcosa capiremo certamente anche noi tifosi dopo la tre giorni di prove che attende la Scuderia Ferrari in Bahrain, mentre per gli ingegneri le prove saranno quelle utili per confrontare i dati con quelli virtuali finora registrati. E apportare le modifiche opportune verso le prime gare, in programma sempre in Bahrain il 2 marzo.

L'arrivo in squadra dello specialista delle Power Unit David George proveniente da Red Bull dovrebbe dare i suoi frutti, mostrando un miglioramento nella gestione della riserva di potenza elettrica disponibile che si unisce a quella prodotta dal motore 066/10. Sappiamo che rispetto all'anno scorso è cambiato il profilo vettura, ora a chiglia, una forma che rende più laminare (senza turbolenze) il flusso d'aria diretto verso il basso; ci è stato poi spiegato che i coni anti-intrusione delle fiancate sono più bassi, quindi sono possibili maggiori modifiche e adattamenti alle parti laterali, anche per modificare le forme a seconda delle esigenze delle singole gare, ottimizzandole. Secondo quanto riportato da taluni media, sarebbe stata ridotta la scatola del cambio di alcuni centimetri ed è stato ridisegnato il fondo della vettura. Tutto fa pensare che tra le intenzioni dei tecnici, e in particolare degli aerodinamici, ci sia stata la preoccupazione di migliorare non soltanto l'aerodinamica frontale, quanto di come l'aria si richiude lasciando la parte posteriore della vettura. E pensare che fino a qualche anno fa creare turbolenza dietro le monoposto era un modo per rendere più difficile gli attacchi degli avversari, creando una zona nella quale l'aerodinamica di chi inseguiva non poteva essere sfruttata al meglio, aumentando la difficoltà di rimanere in scia e quindi di sorpassare. Ma l'aerodinamica insegna che produrre turbolenza dietro a un corpo in movimento fa aumentare la resistenza e questa diminuisce le prestazioni. Insomma tutto pur di acchiappare, e speriamo superare, la nuova Red Bull “RB-20” che sarà svelata due giorni dopo la Rossa, il 15 febbraio prossimo.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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