taxi volante
(Joby Aviation)
Difesa e Aerospazio

Taxi volanti, cosa vedremo davvero nel 2024

Tanti annunci, spesso utopici, anche se da Parigi, in occasione delle olimpiadi, si potrebbe vedere davvero qualcosa in attività

Su questa testata abbiamo sempre scritto di “taxi volanti” elettrici, in sigla tecnica eVtol, con molto realismo, ricordando sempre che ogni nuovo settore dell’aviazione ha bisogno di tempi lunghi per completare la sperimentazione, al fine di garantire la sicurezza. E talvolta non basta. Ecco, dunque, che cosa ci aspettiamo di vedere nell’anno appena cominciato, che cosa è probabile che accada e che cosa invece sarà ancora un sogno.

I prossimi saranno mesi interessanti poiché anche in Europa e negli Usa, dopo quanto avvenuto in Cina, le autorità aeronautiche rilasceranno le prime “certificazioni di tipo”, ovvero il documento che congela e approva la configurazione dei mezzi, necessario per poterli costruire in serie, vendere e utilizzare. Tra questi dovrebbe esserci quello di VoloCity, il modello dell’azienda tedesca Volocopter, che vorrebbe inaugurare un servizio di aerotaxi in occasione delle olimpiadi di Parigi della prossima estate. David Dunning, responsabile delle politiche e dell’innovazione presso l’Associazione dei costruttori di aviazione generale (Gama), ha definito la presentazione degli eVtol alle olimpiadi francesi come “un momento fondamentale per l’industria che dovrebbe fare molto per aumentare la consapevolezza del pubblico e dimostrare il proprio ruolo nell’ecosistema dei trasporti in generale”. L’impatto con il grande pubblico dovrebbe quindi svelare la mobilità aerea avanzata anche al di fuori degli addetti ai lavori, ma se guardiamo all’Italia non possiamo ignorare che mentre Parigi ha 12 tra aeroporti, eliporti e piste in erba nella sua cintura metropolitana, ha innanzi tutto una mobilità aerea “normale”, nel Bel Paese ciò non esiste in ambito urbano, mentre è diffusa l’aviazione sportiva e da diporto.

Sul piano normativo si attende negli Usa la prima la certificazione per Joby Aviation, mentre è attesa l’apparizione di mezzi più leggeri, diciamo strettamente personali, quindi con un solo posto a bordo, approvati dalla norma americana Far-103, quella, per intenderci, che permise trent’anni fa la nascita dei primi ultraleggeri contribuendo alla diffusione dell’aviazione popolare in tutto il mondo. Senza quella mai avremmo avuto né droni né taxi volanti. Ryse Recon e Lift Hexa, esemplari di questo tipo, entreranno in servizio negli Usa anche se, inizialmente, in numero limitato, per uso sportivo e in aree poco abitate. Il grande limite di questi mezzi è l’energia delle batterie, quindi, occhi puntati sul collaudo di celle innovative e soprattutto di quelle a combustibile basate sull’idrogeno: il 2023 ha visto buoni risultati raggiunti dai prototipi di Universal Hydrogen, H2Fly (legata a Joby Aviation, già quotata in borsa), e ZeroAvia, ma molto del lavoro che rimane da fare riguarda il campo della produzione e dello stoccaggio.

Il settore delle infrastrutture è particolarmente importante e nei prossimi mesi dovrebbero essere completati i primi vertiporti, cioè strutture dedicate al traffico eVtol inserite completamente nel tessuto urbano. Alcune sono derivate dall’ammodernamento degli eliporti, altre devono essere realizzate da zero, e in questo, città come New York, Londra, Miami, Los Angeles e Las Vegas, ovvero dove oggi è possibile noleggiare un elicottero per turismo, partono avvantaggiate. In Italia sui centri storici di Roma, Milano, Firenze e altre vigono severe aree “no fly zone”, con relativa necessità di rivedere le regole del volo quanto prima, incluse quelle relative ai servizi antincendio obbligatori laddove si effettuano servizi di trasporto pubblico passeggeri. Ma per realizzare tutto questo occorreranno grandi capitali, dei quali soltanto istituzioni e colossi dell’industria possono disporre, con la conseguenza che potremmo assistere alla fusione di più società nate come singole startup al fine di raggiungere una massa critica, o alla loro acquisizione da parte di grandi gruppi del trasporto, e non soltanto automotive o aeronautici. Ma siccome questi pretendono un stretto controllo dei tempi e dei costi, si assisterà a una riduzione del numero di progetti che passeranno alla fase avanzata accedendo al processo di certificazione, ben più oneroso della fase di progettazione. Fondamentale sarà il primo simposio sulla mobilità aerea avanzata dell’Icao, l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile, in programma il prossimo settembre a Montreal, Canada, durante il quale si tenterà di armonizzare gli standard tecnici e normativi finora scritti dalle principali autorità aeronautiche del mondo, Faa per gli Stati Uniti, Easa per l’Europa, Caa per il Regno Unito e l’ex Commonwealth, Caac per la Cina. Da quel momento in poi, gli eVtol saranno un ramo dell’aviazione al quale pochi attori dell’industria aeronautica vorranno rinunciare.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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