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Difesa e Aerospazio

Cca, la nuova guerra; aerei e droni insieme

Velivoli autonomi collaborativi, un solo pilota per l'interno stormo d'attacco. Il futuro è sempre più vicino

Uno stormo di velivoli d'attacco ma con soltanto un pilota seduto ai comandi. Questa l'idea, non certo nuova, alla quale hanno lavorato negli ultimi dieci anni le aziende aerospaziali della Difesa sia in Europa (Dassault, Leonardo, Airbus con il progetto Neuron), sia negli Usa. La novità sta invece nel fatto che mercoledì 24 aprile l'aviazione statunitense abbia annunciato di aver selezionato le compagnie produttrici di droni Anduril e General Atomics per continuare a progettare, costruire e collaudare il primo lotto di velivoli gregari, letteralmente definiti velivoli collaborativi da combattimento. La decisione sull’assegnazione delle opzioni contrattuali segna il passo più significativo di questa rivoluzione nel combattimento aereo in quanto si tratta di creare dei software che rendano autonomi i droni per volare insieme a caccia pilotati come l’F-35, in quello che viene definito sistema “Next Generation Air Dominance”, ossia la superiorità aerea della prossima generazione.

L’Air Force ha fatto di questo programma, definito in sigla Cca (Collaborative Combat Aircraft), uno dei suoi sforzi chiave per modernizzare la propria flotta con capacità avanzate. Questi droni sono meno costosi degli aerei pilotati ma comunque in grado di effettuare attacchi, condurre ricognizioni o eseguire operazioni di guerra elettronica in combattimento, ampliando così la portata degli aerei con equipaggio e riducendo il rischio di perdere i piloti, il cui addestramento è comunque quantificato in milioni di dollari a prescindere dal valore della vita stessa. Anduril e General Atomics svilupperanno quindi i Cca e costruiranno velivoli di prova ma totalmente rappresentativi della produzione in serie destinata all'Usaf, facendo seguire gli esemplari di test con una seconda produzione le cui caratteristiche raccoglieranno le migliorie che possono rendersi necessarie soltanto dopo i test operativi. I contratti prevedono di mettere in servizio almeno mille Cca di differente tipologia a seconda della missione da compiere, quindi dotati di capacità e livelli di sopravvivenza differenti tra loro. Il segretario di Stato per l'Usaf Frank Kendall ha dichiarato: “Poco più di due anni fa abbiamo annunciato la nostra intenzione di costruire aerei da combattimento collaborativi; ora a seguito della promulgazione del budget per l’anno fiscale 2024 stiamo commissionando a due società la costruzione di unità test rappresentative della produzione. I progressi che abbiamo compiuto testimoniano la preziosa collaborazione tra Usaf e industria. General Atomics sta lanciando il suo drone collaborativo autonomo noto come Gambit e questo sarà il primo Cca dell'Air Force. La sua intelligenza artificiale avanzata e il software di controllo autonomo contribuiranno a fornire intelligence, sorveglianza e ricognizione di alta qualità e saranno in grado di rilevare e tracciare gli obiettivi. Mark Brinkley, addetto stampa dell'azienda, ha commentato: “Il design del drone è derivato da quello dello Xq-67 che l'Air Force Research Laboratory ha dimostrato in volo all'inizio di quest'anno come piattaforma aerea condivisa. Con questo approccio l’Xq-67 è stato costruito su una cellula (telaio) che potrebbe costituire la base comune per più tipi di droni, riducendo i costi e consentendo la produzione di massa. L’offerta Cca di Anduril si chiama invece Fury e utilizza il sistema operativo “Lattice”, come ha spiegato l'Ad dell'azienda Bryan Schimpf, spiegando: “Non c'è tempo da perdere, con il programma Cca abbiamo adottato un approccio lungimirante e rapido per mettere sul campo sistemi autonomi su vasta scala.”

Le due aziende facevano parte di un gruppo iniziale di cinque società tra le quali c'erano anche Lockheed Martin, Boeing e Northrop Grumman, che avevano già ricevuto contratti per lavorare allo sviluppo dei Cca. A febbraio l'Air Force voleva ridurre l'elenco a tre, ma le limitazioni di budget imposte dall'amministrazione Biden hanno portato, almeno per ora, a finanziarne soltanto due.

Le tre società non selezionate per queste opzioni contrattuali avranno però ulteriori opportunità di lavorare sulla prossima ondata del programma e rimarranno nel più ampio gruppo di oltre venti partner industriali che si occuperanno del nuovo segmento di velivoli e potranno competere tra loro per i futuri contratti di produzione. L’Air Force prevede di prendere una decisione su un contratto per produrre il primo grande lotto di Cca nell’anno fiscale 2026 e di mettere in campo gregari di droni pienamente operativi entro la fine di questo decennio.

VIDEO General Atomics Gambit Family

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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