L'Inter avvisa il campionato: derby e capolista (non accadeva dal 2010)
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L'Inter avvisa il campionato: derby e capolista (non accadeva dal 2010)

Segnale dei nerazzurri alla concorrenza. La rivoluzione di Mancini comincia a dare i suoi frutti e la Juve è a 8 punti

L'Inter si prende tutto in una notte: derby e primato solitario della classifica a punteggio pieno. Non accadeva dal 22 settembre 2010 quando sulla panchina c'era Benitez e in campo la squadra di Mourinho reduce dal Triplete. Un filo spezzato e che si riannoda cinque anni dopo, anche se al momento è solo una suggestione e nulla più perché il lavoro di Mancini è ancora lunghissimo e l'Inter di oggi è un cantiere aperto. Apertissimo.

Il segnale al campionato, però, è partito e non potrà essere ignorato da nessuno: la qualità complessiva dei nerazzurri è seconda a pochi e l'autostima che il gruppo sta acquisendo con le vittorie è la miglior medicina dopo la scorsa stagione in cui il vento soffiava sempre in faccia e mai alle spalle come accade adesso.

Tornano in mente le parole sparse in abbondanza da Mancini nei mesi scorsi circa l'obbligo di pensare in grande, spingendosi fino allo scudetto. Sembrava un'eresia per una squadra arrivata a 32 punti dalla Juventus e in piena depressione, con la società in mezzo al guado e un ambiente distaccato per accumulo di delusioni. Aveva ragione lui e la conferma si trova nel tentativo di scaricare adesso la pressione sugli altri.

"Ci sono tre squadre più attrezzate di noi per vincere il titolo" ha detto il Mancio dopo aver vinto il derby. Ha fatto anche i nomi: "Juventus, Roma e Napoli". In quest'ordine. La classifica dopo 270 minuti dice che i bianconeri sono a 8 punti, i partenopei a 7 e la Roma a 2. Non è una sentenza, ma nemmeno un vantaggio banale.

Il crollo verticale della Juventus ha rimescolato le carte in maniera inaspettata lanciando nella corsa scudetto anche chi non poteva nemmeno immaginare di esservi iscritto. Il calendario ha favorito la mini-fuga interista, ma la fortuna aiuta gli audaci e Mancini lo è stato nel progettare una rivoluzione che gli ha portato in casa un carico di talenti notevole.

Jovetic è un giocatore che in Italia fa la differenza, Kondogbia va a strappi ma ha tecnica e fisicità straripanti e gli altri non hanno ancora espresso il proprio potenziale. Insomma, a differenza di quasi tutta la concorrenza, obbligata a non sbagliare più, l'Inter ha ancora margini di crescita e di errore, quelli che il dirimpettaio Mihajlovic vede venir meno ogni settimana che passa. 

Il suo Milan non è uscito male dal derby, ma ha perso e non poteva permetterselo. Ha ritrovato Balotelli e questa è la notizia migliore per tutti. Conte, in tribuna a San Siro, avrà preso nota dei tentativi di Mario di disegnarsi una nuova immagine: cattivo, concentrato e tatticamente disposto al sacrificio. Piccoli segnali di un processo di maturazione che non può non rendere felici tutti. A patto che trovino continuità a conferme.

La 2a giornata in pillole

  • La Juventus ha smarrito in un colpo solo tutte le certezze che l’avevano accompagnata nelle ultime quattro stagioni. Il pareggio contro il Chievo ha aperto un pericoloso dibattito interno, con Marotta che per la seconda volta nell’arco di un paio di settimane è intervenuto per chiedere di non fare ricorso ad alibi, dimenticare il passato e pensare solo a far funzionare una squadra costruita per vincere. Molti segnali, però, dicono che la crisi potrebbe non essere così passeggera.
  • Il Napoli non riesce a vincere (2-2 a Empoli) e incassa due reti per la terza volta consecutiva: Sarri è un maestro della fase difensiva, ma il dato allarma perché nessuna squadra è in grado di regalare un doppio handicap pensando di essere competitiva. Urgono rimedi immediati.
  • La giornata dei primi minuti di Balotelli è stata anche quella del ritorno al calcio giocato di Pepito Rossi, 482 giorni dopo l’ultima volta da titolare: nulla di trascendentale, ma la data va segnata sul calendario sperando che presto Conte abbia notizie positive anche da Firenze. A proposito della Fiorentina (1-0 sul Genoa), il clima intorno alla squadra è intossicato dalle critiche estive, i Della Valle se ne sono accorti e provano a correre ai ripari usando il pugno di ferro.
  • La Roma batte il Frosinone e si prende 3 punti, cioè il massimo in una partita giocata francamente male. E’ un’ottima notizia per Garcia visto l’andamento dell’anno scorso, ma il francese deve accumulare credito nei confronti di un ambiente che non gli perdona nulla: per conferme leggere la stampa romana a proposito della scelta di Gervinho titolare.
  • La terza giornata ha portato le prime vere polemiche arbitrali. Si sono lamentati nell’ordine Frosinone, Chievo (ma anche Juve), Verona e Napoli. Ogni episodio merita un’analisi  a parte, però la tensione intorno alla questione arbitrale è il segnale che l’inizio a strappi di tante squadre sta provocando più di un mal di pancia.
  • Il Carpi ha fatto il primo, storico, punto in serie A andandoselo a prendere a Palermo. Ha segnato Borriello nella domenica della doppietta di Matri (2-0 Lazio sull’Udinese), un altro dei centravanti di grande mestiere che ancora lasciano il segno in serie A.

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Giovanni Capuano