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Le web bufale della settimana - Ep. 20

Le notizie più assurde apparse in Rete negli ultimi 7 giorni

1. Kamikaze con photoshop

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Sull'onda della strage di Parigi, purtroppo, in Rete è stato un moltiplicarsi di false notizie, verità a metà, vere e proprie bufale, allarmi infondati e quanto di peggio mente umana possa partorire o per sciacallaggio o per ignoranza o per cattiveria.

Tra le decine di bufale abbiamo selezionato le peggiori. In primo luogo quella del ragazzo barbuto che appare nella foto. Qualcuno, complice photoshop, ha incollato al corpo del giovane dai tratti mediorientali un giubbotto bomba, ha modificato l'ipad trasformandolo in Corano e ha servito alla Rete l'immagine dell'aspirante kamikaze che si fa un selfie davanti allo specchio prima della strage di Parigi.

In Italia la notizia è stata ripresa da quasi tutte le Reti all news citando fonti siriane certe. In realtà basta un'occhiata per capire che si tratta di un montaggio. Il giovane della foto, venuto a conoscenza del clamore suscitato, è entrato a gamba tesa nella vicenda sottolineando di essere un ragazzo che vive in Canada, di non essere neppure musulmano e di non aver mai avuto il piacere di una vacanza a Parigi. Una bufala moltiplicata dalla fame di notizie post attentato che però non giustifica l'inettitudine di chi l'ha lanciata.

2. Playstation come strumento per comunicare tra i terroristi

PlaystationPlaystationTwitter

All'indomani della strage diversi quotidiani e siti avevano riportato questa notizia: "L'Isis per pianificare gli attacchi ha comunicato grazie alla chat della Play Station 4".

In realtà non è proprio così. L'errore nasce dalla traduzione di un articolo pubblicato su Forbes che ci spiegava che i jihadisti belgi che hanno attaccato Parigi venerdì sera hanno usato una console per videogames, la PS4, per comunicare tra loro e pianificare gli attacchi nella capitale francese.

Si citava la dichiarazione del Ministro dell'Interno belga a proposito della difficoltà ad intercettare la chat della consolle. In realtà il Ministro, quella dichiarazione, l'aveva fatta alcuni giorni prima della strage a proposito di un'ipotesi investigativa che si stava seguendo in belgio per intercettare i jihadisti in generale.

Non è escluso, dunque, che la chat della PS4 venga utilizzata, ma questo non è successo per Parigi visto che nelle case dei terroristi uccisi non sono state trovate consolle, nè altro che possa far pensare alla strumentalizzazione terroristica del videogioco.

3. Il funerale del cane Diesel

Cane eroeCane eroeInstagram

Ha commosso tutti la morte (anche) del cane Diesel, il pastore tedesco in forza polizia francese deceduto durante il blitz di St. Denis.

Proprio il fiuto di Diesel aveva permesso di arrivare al covo dove Hasna Aut Boulahcen, 26 anni, probabilmente cugina di Abdelhamid Abaaoud, si fatta saltare in aria uccidendo anche il cane poliziotto.

In Rete così sono iniziate a circolare voci del presunto funerale di Diesel sottolineando la necessità di rendere omaggio anche all'eroe a quattro zampe.

In realtà la foto del cane defunto non è di Diesel, ma di un "collega" americano - basti guardare la bandiera - morto in servizio tre anni fa.

4. Studentesse dicono no al minuto di silenzio

26 settembre 2013. Una donna dello musulmana coperta da capo a piedi passeggia lungo una spiaggia di Colombo, in Sri Lanka.

LAKRUWAN WANNIARACHCHI/AFP/Getty Images

La prealpina lo scorso 16 novembre riportava la notizia di due studentesse di origine tunisina che avrebbero lasciato l'aula scolastica rifiutandosi di osservare il minuto di silenzio chiesto dai professori in omaggio alle vittime di Parigi.

La notizia non è falsa, ma è stata distorta.

Pare che le ragazze abbiano avuto da ridire sul fatto che sarebbe stato giusto rispettare ed onorare i morti di tutte le guerre e le vittime di ogni attacco, non solo quelle di Parigi.

Sembra, inoltre, che le due ragazze non fossero sole e che altri studenti abbiano lasciato l'aula per il medesimo motivo. Il dirigente scolastico, tornando sulla vicenda, ha sottolineato che, in mattinata, la classe ha poi avuto un lungo momento di approfondimento e riflessione sul tema.

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Barbara Massaro