scuola Pioltello
(Ansa)
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L'uguaglianza non per tutti della scuola di Pioltello

Confermato il giorno di festa per la fine del Ramadan; gesto vissuto tra grandi feste di sindaco e docenti ma che apre a domande a cui dare una risposta

A Pioltello festeggiano. Festeggia il sindaco (del Pd), festeggia la vicepreside della scuola «Iqbal Masih» in lacrime che chiede l’appoggio di Mattarella in questa battaglia culturale, festeggia il consiglio di Istituto che all’unanimità ha votato per l’introduzione nel calendario scolastico del giorno di festa per la fine del Ramadan. Lecito.

Come è lecito essere contrari a questa decisione, senza per questo dover essere tacciati di razzismo ed intolleranza.

Avremmo alcune domande da porre ai docenti ed al sindaco: la prima è sapere se la scuola è stata chiusa anche il 17 febbraio o lo sarà da qui ai prossimi anni. Poi ci piacerebbe sapere se viene festeggiato ad esempio Pesach e se viene inoltre spiegata agli studenti di cosa di tratti. Oppure, ancora, se a maggio si rispetta la nascita di Buddha tenendo le scuole chiuse. Non si capisce infatti perché le altre religioni e chi le segue non debbano meritare lo stesso trattamento dei musulmani. Cos’ha di meno ad esempio un valdese per cui il 17 febbraio è la Festa della Libertà? Cos’ha dimeno un ebreo che festeggia Pesach, la Pasqua Ebraica, il ricordo della liberazione dall’Egitto? Cos’ha in meno un buddista che ogni anno, una settimana dopo il plenilunio, festeggia la nascita del suo Dio?

Siamo certi che a queste domande la risposta che potremmo ricevere è la seguente: «Non possiamo fare eccezioni, per uno o due studenti…». No, cari docenti, caro preside e cara Sindaco.

L’eccezione l’avete già fatta, andando contro le regole del ministero e facendo (voi) una distinzione, anzi, una preferenza.

Le leggi dello Stato servono proprio per questo, per evitare distinzioni e disuguaglianze. Nessuno dice che non sia giusto integrare e cercare di avvicinare mondi e culture diverse ma se si fa, si faccia per tutti. E non può nemmeno essere una discriminante numerica perché non esiste un numero sopra il cui la cosa si fa e sotto no.

Poi ci piacerebbe sapere, a proposito dell’integrazione con i musulmani, cosa pensa il sindaco ed il consiglio di istituto delle pressioni dei ragazzi di origine nordafricana sugli italiani, che arrivano anche a minacce ed inviti a «non mangiare a merenda il prosciutto che per noi è vietato», come ci hanno raccontato alcuni genitori…. E, soprattutto, come abbiamo già scritto, cosa pensano del livello scolastico del loro istituto. Se lo ritengono simile a quello delle altre scuole del paese o se il livello della preparazione (come ci hanno confidato diversi genitori incontrati fuori dal cancello) sia piuttosto basso.

Quindi, adesso festeggiate pure ma prima o poi provate a rispondere, almeno a voi stessi.

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Andrea Soglio