Treno deragliato pioltello
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Disastro del treno a Pioltello: i problemi ai binari segnalati da mesi

Dal novembre 2017 il personale della manutenzione di Treviglio aveva indicato le anomalie. La lista degli indagati potrebbe presto allungarsi

Il disastro ferroviario di Pioltello era evitabile e sarebbe frutto di una grave sottovalutazione del problema, con precise e individuali responsabilità penali. Se ne va sempre più convincendo la Procura della Repubblica di Milano che indaga, per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo, sull'incidente del 25 gennaio scorso quando, alle 6 e 57 del mattino, il convoglio Trenord è deragliato dai binari, continuando la sua corsa fino all'impatto della terza carrozza con i piloni di cemento armato.

Le indagini avrebbero accertato che il personale impiegato nella manutenzione, con base alla stazione di Treviglio e competente per quel tratto dove è avvenuto il disastro, aveva segnalato criticità su quella linea, e su alcuni giunti, al proprio caporeparto già nel novembre 2017, mesi prima dell'incidente. Perché non sono stati presi provvedimenti adeguati?

Il documento con le difformità trovate sui binari

In attesa dell'avvio delle analisi sul vagone, sulle ruote e soprattutto sul carrello del convoglio che dovrebbero cominciare la prossima settimana, le ipotesi investigative stanno stringendo il cerchio attorno a quella domanda. I manutentori, alcuni giovani, altri più anziani ed esperti, al termine della loro ispezione, avrebbero compilato a mano la cosiddetta check list, un modulo prestampato dove vengono indicati, di volta in volta, oltre alla data e al luogo preciso, le difformità rilevate (per esempio alle giunzioni) e le "azioni correttive", gli interventi cioè da programmare o urgenti. Il documento, che è classificato di "Livello di riservatezza: utenti Rfi", cioè solo a uso interno di Rete ferroviaria italiana, è stato consegnato al caporeparto che, di prassi, procede all'inserimento della segnalazione nella "banca dati documentale Rfi".

Un manutentore ci spiega che "viene inserito dal capotecnico nel palmare". Viene cioè messo in rete e condiviso con quegli uffici che devono disporre gli interventi di manutenzione. Come è infatti avvenuto per un altro giunto a Vignate, poco prima del cosiddetto punto zero, quello del deragliamento.

Gli investigatori hanno ascoltato i testimoni che hanno confermato la segnalazione, contenuta anche nei server sequestrati a Rfi dalla Guardia di finanza e dal Noif, il Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polizia ferroviaria. Uno dei magistrati che coordinano le indagini ha smentito la circostanza, affermando di non aver ancora potuto visionare tutte le risultanze investigative.

Chi ha autorizzato a mettere la zoncola nel punto incriminato?

Panorama, però, ha avuto più di una conferma sulla segnalazione fatta dai manutentori mesi prima dell'incidente. Non solo. Qualcuno, ancora da identificare, dovrà rispondere ai magistrati su chi ha autorizzato i manutentori ad effettuare un intervento correttivo come l'inserimento della zeppa di legno, detta zoncola, ritrovata proprio sotto al quel giunto problematico che univa due rotaie, causa o almeno concausa, del deragliamento. Un impiego, quello delle zeppe di legno ricavate da vecchie traversine ormai in disuso, che Rfi si è affrettata a definire "non previsto dalle normative tecniche e dai protocolli operativi".

La procura di Milano ha già indagato alcuni dirigenti di Rfi e di Trenord; iscrizioni di rito e a garanzia degli stessi prima di iniziare gli accertamenti tecnici. Ma la lista degli indagati potrebbe presto allungarsi con nuovi nomi e accuse più precise. 

(Articolo pubblicato sul n° 12 di Panorama in edicola dall'8 marzo 2018 con il titolo "Quell'allerta sui binari di Pioltello)


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Giorgio Sturlese Tosi

Giornalista. Fiorentino trapiantato a Milano, studi in Giurisprudenza, ex  poliziotto, ex pugile dilettante. Ho collaborato con varie testate (Panorama,  Mediaset, L'Espresso, QN) e scritto due libri per la Rizzoli ("Una vita da  infiltrato" e "In difesa della giustizia", con Piero Luigi Vigna). Nel 2006 mi  hanno assegnato il Premio cronista dell'anno.

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