grafene
(iStock)
Salute

Il grafene ci salverà dai virus (Covid compreso) nei luoghi al chiuso

Studi hanno dimostrato come questa sostanza aiuti a ripulire l'aria e a rendere più sani e sicuri gli ambienti comuni

Recentemente un gruppo di 40 scienziati provenienti da diverse parti del mondo ha lanciato un appello dalle pagine di Science: occorre riconcepire gli interni dei luoghi pubblici utilizzando sistemi che possano migliorare la ventilazione e intercettare o uccidere i virus. Si tratterebbe di una rivoluzione copernicana nella tecnologia degli interni che dovrebbe anche prevedere una revisione totale delle linee guida sulla qualità dell'aria e che avrebbe come effetto quello di limitare il rischio di dover chiudere in caso di epidemie.

«Per decadi» dice Lidia Morawska, membro del gruppo e direttrice del Laboratorio internazionale per la qualità dell'aria e la salute , « gli architetti e gli ingegneri si sono concentrati sui costi di investimento, sul consumo energetico e sul confort degli interni degli edifici, dalla temperatura all'umidità al controllo degli odori. Ma hanno trascurato il controllo delle infezioni. Oggi è il momento di istallare strumenti che rivelino la presenza dei virus e li uccidano. E anche quello di sostituire i sistemi di ventilazione in uso con altri più sofisticati con flussi più potenti, capaci di distribuire aria pulita e disinfettata in tutte le zone occupate dal pubblico in maniera flessibile».

Secondo Morawska questi sistemi avrebbero come indiretto beneficio, oltre quello relativo al contagio, una diminuzione delle assenze dei lavoratori e delle allergie dei frequentatori del locale. «La nostra stima è che le modifiche necessarie per avere questi sistemi in tutto un edificio richiedono una spesa che è inferiore all'un per cento del costo totale di costruzione dello stesso edificio. In generale si può dire che la riduzione delle perdite di produttività coprirebbe i costi della sostituzione del sistema di ventilazione con i nuovi accorgimenti oggi possibili».

Il punto è, infatti, che le ricerche e i progressi tecnologici fin qui raggiunti dall'inizio dell'epidemia mettono a disposizione i sistemi di ventilazione e di disinfestazione che sono richiesti per attuare la rivoluzione degli interni. Per esempio, la novità è che stanno arrivando materiali capaci di intercettare la presenza dei virus nei locali. Infatti, ricercatori dell'università di Chicago sono riusciti a utilizzare in laboratorio il grafene, uno dei materiali nello stesso tempo più leggeri e più forti, per rivelare la presenza del Sars-CoV-2. Il fatto di poter utilizzare proprio questo materiale potrebbe rivelarsi un'arma potentissima contro questo virus. Nei loro esperimenti i ricercatori hanno combinato fogli di grafene, sottili più di 1000 volte un foglio di quaderno, con un anticorpo specifico per colpire il virus del Covid-19. Poi hanno misurato le vibrazioni a livello atomico del grafene quando era esposto a campioni salivari di individui sia positivi sia negativi al Covid. Veniva fuori che le vibrazioni c'erano solo in presenza di campioni di individui positivi. Sarà quindi possibile a breve costruire un sensore poco costoso capace di intercettare e uccidere il virus. Funzionerebbe anche sulle varianti una volta sostituito opportunamente l'anticorpo specifico che viene combinato con il grafene.

Le tecnologie permetterebbero oggi anche di istallare monitor in grado di mostrare lo stato della qualità dell'aria negli interni. Qualora fossero presenti in un luogo pubblico, le persone potrebbero valutare se è il caso di entrare o sostarvi. Mancano però leggi che obblighino gli esercenti a dotarsi di queste tecnologie come pure incentivi statali. Insomma, per avere interni sicuri in negozi, bar e ristoranti non manca. Quello che ci vuole è la volontà politica, e dunque quella di tutti noi.

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Luca Sciortino