reddito di cittadinanza
(Ansa)
Politica

Stretta decisiva del Governo contro il reddito di Cittadinanza

Tolti i criteri sull'offerta «congrua». Eliminati i vincoli di distanza da casa e di trasporto pubblico. Per chi può lavorare si annunciano tempi durissimi

Nel tormentato percorso della manovra economica che costringerà il Parlamento ad una vigilia di Natale in aula per l’approvazione in tempi record un discorso a parte lo merita l’evolversi della questione forse più spinosa e non da oggi, dall’inizio della campagna elettorale: il reddito di cittadinanza.

Perché la norma che ha superato la Commissione Bilancio ed è pronta ad approdare alla Camera contiene delle novità a dir poco sostanziali che danno uno spessore non solo economico ma anche politico molto più pesante e definito di prima.

Cominciamo con una cosa già nota: per le persone cosiddette «occupabili» il numero di mesi in cui nell’arco del 2023 si potrà ricevere il sussidio non sarà di 8 ma scenderà a 7. Un mese in meno che porterà ad un risparmio per le casse dello Stato di 200 mln (parti dei quali verranno reinvestiti in un nuovo strumento di assistenza per gli indigenti e legato allo spreco del cibo).

Ma le vere, profonde novità arrivano dal cosiddetto «emendamento Lupi», formato appunto dal leader di Noi Moderati.

Scompare infatti il riferimento normativo alla cosiddetta «offerta congrua»; questo in poche parole significa che chi rifiuta la prima offerta di lavoro perdere il diritto al sussidio e soprattutto cambia le regole sulla tipologia di offerta di lavoro. Non saranno più considerate le esperienze e le competenze, insomma, qualsiasi tipologia di proposta è considerata valida, e poco conta se la persona sia esperta o del tutto incompetente. Ma, soprattutto, svanisce anche il criterio della distanza dal proprio domicilio; in pratica, fino ad oggi chi era alla ricerca di un’occupazione poteva ricevere proposte la cui distanza da casa era al massimo di 80 km oppure che fosse raggiungibile con mezzi di trasporto pubblici in un tempo non superiore ai 100 minuti. Oggi queste limitazioni saltano. Significa che, ad esempio, una persona del sud può ricevere come proposta un lavoro in Friuli. Il no, il primo no, comporterà l’immediato stop al reddito.

Va poi aggiunto che è stato anche modificato il versamento dell’assegno per chi usa il reddito per pagare l’affitto di casa. I soldi infatti verranno versati dall’inps direttamente sul conto per locatario, senza darli prima a chi chiede l’affitto.

C’è poi un’ultima norma rivolta ai giovani ed alla scuola. Per i percettori del Reddito tra i 18 ed i 29 anni ci sarà infatti un requisito in più: l’aver portato a termine il percorso delle scuole dell’obbligo, cioè elementari e medie. Chi non lo ha concluso non avrà diritto all’assegno.

Capite bene che tutto questo nel suo insieme potrebbe portare ad una grande rivoluzione di questo strumento; dobbiamo infatti ricordare che gli occupabili sono quasi 700 mila. Persone che ora rischiano davvero di restare senza l’assegno mensile.

Insomma, se da una parte il governo ha garantito la continuità della norma per le persone davvero bisognose, per gli occupabili queste regole sono una sorta di scure che lascia ben poche speranze.

Inutile dire che le reazioni non sono mancate.

Sono state dette molte bugie: lasciamo la massima tutela a tutti coloro che non possono lavorare, agli over 60 e a chi è senza reddito e ha minori a carico", ha spiegato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni "Sono convinta che uno Stato giusto non mette sullo stesso piano dell'assistenzialismo chi può lavorare e chi non può", aggiunge Meloni.

Il sottosegretario al Lavoro ed alle Politiche Sociali, Claudio Durigon ha spiegato che «secondo il governo l’offerta congrua che abbiamo in mente prevede che qualsiasi persona, anche un laureato, se gli offrono un posto per andare a fare il cameriere è giusto che lo accetti. Perché se l’alternativa è prendere soldi pubblici per non far nulla non credo che possa permettersi di fare lo schizzinoso sull’offerta di lavoro».

Il Movimento 5 Stelle, il partito più schierato a favore del RdC, si dice pronto a combattere in aula

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Andrea Soglio