ponte stretto messina
(Ansa)
Politica

I tre signori del No, guarda caso di sinistra

Tre esponenti di Pd e M5S provano a bloccare la costruzione del Ponte sullo Stretto; perché in Italia c'è sempre una buona ragione per NON fare le cose

L’Italia ha un grande difetto, congenito: è il regno dei signori del «No». In Inghilterra lo chiamano popolo del Nimby (acronimo di «Non nel mio giardino»); persone secondo cui qualsiasi opera di qualsiasi tipologia abbia un motivo valido per non essere fatta.

L’esposto a firma Pd-M5S contro il Ponte sullo Stretto di Messina è solo l’ultimo episodio di un andazzo decennale che bene non fa. Sulla reale utilità di un ponte che da sempre divide l’opinione pubblica non ci esprimiamo. Anzi, siamo favorevoli ma al di là dell’utilità, solo per il fatto di vedere un paese che fa qualcosa e non uno che trova una ragione o una scusa per non fare. Guardate ad esempio la questione dello stadio di Milano. Il sindaco Sala (di sinistra… un caso?) per anni ha fatto di tutto per fermare ogni progetto aziendale aiutato in questo da una bella fetta della sua maggioranza in consiglio comunale (ambientalista, contro tutto ciò che solo odori di cemento…) e di città ( con i soliti comitati di quartiere nati da chi non vuole cantiere, polvere e rumore sotto casa) ed oggi che rischia di trovarsi con un gigante inutilizzato in mano ma dai costi di gestione elevatissimi ecco che prima prova a dare la colpa a Milan ed Inter poi ritenta con la carta vecchia della ristrutturazione…

O parliamo di inceneritori e termovalorizzatori? Qualcuno per caso ha notizie su come stiano andando le cose a Roma e dintorni dove il sindaco Gualtieri (Pd) lo vuole ma il M5s, alleato con il Pd no… E non dimentichiamo il caso contro i rigassificatori decisivi per la nostra indipendenza energetica ma che inquinano oppure «rovinano il panorama»; per chiudere con quelli contrari alla costruzione della pista da bob per le Olimpiadi di Milano-Cortina perché alla fine in Italia ci sono pochi praticanti e la struttura si trasformerebbe in un rudere nel giro di pochi anni.

Poi, ovviamente, siamo tutti qui ad attaccare sul Pnrr, soprattutto sulle cose non fatte se non impossibili da fare dato che alla fine basta un giudice o un ricorso al Tar, alla Sovrintendenza o persino ai boys scuoter fermare gru, ruspe ed operai.

La storia ci insegna anche che poi, si cambia idea in fretta. Ricordiamo i contrari all’alta velocità, senza la quale oggi non potremmo fare senza data la comodità di una trasferta centro Roma-Centro Milano in sole tre ore. Bisogna quindi a volte tenere il punto; rispettare le opinioni ma alla fine tirare dritto. Solo facendo si va avanti e anche se si rischia l’errore bene, il rischio bisogna correrlo.

E se una buona parte politica, per mere questioni filosofiche ed elettorali, si mette di traverso ben venga… Gli italiani sono stufi di chi non fa, soprattutto della politica del non fare.

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Andrea Soglio