mario draghi
Conferenza stampa di Mario Draghi a Roma il 2 settembre 2021 (Ansa).
Politica

Draghi tira dritto e non esclude l'obbligo vaccinale

Da ottobre prevista la somministrazione della terza dose ai soggetti fragili.

Nella prima conferenza stampa della nuova stagione, Mario Draghi è salito in cattedra. E lo ha fatto a modo suo: con risposte secche, lapidarie, talvolta sferzanti nella loro eleganza. «Ricordatevi che continuo a comandare io»: oggi come ieri è il testo sottotraccia che emerge dal suo discorso.

In sintesi, si può dire che il vaccino (e solo il vaccino) resta il faro del governo per combattere un'eventuale ripresa dei contagi. Chi si aspettava qualcosa in più, è rimasto deluso. Anzi, l'esecutivo sta preparando una specie di Green pass al cubo: si valuta l'estensione del certificato verde, e il premier ha esplicitamente acconsentito all'obbligatorietà del vaccino e alla terza dose.

Un pugno duro che forse mal si concilia con l'esultanza dei ministri per il buon andamento della campagna vaccinale, che secondo il governo toccherà entro fine mese l'80% di italiani immunizzati. Se le cose stanno andando così bene, e se gli i cittadini si vaccinano con entusiasmo, che motivo c'è di rendere obbligatoria la vaccinazione?

Comunque sia, il premier tira dritto. Condanna senza mezzi termini «l'odiosa violenza vigliacca dei no-vax», sorvolando su quelli che ai no-vax volevano sparare come Fiorenzo Bava Beccaris. Plaude ai giovani che si sono vaccinati, ma senza spendere una parola sui genitori ancora dubbiosi sul vaccino ai bambini. E anche sulle divisioni della maggioranza, Draghi ostenta una superiorità che gli deriva dalla debolezza dei partiti che lo sostengono: «Il governo va avanti, il resto riguarda le forze politiche» dice il premier. Respingendo le critiche soprattutto della Lega, blinda il ministro Luciana Lamorgese e assicura che ci sarà una cabina di regia sul Green pass, ma solo per vidimare le decisioni già prese.

Se su questi temi il governo sfodera i muscoli, sul resto si naviga nella più totale vaghezza. I dettagli sulla ripartenza che si aspettavano con ansia, oggi non sono arrivati. Niente garanzie sul rafforzamento dei trasporti pubblici locali, né sulle condizioni di sicurezza per la ripartenza delle scuole, come sanificazioni e nuove strutture. Nessun cenno alle cure domiciliari anticovid, ai tanto discussi test salivari, ai sistemi di tracciamento dei positivi. Tutte strategie che avrebbero dovuto delinearsi nel corso dell'estate. Forse su questi temi fondamentali ci si aspettava più onestà e chiarezza: quella che peraltro Draghi ha mostrato sui temi economici, ammettendo che gli ultimi dati positivi altro non sono che un semplice rimbalzo dopo il crollo del Pil nei mesi più neri della pandemia.

Il resto della conferenza stampa, come si dice, fa volume: tra pacche sulle spalle di un ministro all'altro, ringraziamenti ridondanti e autocomplimenti. Ma che del doman non vi sia certezza lo testimonia l'ultima battuta di Mario Draghi: «Non sappiamo se qualcosa andrà storto, ma noi ce la stiamo mettendo tutta». Come dire: ci siamo consegnati mani e piedi alla religione vaccinale, abbiamo spinto al massimo il pedale dell'acceleratore. Speriamo solo che dietro l'angolo non ci sia un muro.

I più letti

avatar-icon

Federico Novella