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(Ansa)
Politica

Ed il grillino non eletto vuole restare attaccato al Parlamento

Una voce a Roma racconta di un gruppo di ex parlamentari pentastellati pronti a creare duna società di consulenza per i nuovi parlamentari grillini. Cosa non si fa pur di restare nei palazzi della politica

Non sei stato rieletto? Niente paura: spunta il contratto di consulenza. L’ultima voce che gira nel nuovo parlamento sul destino dei cosiddetti “trombati” del Movimento Cinque Stelle riguarda la raffinata arte che trasforma gli sconfitti in riciclati. La voce che arriva dal Palazzo – non ufficiale, ma proveniente da fonti rispettabili – consiste in questo: alcuni ex grillini usciti sconfitti dal voto stanno per fondare una società di “tutoraggio” per i nuovi eletti. In pratica, i cinque stelle rimasti senza poltrona svolgeranno servizi di consulenza per i cinque stelle che la poltrona ce l’hanno: gli insegneranno come funziona la vita parlamentare, le commissioni, il voto, le trattative e quant’altro.

Immaginiamo che per questo lavoro di docenza verrà riconosciuto un compenso, e ragione vuole che a pagare sarà lo stesso Movimento Cinque Stelle (soldi dei rimborsi elettorali, si presume). In buona sostanza, il partito si starebbe trasformando in un ufficio di collocamento per i suoi stessi ex parlamentari. Una fabbrica di portaborse, detto in maniera spiccia. “Nessuno verrà lasciato indietro”, diceva Giuseppe Conte rispetto alla crisi economica: non immaginavamo che dovesse riferirsi ai suoi stessi iscritti. “Abbiamo abolito la povertà”, si proclamava dal balcone di Palazzo Chigi: quella dei comuni mortali no di sicuro, quella dei parlamentari cinque stelle senz’altro.

Attendiamo i particolari di questo progetto visionario: non sappiamo quale sia la mente geniale dietro questa nuova iniziativa (Di Maio? Toninelli?). E non si capisce cosa possano insegnare i veterani sconfitti ai novizi (visto che non sono stati neanche in grado di farsi rieleggere), ma a voler ben vedere questa iniziativa allo stato embrionale, se davvero verrà alla luce, risponde perfettamente alla natura assistenziale del movimento.

In buona sostanza, ogni parlamentare sarà il “navigator” dell’altro: se il reddito di cittadinanza non ha dato i frutti sperati in termini di occupazione, saremmo di fronte a un nuovo, originale, “reddito di cittadinanza parlamentare”. In attesa di conferme più corpose, non resta che sognare: un’altra vetta di follia che si riteneva inespugnabile sta per essere conquistata.

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Federico Novella