Meloni governo
(Ansa)
Politica

Ita, Mps, Tim, Pnrr. Le partite vinte dal governo

Meloni ed il suo esecutivo si meritano il plauso di aver chiuso partite economico-politiche che l'Italia si trascinava da troppi anni

C’erano grandi partite nella politica industriale italiana, nel confine sottile tra Stato e mercato, che fino ad un anno fa erano irrisolte. In pochi se lo aspettavano per la delicatezza delle operazioni coinvolte ma il governo Meloni è riuscito a chiudere quasi tutte le principali questioni inerenti alla politica industriale. Si pensi al carrozzone di Alitalia poi trasformato in ITA. Anni di governi a trazione Pd e di grandi coalizioni non erano riusciti a compiere una operazione molto semplice: vendere. Cedere la maggioranza delle quote di ITA ad un partner adatto per farla rendere sul mercato internazionale. Sono serviti decine di miliardi dello Stato, indecisioni, marce indietro della politica. Alla fine, con Giorgetti al Ministero dell’Economia, sono arrivati l’accordo con Lufthansa e la cessione progressiva della ex compagnia di bandiera. Se non si metterà di mezzo la poco utile autorità antitrust europea, in pochi anni i tedeschi avranno la maggioranza e lo Stato italiano sarà liberato da ulteriori esborsi per sempre. Nessuno ci era riuscito, il governo Meloni lo ha fatto.

Altra partita fondamentale, Telecom Italia. Anche su Tim il governo ha mantenuto gli impegni, ha individuato un assetto societario nuovo, ha piegato le resistenze del socio francese Vivendi, raggiunto un accordo con il fondo americano KKR sulla rete che tutela la sicurezza nazionale. Dopo anni di sofferenza, indecisione, complessi di inferiorità verso Bollorè da parte dei precedenti governi si va verso una risoluzione in cui lo Stato potrà in prospettiva ripianare gli investimenti e guadagnare.

Terzo moloch, MPS. Giorgetti ha anche qui suonato la carica cedendo al mercato il primo 25% della quota in mano allo Stato. La banca Toscana era stata salvata dopo la crisi del 2010 aggravata dalla gestione disastrosa da parte di manager politicamente vicini al PD. Anche in questo caso, nel corso dei prossimi anni, lo Stato dovrebbe ritirarsi del tutto dalla banca dopo averla risanata. Quando la politica esce da una banca è sempre una buona notizia.

Un’altra buona conduzione, che vede protagonisti Meloni, Fitto e Giorgietti, riguarda il PNRR: nessun problema sulle rate ed un piano migliorato che tiene di più in considerazione i privati, le aziende, la formazione. Meno welfare, meno piccole opere, meno assistenzialismo e più politica industriale. Questi successi non significano che non ci sia ancora molto da fare, c’è ad esempio l’ex ILVA che è una partita complicata da risolvere, dove c’è lo Stato ma in minoranza, e ci sono troppi enti pubblici che si sentono autorizzati a rischiare soldi dei cittadini per salvare aziende poco strategiche. Tuttavia, un governo che come sempre era stato maltrattato dalla stampa internazionale e dall’establishment è riuscito in un anno a risolvere o quantomeno ad iniziare un processo di cambiamento su partite industriali che erano ferme da anni. Tutto nel silenzio delle opposizioni e lontano dai riflettori della stampa. I mercati apprezzano, mentre gli elettori dovranno essere bene informati dai partiti di maggioranza di quanti soldi dei contribuenti sono stati risparmiati.

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Lorenzo Castellani