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(Ansa)
Economia

La verità sulla manovra è che forse non si poteva fare molto di più o di meglio

Approvata ieri la legge di bilancio mostra tutti i limiti contabili del nostro paese attanagliato dallo storico peso del debito

La legge di Bilancio è stata approvata alla Camera con 200 voti favorevoli, 112 contrari e 3 astenuti. Si conclude così l’iter della Manovra 2024 che si conferma essere incentrata sulle classi di reddito medio basse della popolazione. Parliamo di fondi per 28 miliardi di euro di cui 10 destinati al taglio del cuneo fiscale e alla decontribuzione soprattutto per i nuovi assunti e le mamme lavoratrici. Tra gli elementi più discussi troviamo le pensioni dei medici e il superbonus che ha più volte provocato tensioni all’interno della maggioranza dato che Forza Italia, voleva a tutti i costi una proroga del provvedimento. Sul bonus edilizio ieri in Cdm si è trovato un punto di incontro con la creazione di un fondo ad hoc per tutti quei contribuenti che hanno un reddito fino a 15.000 euro e non riescono a finire i lavori di ristrutturazione entro fine anno. Questi potranno avvalersi di un contributo sulle spese sostenute dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024. Sulle pensioni dei medici dei passi avanti sono stati fatti, anche se ritenuti insufficienti dalle associazioni del settore, che hanno già proclamato uno sciopero nel 2024. Il governo ha deciso che non ci saranno tagli alle pensioni di vecchiaia per i medici, gli operatori sanitari, le maestre d’asilo, i dipendenti degli enti locali e gli ufficiali giudiziari. Focus il mondo sanitario è poi stato anche previsto un meccanismo di tutela che, in caso di pensione anticipata, porta ad una decurtazione del trattamento che diminuisce quanto più si ritarda il pensionamento.

Meno tasse, ma non per tutti

Per tutto il 2024 è stato confermato il taglio del cuneo fiscale, per i lavoratori che hanno un reddito fino a 35.000 euro di sei punti percentuale e di sette per i redditi fino a 25.000 euro. La misura deve essere letta insieme alla revisione degli scaglioni Irpef, decreto attuativo approvato ieri dal Cdm, che prevede l’accorpamento dei primi due scaglioni: per i redditi fino a 28.000 l’aliquota fiscale sarà del 23%, dai 28.000,01 a 50.000 euro si passerà al 35% e oltre i 50.000,01 euro si avrà una tassazione del 43%. Il vantaggio maggiore viene dunque concesso ai redditi medio bassi, fino a 28.000, dato che con la precedente suddivisione, l’Irpef era pari al 25%. Con l’attuale modifica l’aliquota si abbassa invece di due punti percentuali. A questo si deve aggiungere il taglio del cuneo fiscale e dunque una busta paga più pesante a fine mese. Sempre focus le fascia meno abbiente, la Manovra conferma il finanziamento per il 2024 della carta “dedicata a te” destinata all’acquisto dei beni di prima necessità e del carburante. Per i primi tre mesi dell’anno prossimo resta inoltre anche il bonus sociale legato al mercato elettrico. Meno bene invece per i redditi superiori a 50.000, 01 dato che, a fronte di un tassazione invariata, il governo ha deciso di tagliare alcune tax expenditure, in modo da evitare che il taglio di due punti percentuali di Irpef, impattasse anche sui redditi medio, alti. E dunque, si è deciso di introdurre introdotto una franchigia di 260 euro per il 2024 per le detrazioni del 19%, escluse le spese mediche e i premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi.

Manovra che ha anche previsto degli incentivi per le imprese che assumono a tempo indeterminato. In generale è prevista una super deduzione del costo di lavoro per chi assume a tempo indeterminato pari al 120%. Questa viene poi maggiorata del 130% se si assumono mamme, under 30, persone con invalidità e percettori del reddito di cittadinanza. Da ricordare come l’Ace viene abrogata alla luce l'entrata in vigore delle nuove agevolazioni per le imprese e delle global minimi tax. Sempre lato aziende è stata prevista la revisione dei fringe benefit che sono stati portati a 2.000 euro per i lavoratori con figli e a 1.000 per tutti gli altri e congedi parentali più lunghi di qualche mese, rispetto ai precedenti, fino al sesto anno di vita del bambino. Infine, è stato anche previsto per le madri lavoratrici, con almeno due figli, una decontribuzione, fino ai 10 anni del più piccolo, se i figli sono due, e dei 18 anni se sono tre. Accanto a queste misure, per supportare l'acquisto della prima casa da parte di giovani coppie, nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, conduttori di alloggi Iacpe e giovani di età inferiore ai 36 anni, sono state introdotte agevolazioni per l’accesso al credito e riconfermate le garanzie mutui.

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Giorgia Pacione Di Bello