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(Ansa)
Politica

L'inchiesta avanza. Soumahoro ci risparmi per un po' lezioni di vita

Guardia di finanza, carabinieri e la Procura alla ricerca di nuovi riscontri sulle accuse di stipendi mancati e lavoro nero nelle due cooperative della moglie e della suocera del parlamentare nuovo paladino dei diritti di migranti

Un bel guaio, una bella macchia su una legislatura in cui era partito in maniera scoppiettante. Sono ormai due giorni che le luci puntate su Aboubakar Soumahoro non sono quelle degli studi tv dove era abituato a pontificare su lavoro, migranti, dignità e diritti dei lavoratori e dei più deboli, ma quelle degli investigatori, che stanno indagando sulle cooperative della sua famiglia. I fatti.

La Procura di Latina ha aperto un’inchiesta a proposito di eventuali irregolarità per due cooperative; Karibu e Consorzio Aid che si occupa di lotta al caporalato, difesa dei diritti dei migranti e servizi di accoglienza per i richiedenti asilo nel territorio pontino.

Non si tratta di due cooperative qualunque perché a gestirle le strutture si sono la moglie e la suocera del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. Si capisce bene che la cosa ha scatenato reazioni di vario tipo dato che Somauhoro ha fatto proprio della legalità il suo cavallo di battaglia e della difesa dei diritti dei più deboli il suo credo.

In una nota, la procura laziale, visto anche l’inevitabile assalto di cronisti, ha chiesto il massimo riserbo ma ha raccontato come le verifiche della Guardia di finanza sono cominciate mesi fa e starebbero verificando eventuali reati di truffa, ad esempio il mancato pagamento degli stipendi, come avrebbero denunciato una trentina di lavoratori. Altro materiale sarebbe stato invece raccolto dai carabinieri all’esterno di una delle cooperative durante un trasloco.

Dalle parole raccolte da alcuni sindacati emerge che le prime denunce sono arrivate da una decina di lavoratori (tra cui alcune donne); a quel punto altri hanno trovato coraggio di raccontare e così si è arrivati a 26 casi (tra cui due lavoratori senza contratto, in nero). Gli stipendi sarebbero stati in ritardo non di poco, almeno di 12 mesi, ma per alcuni anche di un anno e mezzo e più.

Somauhoro ha parlato di fango e minacciato querele, spiegando come lui non abbia nulla a che fare con le due cooperative.


La suocera oggi invece in una nota ha spiegato che i mancati pagamenti sarebbero legati ai crediti non riscossi con lo Stato: «Sono state poste in essere le azioni necessarie per procedere alla riscossione dei crediti che la Cooperativa vanta nei confronti della pubblica committenza, anche per attività già rendicontata, ciò nel tentativo di soddisfare le posizioni debitorie nei confronti dei lavoratori».

Tra i cronisti che stanno seguendo la vicenda (indubbiamente succosa e curiosa) c’è la convinzione che ci saranno novità, forse interrogatori, nuovi controlli e perquisizioni.

Tutto questo per dire che siamo solo all’inizio di questa inchiesta e che la parola fine arriverà tra molto tempo. Ma la macchia resta perché, come ammesso dalla stessa suocera del parlamentare, ci sono state decine di persone non pagate per il loro lavoro.

Soumahoro si è presentato alla prima seduta indossando gli stivali degli agricoltori; un segnale a uso e consumo dei fotografi (e per certi versi poco rispettoso verso il Parlamento) che oggi gli si ritorce contro. In questo primo mese di legislatura la stampa di sinistra lo ha subito elevato a uomo immagine, a simbolo di onestà, legalità, uguaglianza.

Di sicuro oggi, e per un po’, gli sarà difficile poter dare lezioni alla maggioranza di governo dato che non è riuscito a far capire le stesse cose in casa propria.

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Andrea Soglio