I migranti fantasma sbarcati dalla Gregoretti
(Ansa)
Politica

I migranti fantasma sbarcati dalla Gregoretti

Salvini rischia il processo per aver sequestrato persone di cui oggi non si sa nulla. Dove sono finiti i migranti italiani della Gregoretti?

Salvini rischia il processo per avere sequestrato 116 migranti che si trovavano a bordo della nave Gregoretti. L'attenzione dei media oggi è concentrata su questo, ma abbiamo provato a scoprire dove siano finiti questi migranti. Perché, dopo essere sbarcati tra gli applausi di molti, politici compresi, al grido di #restiamoumani la loro odissea non era per nulla finita. Una volta a terra infatti sono stati per mesi "ostaggio" della burocrazia e delle fallimentari politiche di accoglienza.

La storia

Era il 25 luglio 2019 quando la nave della guardia costiera Gregoretti recupera al largo di Lampedusa circa 140 migranti salvati da una motovedetta della Guardia di Finanza. Ormeggiati al molo NATO di Augusta il 29 luglio 15 minori vengono fatti scendere; per gli altri arriva il No del ministro Salvini. Solo dopo 6 giorni di blocco e di polemiche politiche viene dato l'ok allo sbarco dopo che alcuni paesi europei avevano dato la loro disponibilità ad accogliere la maggior parte dei migranti.

Dopo lo sbarco

Toccato il suolo italiano sono stati affidati all'hotspot di Pozzallo per una redistribuzione tra Francia, Germania, Portogallo, Lussemburgo e Irlanda; cinquanta di loro invece erano destinati a restare in Italia.

I tedeschi, pochi giorni dopo, facevano sapere che stando alle loro verifiche tra gli sbarcati ci sarebbero state delle persone, inizialmente una dozzina, poi diventati 6, ritenuti "pericolosi per la sicurezza".

Per quanto riguarda le persone destinate a restare in Italia si fece avanti la Cei assieme alla Caritas. Oliviero Forti, responsabile Immigrazione di Caritas Italiana però ci racconta un'altra storia: "La Cei ha stretto un protocollo Istituzionale con il Ministero dell'Interno ma di fatto è il ministero che li ha presi in carico. Nei nostri centri non sono mai arrivati e oggi non so dove siano."

Si è parlato anche di un loro trasferimento in provincia di Roma a Rocca di Papa nel centro di accoglienza "Mondo Migliore" Contattati anche loro ci hanno fatto sapere che non sono mai arrivati.

Dopo una serie di ricerche è il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna a ricostruire i primi mesi dell'arrivo dei migranti della Gregoretti nella sua città. "I 116 migranti della nave Gregoretti sono arrivati da Augusta all'hotspot di Pozzallo a luglio del 2019 e sono rimasti fino a dicembre per poi essere ridistribuiti nei vari paesi europei. Quella che doveva essere un breve permanenza si è protratta invece per diversi mesi. Un tempo molto lungo dove i rifugiati vagavano in giro per la città in attesa di essere ricollocati, alla faccia delle riforme sull'immigrazione. Gli hotspot non sono centri di accoglienza. Le condizioni interne igienico sanitarie sono quelle che sono. Basti pensare che il massimo della capienza è di 200 posti; quando c'erano gli sbarcati dalla Gregoretti erano più di 300, con tutte le problematiche del caso che potete bene immaginare. C'erano dei minori non accompagnati che di norma non vengono ridistribuiti nelle città europee ma restano in Italia collocati in dei centri di accoglienza. Da qui comunque sono usciti a fine 2019. Oggi non so dove siano trovino adesso questi bambini e nemmeno i migranti della Gregoretti. Io sono per l'accoglienza ma nella legalità".

La gestione è nelle mani di Prefettura e Ministero degli Interni. Interpellato sul tema il Viminale non ci ha ancora fatto pervenire una risposta ufficiale; ambienti di Polizia in giro per l'Italia raccontano di avvistamenti in diverse località. Uno di questi ci porta a Ventimiglia, dall'altra parte del paese, confine con la Francia, dove stavano cercando di passare prima di essere stati fermati e respinti dalla gendarmeria transalpina. Segnalazioni di avvistamenti arrivano anche dalla Lombardia.

Di certezze quindi al momento non ce ne sono. Fantasmi, in giro per l'Italia

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Linda Di Benedetto