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(Ansa)
Politica

La verità sulla Lombardia e le Ztl comuniste (col Rolex)

Il grande successo di Fontana smentisce due anni di accuse sulla gestione della pandemia e mostra un Pd che fa presa solo nei circoli radical-chic del centro

Dopo 24 ore di riflessione e guardando bene tutti i dati, il voto delle Regionali di ieri e domenica in Lombardia lascia due considerazioni utili per tutti: politici, commentatori, elettori. Per la prima serve un piccolo salto nel passato.

Erano le settimane della prima ondata della pandemia; giorni in cui le notizie in arrivo da Alzano Lombardo, Codogno, Nembro entravano nelle nostre case con tutto il dolore ed il dramma possibile. Erano le settimane in cui ogni giorno nel bollettino dei contagi ci raccontavano che «la Lombardia ha il maggior numero di casi di positività e di decessi». Erano le settimane delle accuse, pesanti e violente, contro l'allora assessore alla Sanità, Gallera, contro il Governatore Fontana (compresa la scena famosa della mascherina che anche ieri circolava sui social con commenti del tipo «vi siete votati questo? Bravi coglioni...»). Insomma: la Lombardia era non solo presentata come la regione più a rischio d'Italia, ma forse del mondo con una sanità fallimentare, una gestione fallimentare dell'emergenza. Compreso l'ospedale nato in Fiera fatto di soli posti di terapia intensiva. Ricordiamo tutti l'ironia per il suo scarso utilizzo nella prima ondata (ci volle tempo per costruirlo); poi mesi dopo, arrivò la seconda onda e quei letti salvarono centinaia di vite umane, sotto un silenzio colpevole. Si sa, attaccare e infangare (soprattutto se c'è dimezzo il centrodestra) è più semplice che ringraziare e scusarsi.

Nessuno poi raccontava che positivi e decessi erano la logica e matematica conseguenza dell'elevato numero della popolazione della regione e, facendo un semplice rapporto tra casi ed abitanti si sarebbe scoperto che altrove la situazione era in realtà più pesante.

La propaganda però non ha attecchito. Il fango non è rimasto nella testa della gente. Ieri a Codogno, Nembro e Alzano Lombardo il centrodestra non solo ha vinto ma è anche cresciuto nelle urne rispetto alle politiche dello scorso settembre. I casi sono due: o la gente è così stupida da votare quelli che per alcuni sarebbero addirittura i responsabili della fila delle bare di Bergamo oppure la verità è un'altra cosa rispetto a quello che per mesi hanno raccontato. Che la Lombardia ha commesso si degli errori, come tutti, davanti ad uno tsunami inatteso e misterioso. Poi però ha saputo come pochi altri rialzarsi e correggere la rotta come dimostrato dalla gestione della campagna vaccinale.

Anche per questo ieri Fontana ha stravinto. Non dappertutto, però. Ci sono tre luoghi dove il Pd ha vinto, ha preso più voti degli altri: stiamo parlando di Milano, Monza, Bergamo. Anzi; a ben guardare i dati parliamo più precisamente del centro delle tre grandi città. Insomma: il Pd da partito degli operai è diventato il partito della Ztl. Quelle zone da 8 mila euro al mq dove vive, inutile dirlo, gente che certe cose se le può permettere. A loro il messaggio politico (quale?) del Pd arriva forte e chiaro.

Non è una novità, come dimostra il successo alle comunali di Beppe Sala o di Giorgio Gori (a Bergamo) quest'ultimo sconfitto proprio alle regionali da Fontana di 5 anni fa. Perché un conto è parlare e raccogliere l'appoggio di quelli come te, che vivono nel tuo stesso quartiere (e che sono una minoranza). Quando poi devi uscire dal tuo Circolo le cose vanno in maniera diversa.

Ieri, durante lo spoglio, mentre litigava via social con Calenda, Gori ha proposto l'unione di tutte le forze contro la destra (ancora, dopo 30 anni, ancora con questa idea politica...); siamo curiosi di vedere come riusciranno a far comunicare l'elité dei salotti bene del centro con gli adepti del Reddito di Cittadinanza ad ogni costo e che in Lombardia hanno preso il 3%.

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Andrea Soglio