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(Ansa)
Politica

Dietro il duello saltato Meloni-Schlein i mali dell'Italia

Invidie televisive, invidie politiche, un'autorità a cui appellarsi, uno spettacolo indecente

Ci sono cose che da sole raccontano l’Italia nella sua totalità, soprattutto nei suoi difetti. Ne è caso emblematico la vicenda del «faccia-a-faccia» Schlein-Meloni. Una storia in cui c’è dentro davvero di tutto, del mondo politico ma non solo. Perché ci sono tutte le piccolezze ed i problemi con cui ognuno di noi ha a che fare, ogni giorno.

La vicenda è di facile riassunto; dato che anche questa campagna elettorale interessa agli italiani meno dell’inno nazionale cantano male da Al Bano i grandi pensatori da settimane chiedono lo scontro tra il presidente del Consiglio ed il leader dell’opposizione. Dopo un lungo dibattito arriva il comunicato: si farà, da Bruno Vespa. Da quel momento la tempesta.

Tralasciamo quelli che hanno detto che Vespa non sia super partes e quindi era il conduttore sbagliato, da quel momento c’è stata una mobilitazione a 360° per far saltare il tutto.

A partire dalla Rai stessa dove il partito di chi voleva essere al posto dello storico conduttore di Porta a Porta avrebbero fatto di tutto per disseminare di mine ed ostacoli il percorso. Invidie analoghe (e più comprensibili) delle altre televisioni che già stavano pensando a cosa mandare in onda contro il duello in prima serata tra le due. Si ipotizzava la milionesima proiezione di Pretty Woman sulla Rai, Don Camillo e l’Onorevole Peppone su Mediaset, un documentario sui pinguini su La7, ed il meglio di Morgan ad X Factor su Sky.

Non parliamo poi dei politici.

Gli esclusi si sono appellati alla madre di tutte le scuse: la Par Condicio. Una legge creata 30 anni fa contro Silvio Berlusconi in un mondo dell’informazione e della comunicazione 3 ere geologiche più indietro rispetto all’oggi. All’epoca avevamo i telefonini con gli sms a pagamento, oggi c’è l’intelligenza artificiale. Ma la legge resta, ridicola allora, figuratevi oggi dove oltre ad essere sbagliata è proprio fuori dal tempo. Stupisce ancor di più quindi che tra chi si è schierato contro il faccia a faccia ci sia anche Forza Italia che per decenni ha attaccato la regola del «tutti devono avere pari considerazione in tv durante la campagna elettorale». Si perché alla fine, come in ogni cosa, si è andati davanti ad un giudice.

Perché per ogni cosa in Italia c’è un giudice a cui ricorrere: Tar, Tribunali Civili, Corte di Giustizia dell’Aja, l’Onu, la giustizia sportiva e perché no, anche quella del Vaticano, va tutto bene: l’importante è trovare chi possa «nel nome della Legge» fermare questo o quello. Si fermano così le opere dello Stato ma si fermano anche le piccolezze da condominio (la tenda del vicino, la veranda al piano di sopra, la griglia di chi sta al piano terra con giardino); siamo il Paese del ricorso, nel 99% dei casi semplicemente per invidia.

Così si è chiesta udienza all’Agcom che ha deliberato: serve una votazione a maggioranza tra gli 8 schieramenti politici che saranno presenti sulla scheda elettorale. E votazione fu; 4 i favorevoli (Pd, FdI, Lega ed Italia Viva con Renzi ancora d’accordo con Giorgia Meloni… fanno notare malignamente a Roma in molti), 4 i contrari (M5S, Forza Italia, Azione e sinistra). Risultato: niente maggioranza, niente duello..

Un ultima notazione. Tutti i politici favorevoli allo scontro in prima serata Meloni-Schlein stanno raccontando che si è persa un’occasione storica «perché per la prima volta si sarebbero affrontate due donne…», come se il nodo centrale fosse quello e non le due visioni d’Europa e della politica internazionale. Resto dell’idea che la parità, di qualsiasi tipo si tratti, la si sarà ottenuta quando ad esempio il genere maschile o femminile (come in questo caso) non sia «una notizia» se non addirittura «La Notizia» ma una cosa da non dover neanche sottolineare.

Così il 23 maggio rischiamo di sorbirci una mega diretta a reti unificate con tutti gli 8 contendenti, con un conduttore per tv nazionale, ed anche la Var per controllare la durata degli interventi. Per fortuna ci sono i canali streaming dove trovare Pretty Woman…

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Andrea Soglio