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(Ansa)
Politica

Dov'è finito Di Maio, lo "Special One" della Ue per il mondo arabo?

Bruxelles assente, ancora, sullo scacchiere internazionale nelle ore dell'attacco iraniano ad Israele. Eppure abbiamo anche il Rappresentate Speciale...

Sabato sera il mondo ha temuto la Terza Guerra Mondiale. L’attacco (annunciato ma pur sempre violento e pericoloso) dell’Iran ad Israele con 170 droni e 150 missili ci ha portato davvero ad un passo da qualcosa di inimmaginabile. Sono state ore frenetiche per le diplomazie di tutto il mondo fino alla quiete chissà quanto solida e duratura di oggi. Abbiamo visto Biden dopo tanto tempo dare le carte, convincere Netanyahu ad evitare reazioni violente ed immediate, a capire che in realtà l’aver annientato il 99% dei mezzi partiti da Teheran è un successo e soprattutto è vendibile come tale alla propria popolazione.

Quello che non abbiamo visto è stata l’Europa, assente sullo scacchiere internazionale per l’ennesima volta. Certo, in volo si sono alzati caccia francesi, decollati però su iniziativa privata dopo aver ricevuto richiesta di aiuto e collaborazione dal Re di Giordania e lo stesso hanno fatto gli aerei del Regno Unito, uscito dalla Ue da tempo. In contemporanea Giorgia Meloni convocava una riunione urgente del G7 e lo stesso faceva l’Onu (24 ore dopo l’attacco, tanto c’è tempo, vero???).

Nulla, dall’Europa il nulla, il vuoto, l’impotenza assoluta. Eppure…

Eppure da pochi mesi per la prima volta esiste una figura centrale di raccordo tra il mondo arabo e Bruxelles; un Rappresentante Speciale per il Golfo Persico. Speciale, avete capito bene, non uno comune, uno speciale: Luigi Di Maio. La sua nomina scatenò non poche polemiche. I danni e le magre figure fatte da Ministro degli esteri fecero sorgere più di un brusio al momento dell’indicazione del suo nome. Ma tutto alla fine andò come il palazzo con i suoi criteri aveva deciso.

Da quel giorno Di Maio incontra, viaggia, stringe mani, tesse relazioni. Un lavoro che sarà anche preziosissimo ma difficile da quantificare e monetizzare. Ma è evidente che nelle ore successive dall’attacco con droni, missili e jet impegnate a scontrarsi nella sua area di competenza il Rappresentante Speciale si è rivelato poco o per nulla utile. Si è limitato ad un comunicato stampa ieri ed oggi ad una comparsata tv con la seguente analisi della situazione.

«Nessuno ha interesse a far scoppiare una vera guerra in Medio Oriente, ma quello che si teme di più, ed è per questo che noi come Unione Europea stiamo lavorando da prima del 7 ottobre, per creare delle relazioni nella regione molto più forti, quello che si teme di più è l’incidente, qualcosa di non previsto: quello su cui lavoriamo è cercare di tessere relazioni soprattutto con quei paesi, soprattutto arabi moderati che hanno interesse come noi ad abbassare le tensioni con degli accordi…»

Mi permetto di avvisare i potenti di Bruxelles che i nostri collaboratori di esteri e difesa, Stefano Piazza, Luciano Tirinnanzi, Stefano Graziosi e Sergio Barlocchetti sono molto, ma molto, ma molto più profondi, interessanti, preparati. Semmai servisse un aiuto...

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Andrea Soglio