30 giorni al voto, con la sinistra che attacca su tutto, senza proporre nulla
Politica

30 giorni al voto, con la sinistra che attacca su tutto, senza proporre nulla

Mancano 4 settimane di campagna elettorale e, contro agli inviti di molti (Draghi compreso), soprattutto a sinistra, si lancia un allarme al giorno

25 agosto - 25 settembre. Manca un mese esatto al voto, soprattutto alla fine di questa pessima (fino ad oggi) campagna elettorale. E purtroppo la sensazione ci porta a dire che le cose peggioreranno invece che migliorare. Eppure la situazione complessiva dovrebbe consigliare a tutti maggiore calma e lucidità, oltre che sobrietà.

La gente infatti proprio in questi giorni sta rientrando dalle ferie e lo stato d’animo è già di per se sul negativo andante. In più ci sono veri disastri all’orizzonte. Se continua così infatti il gas diventerà cosa più preziosa dell’oro e l’inverno sarà freddo dal punto di vista del riscaldamento e non solo per case ed aziende italiane.

C’è l’inflazione che galoppa, anche se altri paesi stanno peggio di noi, c’è la guerra ormai infinita e un po’ dimenticata in Ucraina.

Ma la politica, soprattutto una parte della politica, di tutto questo sembra non accorgersene. Lo dimostra il fatto che malgrado ieri tutti abbiano applaudito il discorso di Draghi al Meeting di Rimini oggi nessuno ha fatto suoi gli appelli alla positività del premier, quel «L’Italia ce la farà, con qualsiasi governo ci sarà…». Oggi soprattutto a sinistra risuonano alte le sirene d’allarme.

Per un mese lo spauracchio era il fascismo, la destra. La distrazione che ci troviamo davanti alla più grande bufala della politica attuale la dà il fatto che Casa Pound, vero movimento politico di estrema destra, non è riuscita a raccogliere le 36 mila firme necessarie per presentarsi davanti agli elettori; 36 mila… Quella che doveva essere l’onda fascista non è manco un bicchiere d’acqua che cade a tavola.

Poi venne anche Chiara Ferragni, e la certezza di un’Italia a guida Meloni dove l’aborto sarà impossibile.

Ma oggi ecco tutti pronti a raccogliere e sventolare l’immancabile articolo del Financial Times che preannuncia la catastrofe economica per il nostro paese: «Gli Hedge Fund stanno preparando la più grande scommessa contro il debito italiano», ovviamente se ci sarà un governo di centrodestra. «Nessuno investirà più da noi…» è il grido di allarme che si leva da sinistra. Al di là del fatto che il Financial Times non è nuovo a campagne di terrorismo mediatico nei confronti del nostro paese, vanno ricordate altre parole di Draghi ieri, al Meeting di Rimini: «La nostra economia va meglio rispetto a quella di altri paesi». Posizione, sul tema degli Hedge Fund, confermata anche da Gianclaudio Torlizzi, uno dei massimi esperti del settore: «L'allarme del Financial Times sugli Hedge Fund che starebbero preparando la più grande scommessa contro il debito italiano dal 2008 non va sottovalutato. Ma credo ci sia l'interesse da parte di alcuni ambienti di catalizzare l'attenzione sull'Italia quando, invece, le criticità riguardano anche altri paesi europei, la Germania in primis, la cui bilancia commerciale è passata in negativo per la prima volta dal 1990 a causa della crisi energetica».

E, a proposito di energia, da notare come sempre da sinistra sia stata fatta passare sotto silenzio la critica di Draghi sulle scelte sbagliate nei governi degli ultimi 25 anni e nel dettaglio parliamo di 11 governi a guida Pd, 3 Berlusconi ed il Conte 1 giallo verde.

Si va comunque avanti, con le immancabili frasi del giorno. C’è Calenda che chiede di sospendere per il caro gas la campagna elettorale (ricordato al leader di azione che il Governo è ancora in carica e può intervenire sul tema). C’è Fratoianni che chiede la patrimoniale non solo sulle successioni, ma su tutti i grandi patrimoni. C’è Letta che dice «la partita è tra me e la Meloni» e Renzi che invece spiega agli italiani come in realtà i due «fingono solo di litigare». Un’insalatona condita con le immancabili polemiche sulla par condicio, legge nata quasi 25 anni fa, contro la discesa in campo di Silvio Berlusconi, e che forse oggi, nell’era dei social non limitabili, ha davvero poco senso.

Manca un mese al voto; è troppo chiedere alla politica di non renderci troppo pesante questo conto alla rovescia?

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Andrea Soglio