donatella di cesare
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Politica

La nostalgia per la Balzerani della docente ed opinionista Donatella Di Cesare

Famosa per le frasi «particolari» nelle sue apparizioni tv la filosofa e scrittrice posta sui social un pensiero per la morte della terrorista delle Brigate Rossa mai pentita

La televisione ci bombarda dalla mattina alla sera con opinionisti che si occupano chi di materie specifiche chi di tutto lo scibile umano. E passano così spesso da essere diventati dei piccoli-grandi personaggi. Ce ne sono di tutti i tipi e di tutte le idee, inutile fare nomi tanto se siete un minimo appassionati di politica o cronaca li conoscete benissimo.

Le opinioni sono tutte rispettabili, anche quelle che sono lontanissime da me. Quello che però credo sia giusto sapere è la storia e la preparazione di queste persone, così da darci modo di poter valutare con più elementi a disposizione le loro idee, sapere da dove partono, da che pensiero e cultura arrivano.

Ce ne dà perfetta occasione Donatella Di Cesare, la professoressa Di Cesare, filosofa, editorialista e saggista, professore ordinario di filosofia teoretica all’Università La Sapienza, di Roma che ieri sui suoi social ha postato una foto con ricordo e decida per la morte di Barbara Balzarani: «La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna».

Barbara Balzarani, morta ieri, è stata una delle figure centrali della Brigate Rosse, protagonista degli anni di piombo che hanno insanguinato la vita del nostro paese per un decennio. Barbara Balzarani ha partecipato materialmente a diversi omicidi firmati dalle Br, compreso quello di Girolamo MInervini; partecipò attivamente anche all’agguato di via Fano ed al sequestro di Aldo Moro oltre che al rapimento del generale Dozier. venne soprannominata «Primula Rossa» data la sua lunga latitanza terminata nel 1985. Non si è mai pentita, non ha mai rinnegato la lotta armata; si limitò nel 1993 a dichiarare di «provare rammarico per i tanti che furono colpiti dal terrorismo…».

Ecco chi era la compagna Luna, come la chiama la Di Cesare. La tua rivoluzione è la mia, soverchiare lo Stato, annientarlo, magari non uccidendo, non sparando ma le idee dell’una erano e sono le idee dell’altra.

La professoressa Di Cesare voleva un altro Stato, non quello democraticamente esistente 50 anni fa, ne voleva un altro… Oggi la sentiamo dire cose del tipo:

«Se penso al caso di Iolanda Apostolico mi viene in mente la Stasi, la polizia della Germania Est». Ricordiamo che la Apostolico è il magistrato che ha di fatto cancellato i decreti migranti del governo e che aveva partecipati in prima fila a manifestazioni contro la Polizia.

Nei giorni della morte di Berlusconi disse: «Con lui le donne sono state in disparte e non hanno avuto uno spazio pubblico se non come veline». Immancabile una frase sulla guerra in Ucraina: «Sono stanca di questa russofobia di cui non si parla. Nell’Europa che mi sono sempre immaginata la Russia ha fatto parte, parte integrante della civiltà occidentale e della cultura europea». Sul ministro Lollobrigida: «Il mito della sostituzione etnica, un complottassimo, è il cuore dell’hitlerismo. le parole del ministro non sono uno scivolone perché ha parlato da governatore neo hitleriano».

Potremmo andare avanti con altre frasi ad effetto che sul web trovate in comodi cataloghi.

Opinioni, lo ripetiamo, perfettamente lecite che partono però da idee proprie anche da esponenti delle Brigate Rosse. Lo ha detto lei stessa.

Ps. In pochi minuti il post è diventato virale e così la filosofa-docente-scrittrice e chi più ne ha, più ne metta, lo ha cancellato. Non perché non pensi quelle cose ma forse perché se ne vergogna o le ritiene dannose per le sue prossime comparsate tv pubbliche.

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Andrea Soglio