Denunce Molestie sessuali agenzie pubblicitarie, We are Social
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We Are Social nella bufera per alcuni casi di presunte molestie sessuali

Le nuove accuse raccontano l’esistenza di una chat dove si commentavano le ragazze assunte. La società si difende

Arrivano nuove denunce di molestie sessuali nelle agenzie pubblicitarie. In particolare è tornata al centro delle polemiche una vicenda di molestie sessuali e di genere sul lavoro risalente a qualche anno fa. Alcune dipendenti scoprono l'esistenza, fra il 2016 e il 2017, di una chat denominata "La Chat degli 80": una chat su Skype in cui i dipendenti maschi della sede italiana di una importante agenzia creativa e pubblicitaria, We Are Social, si scambiavano commenti sessisti, apprezzamenti pesanti e vere e proprie offese rivolte alle colleghe. L'azienda ha deciso di trattare la questione internamente: la chat è stata chiusa e sono stati creati incontri ad hoc sul tema dell'inclusione e della diversità. Nessuno è stato licenziato.

E proprio in questi giorni, mentre si accende la polemica su un altro direttore creativo (colpevole di aver avanzato richieste sessuali ad una collega all'interno di un'altra azienda pubblicitaria per assicurarle una carriera lavorativa) accusato da Guastini, uno dei soci fondatori di We Are Social ha deciso di commentare un post sul suo Facebook ammettendo l'esistenza di quella chat. Inoltre, a riportare il caso al centro della cronaca sono oggi alcune interviste ad ex dipendenti della sede italiana di We Are Social, che hanno rivelato una serie di particolari sul contenuto della chat e sul clima all’interno dell’agenzia. «Era un ambiente molto machista – ha raccontato per esempio Mario Leopoldo Scrima -, oserei dire liceale con molti comportamenti da bulletto e da cricca». E sulla chat ha rilevato: «Era una chat in cui c'erano solo i maschi di quella agenzia. Dai direttori ai nuovi arrivati [...]. Ed era una chat in cui ci scambiavamo un impressionante numero di messaggi in orario e sul posto di lavoro. [...] Era naturale che tutti i maschi vi partecipassero. Solo che l'argomento era monotematico: il sesso e i corpi delle nostre colleghe», ha spiegato il professionista.

La replica di We Are Social

In relazione alle notizie apparse a mezzo stampa - relative a fatti risalenti al periodo compreso tra il 2016-2017 - We Are Social condanna, da sempre, qualsiasi forma di discriminazione e atteggiamenti inappropriati.


We Are Social è da sempre impegnata nel creare un ambiente di lavoro sano e inclusivo. La società, nel corso degli anni, ha messo in atto numerose iniziative con partner qualificati affinché il benessere e la tutela delle persone siano al primo posto.

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Francesca Catino