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(Ansa)
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Viaggio a Mazara del Vallo dove, in silenzio, tutti parlano del prossimo Matteo Messina Denaro

Tra le chiacchiere del paese dove il super latitante si è nascosto, dove tutti sanno che è molto malato e dove tutti parlano del prossimo Capo dei Capi

La Sicilia occidentale è una grande scoperta nel solco di avventure in bici, a cavallo e a piedi. Da Trapani a Mazara del Vallo, la via dei tramonti si perde nel mare sotto il segno delle isole Egadi. Ma nel bel mezzo di “cotanta bellezza” risalta la forza dei ragazzi, espressione del cambiamento, ma anche di una paura ancestrale: il grande ritorno della mafia. Tutti sanno che il capo dei capi, Matteo Messina Denaro, sta molto male. Le voci dei giovani sull’argomento sono incalzanti e appassionate, molto più di quelle degli adulti, che invece preferiscono parlare di altro, mentre le istituzioni portano avanti progetti per risollevare l’immagine dei luoghi siciliani duramente provati dai recenti incendi e dall’arresto del boss.

I giovani in coro si preoccupano del loro futuro e di quello della bella Sicilia. Ci tengono a valorizzare il territorio anche perché è evidente l’esplosione del settore turistico. Sono colti, ma a volte sono costretti a fare lavori umili che non corrispondono esattamente alle loro competenze. E adesso che tutti sanno che Matteo Messina Denaro sta molto male, la preoccupazione aumenta. Abbiamo raccolto le voci di Francesco, Luigi, Stefano, Rosalia, Sofia affidate alla portavoce Olga per capire il loro stato d’animo e cosa realmente succede oltre la bellezza incontaminata dei paesaggi, delle saline, dei fenicotteri e dei mulini immutati nel tempo che una volta macinavano il sale.

“Anche le pietre sanno che in questo periodo Mattia Messina Denaro sta molto male, ma tra noi non se ne parla, eppure lo sanno tutti. Ecco, ne parla soltanto chi si interessa di politica o di mafia. Quando Messina Denaro è stato arrestato, abbiamo pensato di esserci liberati un po’ della mafia. Diciamo, che abbiamo pensato subito di esserci liberati di lui.

Però, contemporaneamente è nato il sospetto che Messina Denaro avesse deciso di farsi prendere (alla voce di Olga si sovrappone quella di Stefano per rinforzare la teoria). Probabilmente, in carcere sarebbe stato più al sicuro e curato meglio che a casa. Questo è paradossale, ma l’abbiamo pensato tutti e lo pensiamo ancora”.

E adesso che il boss dei boss sta male cosa pensi?

“Dispiace. Giustamente, ci dispiace perché è pur sempre una persona. Ma, se una persona è cattiva perché ha fatto brutte cose ed è dalla parte della mafia, non dico che siamo contenti, ma quasi”.

Esiste già un successore di Messina Denaro?

Sì. Lo penso. Mi hanno detto che, ma quello che sto per dire è ben raccontato nei film, di solito c’è sempre un vice boss.

Certo, lui qui c’era. Diciamo che si conosceva il tipo, sapevamo com’era. Adesso, non sappiamo niente del successore. Ma tutti già sappiamo che ci sarà.

Secondo te quando conoscerete il nome del successore di Matteo Messina Denaro?

Dipende da “loro”. Può essere che sapremo tutto tra poco, come può essere che sapremo tutto dopo. Però si saprà.

Hai paura?

Sì. Quando non si conosce qualcosa si ha sempre paura. E’ esattamente come quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Inizialmente, tutti avevamo paura. Poi la paura è diventata normalità e adesso non interessa quasi più a nessuno.

La gente pensa che fino a quando l’Italia non viene toccata, pur sapendo che la guerra porta lutti e morte, l’argomento non è importante e interessa soltanto a chi studia il tema per politica o per passione. Stessa cosa vale per la mafia. Noi ragazzi vogliamo che la bellezza dei territori emerga perché qui si sta davvero bene. Se la gente arriva da noi, l’economia si rinforza e sarà più facile viverci e trovare lavoro. Puntiamo a questo”.

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Rosita Stella Brienza

Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università Lumsa di Roma; Master in Business e Comunicazione all'Istao di Ancona. Giornalista dal 2008 per Repubblica, La Nuova del Sud e Panorama.it. Dal 2015 collaboratrice a Radio Laser

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