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(Ansa)
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Ecco come «l'attività solare» ci ha regalato un aprile invernale (e liberato dalla paura della siccità)

Temperature da fine febbraio accompagnate da acqua e neve abbondante. Il mese che va a chiudersi è stato tra i più freddi di sempre e non per colpa del cambiamento climatico

I laghi lombardi hanno acqua sopra i livelli medi come non si vedeva da qualche anno; si scia nel centro Italia a fine aprile e anche fino si primi di maggio in alcune località del nord. Ci sono comuni alpini nei quali la tanta neve, come non si vedeva da tempo, comincia a costituire un problema. Insomma l'Italia non è certo un Paese dalla siccità cronica, semmai, ma questa è da sempre una questione d'incapacità, nel Bel Paese siamo finora abbiamo gestito in modo pessimo le risorse idriche, a cominciare da una Sicilia che perde oltre la metà dell'acqua che madre natura le regala: 52%, almeno secondo il Masaf (Ministero dell'Agricoltura, del Made in Italy e della sovranità alimentare). Ricordiamo poi tutti le cassandre – rigorosamente schierate a sinistra – sugli effetti dei cambiamenti climatici, con continui tentativi di lavaggio del cervello sul fatto che se non piove è colpa dell'umanità e se piove anche, perché lo fa all'improvviso e in abbondanza. Salvo poi tacere quando, come accade in questi giorni soprattutto al nord, le precipitazioni sono poche in termini di millimetri l'ora ma quasi continue, con un marzo che è stato davvero pazzerello e un aprile all'insegna dell'alternanza con giorni di caldo africano capitata tra un mese di clima invernale. Ovvero: nel 2024 c'è stata la ricomparsa di quella che un tempo si chiamava mezza stagione, con la gente che ha tirato fuori dagli armadi magliette e calzoncini ma non ha ancora riposto maglioni e piumini. Se poi guardiamo all'aprile 2024, per trovarne uno molto simile occorre tornare indietro fino al 1969, quando anche maggio fu decisamente molto freddo e, attorno al giorno 22, Milano registrò una minima di 6°C.

Vero è che tra il 2016 e il 2021 i “picchi meteoclimatici”, che poi sono i valori record, sono aumentati in quasi tutti i capoluoghi di provincia, come pubblica l'Istituto nazionale di Statistica: nel 2021 in media i giorni estivi sono stati 120 (+4 rispetto al periodo 2006-2015) e 44 le notti tropicali (+6 sul decennio osservato). L’aumento delle notti tropicali interessa 84 città, in particolare Oristano (+40), Catania e Siracusa (+28), Cagliari, Brindisi e Enna (+23). Per i Capoluoghi di Regione, i giorni estivi (in media 114 nel 2021), segnano un’anomalia rispetto al periodo 1981-2010 di circa +13 giorni, mentre le notti tropicali (salite a 54), mostrano anomalie più alte per Napoli (+37 notti), Milano (+34), Roma (+24) e Cagliari (+23). In modo del tutto coerente, l'Istat ci ricorda che la precipitazione totale annua dei 109 Capoluoghi di Provincia, in media pari a 746 mm, segna un calo di -119,4 mm sul valore medio 2006-2015. C'è però un fatto che sovente viene sottaciuto: gli stessi anni hanno visto un grande aumento dell'attività solare e andando a guardare il passato, questo fenomeno è sempre accaduto e puntualmente è stato registrato anche se non c'erano satelliti fatti apposta per dimostrare l'aumento della temperatura media, come l'europeo Copernicus. Ma quindi il cambiamento climatico è davvero quasi totalmente dovuto al Sole? Abbiamo una certezza: questi periodi sono ciclici e ci sono scienziati che già prevedono una riduzione del calore entro il 2030, proprio a causa della riduzione dell'attività della nostra stella.

Lo studio è quello dell'istituto britannico Met Office – riportato qualche giorno fa dal Daily Mail – e descrive la prossima diminuzione dell'attività solare, un po' come registrarono i loro predecessori definendo il ciclo “minimo di Maunder”, ovvero l'intervallo tra il 1645 e il 1715, nel quale calò il numero di macchie solari e sulla Terra cominciò a fare molto freddo e a piovere meno.

L'analisi del Met Office è stata curata dalla professoressa Valentina Zharkova, la quale sostiene che l'attività solare potrebbe calare anche del 60% entro fine decennio poiché il Sole potrebbe avere un ciclo d'attività di circa undici anni dettato dall'interazione tra due “nuclei attivi” all'interno di quella che, come tutte le stelle, è un gigantesco reattore a fusione nucleare che genera potentissimi campi magnetici. E guarda caso anche l'Agenzia spaziale europea (Esa) segnala che tra il febbraio 2021 e l'ottobre 2023 il Sole ha mostrato il massimo del suo ciclo magnetico, con manifestazioni record di esplosioni e anelli di plasma, spiegando proprio l'effetto del “dinamo solare” e del ciclo d'attività intensa lungo poco più di un decennio, destinato poi a ridursi fino al minimo e quindi ricominciare. E il massimo si dovrebbe avere nell'ottobre 2025. Come tutto ciò interagisce con l'atmosfera e quindi con le precipitazioni è presto detto: il calore è energia, aumenta l'intensità dei fenomeni come l'evaporazione dell'acqua degli oceani; le differenze di temperatura incidono sulla pressione atmosferica terrestre (l'aria è un gas e se si scalda diviene meno densa) e le differenze di pressione creano i venti, che sono il motore delle nuvole. Infine, queste sono il mezzo di trasporto della pioggia. Fortunatamente quanto effettivamente piove nel mondo lo dice la Nasa a questo link: Total Rainfall (nasa.gov)

Se guardiamo l'Italia nell'animazione elaborata dall'ente spaziale statunitense osserviamo che non si può certo definire una zona siccitosa. Riguardo gli studi sui cicli solari, per saperne di più potete leggere qui:

Solar Cycle Progression | NOAA / NWS Space Weather Prediction Center

ESA - Sun's surprising activity surge in Solar Orbiter snapshot

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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