Po siccità
(Ansa)
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La siccità continua e l'estate sarà drammatica

Da 4 mesi al nord non piove e le riserve idriche sono già ridotte oggi al lumicino. Se non succede qualcosa in primavera per l'estate ci saranno problemi enormi

Secondo l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) l’Italia sta soffrendo un periodo di siccità paragonabile a quello del 2017. Significa che, se nei prossimi due mesi non ci saranno precipitazione significative e ripetute nel tempo, dovremo fronteggiare una grave carenza di risorse idriche. La situazione è particolarmente grave in Piemonte, nella pianura Padana, in Toscana e in Sardegna dove da per oltre due mesi è mancata quasi del tutto la pioggia e la neve sui rilievi.

Sono i dati a parlare chiaro. La portata attuale dell’Arno è inferiore ai 13,70 metri cubi al secondo contro la media temporale del mese di Febbraio che è di 110,82 metri cubi al secondo. La portata del Po a Gennaio nel ferrarese era di circa 680 metri cubi al secondo e ora si avvicina pericolosamente a essere la metà della media del periodo. La portata del fiume Adige sta segnando il record negativo del -68 per cento, quello del Brenta del -66 per cento e il fiume Natisone, in Friuli Venezia Giulia è praticamente in secca. In Emilia Romagna e Liguria i torrenti hanno portate estive e il Tevere sta registrando sempre nuovi record con l’altezza idrometrica più bassa del decennio di quasi la metà della media. Anche il livello di molti laghi italiani certifica la siccità: il lago Maggiore ha un’altezza di circa 80 cm inferiore alla media del periodo e il bacino del Lago d’Iseo è riempito soltanto per il 13,6 per cento della sua capacità.

Queste sono le conseguenze della mancanza di pioggia e neve che perdura su alcune regioni da oltre due mesi. Il 6 Febbraio scorso, il sistema di rilevazione satellitare europeo ha messo a confronto fotografie della copertura nevosa delle Alpi lombarde rivelando la quasi assenza del manto nevoso attuale. Fin qui, il periodo che va dal 1 Ottobre scorso ad oggi, è il quarto anno più secco negli ultimi sessantacinque anni con un calo rispetto all’anno scorso che sfiora il 30 per cento e un deficit idrico medio di circa dieci centimetri. Ma quando si va a guardare singole regioni, la situazione appare molto più grave: in Piemonte nel mese di Gennaio il deficit delle precipitazioni ammonta a meno 80 per cento; in molte zone della Pianura Padana ha piovuto per 24 ore soltanto negli ultimi 50 giorni; in Sardegna il deficit delle piogge di Gennaio ammonta a -72 per cento.

Se poi si guardano le temperature, la temperatura in Italia dell’ultimo mese è di 1,8 gradi sopra la media, con le temperature massime ben 2,4 gradi superiori alla media. Le insolite temperature invernali del periodo stanno riguardando anche la Germania, l’Europa dell’Est, la Scandinavia, il nord del Regno Unito, il Nord Est della Spagna, la Grecia e la Turchia. La siccità sta colpendo pesantemente anche la penisola iberica e il sud dell’America Latina, in particolare l’Argentina. Di contro la Scandinavia e l’Europa dell’Est stanno registrando un aumento delle piogge.

Fenomeni estremi, come la siccità attuale o i forti venti a 200 chilometri orari della tempesta Eunice nel Regno Unito, sono conseguenza del riscaldamento globale e della conseguente maggiore energia in atmosfera. Inoltre, le marcate differenze tra regione e regione causata dal riscaldamento globale è un fenomeno previsto dai modelli climatici dell’Ipcc.

Nella situazione attuale ciò che preoccupa maggiormente è il Po. Basti pensare che è un fiume che interessa sei regioni e attraversa un’area con 16 milioni di abitanti di cui tre milioni sono addetti alle attività industriali e 3 milioni alle attività terziare. Inoltre, più di 4 milioni di bovini e 5 milioni di suini consumano circa 20 miliardi di metri cubi d’acqua. Se questa situazione dovesse perdurare negli anni, come sembra probabile, l’Italia dovrà in futuro maggiormente investire per il miglioramento delle reti di distribuzione idrica, così da ridurre gli sprechi.

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Luca Sciortino