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(Ansa)
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La vicenda Giambruno-Meloni ci ricordi il rispetto dovuto alla vita privata dei politici (e non solo)

La Rubrica - Lessico Familiare

Per cinquant’anni i Presidenti del Consiglio italiani hanno goduto di un “Iron Dome” con riguardo ai loro affari personali e familiari. Protetti da un invisibile ombrello che molto assomiglia al sistema anti-missilistico israeliano, essi hanno goduto di una naturale immunità da gossip e intromissioni nella vita privata.

E’ vero, era un’Italia diversa, democristiana, pervasa da un sacrale rispetto delle istituzioni, con una stampa che ancora non aveva sdoganato lo ‘scandalo’ come strumento per alimentare le rotative. Sbirciare nel buco della serratura era considerato un disvalore nell’etica del giornalista e anche se già nella Dolce Vita di Fellini, nel 1960, il termine paparazzo divenne sinonimo di una vera e propria professione, i politici erano una casta sostanzialmente intoccabile. Si pensi solo che nella prima Repubblica lo scandalo più grande, sussurrato a mezza voce, ha riguardato la presunta relazione di una giovane Nilde Iotti con Palmiro Togliatti, all’epoca sposato. Dopodiché il silenzio più completo.

Questa pax, improvvisamente, si è disintegrata con l’avvento del politico più carismatico e dirompente della seconda Repubblica: Silvio Berlusconi. Era l’anno 2000 quando i media si gettarono a capofitto sulle sue relazioni intime con donne più giovani, con quel “ciarpame senza pudore” (per usare le parole della sua ex moglie, Veronica Lario) che catalizzò per anni l’attenzione degli italiani e persino delle Procure, dal caso Ruby alle ‘olgettine’, deteriorando l’immagine del Cavaliere anche a livello internazionale.

Ecco, Berlusconi è stato in grado, anche da questo punto di vista, a cambiare la storia d’Italia. Da allora nulla è più stato come prima e nulla sarà come prima.

Se n’è accorta Giorgia Meloni, da giorni in un tritacarne mediatico per la fine della sua relazione con il giornalista Andrea Giambruno, pizzicato nei fuori-onda di Striscia la Notizia in atteggiamenti tutt’altro che cavallereschi nei confronti delle sue collaboratrici. Ma Giorgia è una donna con la schiena dritta e più realista del re, che sa bene cosa si rischia a prestare il fianco al nemico in battaglia, e così ha giocato d’anticipo.

Senza nemmeno attendere che l’onda di piena la travolgesse, in men che non si dica ha diramato un comunicato con cui ha annunciato la fine di una relazione già verosimilmente ‘alla frutta’, di fatto rompendo il ‘giocattolino’ dei suoi detrattori. Un comunicato perfetto che esordisce con una bomba “La mia relazione con Andrea Giambruno, durata quasi dieci anni, finisce qui”, disorienta nello svolgimento, ringraziando l’ex compagno per gli anni trascorsi e per la gioia regalatale con la nascita della figlia, mette in chiaro la sua missione “difenderò quello che siamo stati, difenderò la nostra amicizia, e difenderò, a ogni costo, una bambina di sette anni che ama la madre e ama il padre, come io non ho potuto amare il mio” e conclude con un post-scriptum che ne traccia la personalità da vera leader: “tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua”.

Il senso è chiaro: cianciate pure, soffiate con tutta la forza che volete, io rimango in piedi e vado avanti imperterrita nella mia missione. In fondo Giorgia Meloni ha detto il vero, l’ovvio persino, in un mondo moderno dove le relazioni nascono, si sviluppano e fatalmente muoiono per poi rinascere altrove. Si chiude una porta e si apre un portone, recita il motto, che poi è quello che dico a tutti i miei clienti disperati e indotti a credere che la fine di un amore sia la pietra tombale della loro vita.

Sono cambiati i tempi, una separazione non deve più rappresentare una damnatio memoriae ma un’opportunità di svoltare e riabbracciare la libertà e la voglia di amare, sopita dall’infelicità di un rapporto stantio o tossico. Il tutto senza dimenticarsi dei figli, come ha scritto Giorgia Meloni, che sono il frutto di un amore finito ma sono il bene più prezioso da tutelare, da anteporre a qualsiasi altra cosa.

E mentre i detrattori, un po’ spaesati da questa inaspettata presa di posizione della Premier, provano a serrare le fila e rilanciare il gossip del momento, io mi auguro che dopo la morte di Berlusconi si torni ai tempi aurei, quando il politico veniva giudicato solo per ciò che faceva sugli scranni del Governo e del Parlamento, lasciando che la sua vita privata sia veramente tale.

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Daniela Missaglia

Avvocato matrimonialista e cassazionista, è specializzata in Diritto di famiglia e in Diritto della persona. Grazie alla sua pluridecennale esperienza è spesso ospite in trasmissioni televisive sulle reti Rai e Mediaset. Per i suoi pareri legali interviene anche su giornali e network radiofonici. Info: https://www.missagliadevellis.com/daniela-missaglia

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