Giulia cecchettin
(Ansa)
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Giulia è stata uccisa da Filippo, non dal patriarcato

Per Giulia, infine, dopo un lungo mese di dirette televisive e indagini mediatiche, si sono svolti i funerali in diretta su Rai 1 e Canale 5.

Ad esequie commosse, partecipate, svoltesi davanti a una folla di oltre settemila persone che si è stretta attorno a lei e alla sua famiglia, lasciatemi finalmente dire che imputare le cause dei femminicidi al ‘patriarcato’ è un’amenità senza pari.

Non è il genere di appartenenza a determinare la responsabilità. Non scherziamo.

O vogliamo sovvertire l’antropologia e la teologia, attribuendo alla virilità dell’uomo un vulnus originario, recondito, che squalifica il maschio per il solo fatto di essere nato con un apparato sessuale esterno?

Come se Dio avesse creato un prodotto fallato, l’uomo, e uno perfetto, la donna.

Se questa è la nuova frontiera del femminismo, fermatevi subito, fate ammenda, perché state cadendo in uno scempio dell’intelligenza, oltretutto frustrando le battaglie legittime e sacrosante per le pari opportunità fra i sessi.

Partendo dal presupposto che l’omicidio di una persona può essere causato da molteplici fattori, tra cui motivazioni personali, problemi mentali, conflitti interpersonali o altre circostanze specifiche, il “patriarcato” non può essere considerato come causa di un omicidio specifico.

Per essere subito stringenti val bene sapere che patriarca è un termine di origine greca che indicava il ‘capo di una stirpe’, mutuato poi nella nomenclatura ecclesiastica delle Chiese ortodosse per indicare il vescovo più alto in grado.

Con ‘patriarcato’ si è poi inteso descrivere un sistema sociale in cui il dominio e il potere, in ogni componente della società, fin dalla famiglia che ne costituisce la cellula-base, è riservata all’uomo.

Nell'ottocento Frederic Engels - colui che scrisse il Manifesto del Partito Comunista assieme a Karl Marx – attribuì al patriarcato un disegno predefinito per procurare una “sconfitta storica mondiale del sesso femminile”.

Ora questi concetti vengono riesumati dal dimenticatoio della storia e gettati in pasto agli italiani con polemiche all’evidenza insulse e strumentali.

Vorrei pensare che dietro queste affermazioni improvvide sul patriarcato vi sia solo mancanza di conoscenza, ma c’è qualcuno che vi rinviene un disegno all’incontrario, un piano preciso di femminilizzazione dell’uomo per superare i generi, in ossequio alle teorie gender e all’ideologia woke.

Non andiamo così ‘oltre’ e torniamo alla stupidità di base di chi parla di patriarcato, finendo per ritenere che il Turetta abbia ucciso la sua Giulia (‘sua’ o di nessun altro) per colpa di una società maschilistica, quasi fosse un alibi alla sua natura assassina.

In fondo, poveretto, che colpa ha se appartiene ad un retroterra “patriarcale” che lo ha instillato al dominio verso la compagna, attribuendosi lo ius vitae ac mortis per eredità di genere?

Ma quale patriarcato, santo Cielo, nel 2023, con un Premier donna, con Taylor Swift personaggio dell’anno, con un riscatto senza precedenti delle donne nel mondo occidentale (e non solo), con politiche attente e sempre più orientate a sanzionare ogni favoritismo di genere?

Ma quale patriarcato, se il Parlamento - a cadenze regolari - si occupa della violenza sulle donne, implementando le leggi già vigenti con una sensibilità al tema che è trasversale ad ogni schieramento politico?

Ma quale patriarcato, se basta un’accusa senza prove, relativa a presunte violenze o atteggiamenti incongrui per distruggere reputazione, carriera, vita di un qualsiasi uomo?

Raccontatela ad Axl Rose, ex frontman dell’epocale rock-band Guns and Roses, che si è visto recentemente citare in giudizio da una presunta vittima di uno stupro avvenuto nel 1989. Trentaquattro anni fa!

Raccontatela all’attore Jamie Foxx, anch’egli accusato per un fatto simile avvenuto nel 2015, in questi rigurgiti di Me-Too che suonano più come tentativi di monetizzazione postuma che come credibili denunce.

Siamo in una società dove l’uomo deve avere il terrore anche solo di prendere l’ascensore con una donna sola, per non essere poi accusato di molestie (o peggio), tant’è che nei corsi per dirigenti nelle grandi aziende statunitensi consigliano di evitare queste situazioni.

Siamo in una società – come avviene in Scandinavia – dove il concetto di stupro è stato esteso a tutti quegli atti in cui il consenso non sia esplicito, non valendo il silenzio come tacito consenso.

E dunque no, non si può parlare di patriarcato o delitto di Stato nell’uccisione di Giulia.

Le cause devono essere ricercate in Filippo, che nonostante sia cresciuto in una famiglia normale, figlio di due persone normali, ha sviluppato disturbi personali di cui nessuno si era accorto: nemmeno il suo psicologo dal quale era stato otto giorni prima della tragedia

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Daniela Missaglia

Avvocato matrimonialista e cassazionista, è specializzata in Diritto di famiglia e in Diritto della persona. Grazie alla sua pluridecennale esperienza è spesso ospite in trasmissioni televisive sulle reti Rai e Mediaset. Per i suoi pareri legali interviene anche su giornali e network radiofonici. Info: https://www.missagliadevellis.com/daniela-missaglia

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