Elogio dell'astensionismo della Sicilia
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Elogio dell'astensionismo della Sicilia

Perché è un buon segno il rifiuto del voto del 53% degli isolani

"E' una rivoluzione!" Come spesso accade dopo le elezioni tutti i partiti rivendicano di aver vinto e in pochi ammettono la sonora sconfitta.

Crocetta, il nuovo presidente della Ars, fiero del suo 30,5% ottenuto in virtu di un accordo con l'Udc e soprattutto grazie a Micciche' che con il suo 15,4% ha tolto voti utili a Musumeci, parla di rivoluzione storica per la terra di Pirandello.
Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, l'Unita, con una certa enfasi arriva a scrivere che "il vincitore in Sicilia cambierà tutto" anche se al momento appare chiaro che il neo presidente dovrà per forza accordarsi con gli uomini di Lombardo per avere una maggioranza solida in consiglio.

La vera rivoluzione l'ha fatta invece sicuramente Beppe Grillo che porta il suo Movimento 5 Stelle ad essere il primo partito dell'isola e soprattutto tutti coloro i quali non sono andati a votare. Su questo dato bisognerebbe concentrare l'attenzione. L'astensionismo ha vinto. Per fortuna.

A differenza del 2008 quando il 66,68% dei siculi si reco' alle urne, oggi quel 47% di affluenza sta a dimostrare quanto la Sicilia stia faticosamente diventando l'avamposto di un luogo normale. L'astensionismo così marcato dimostra come, per la prima volta nella storia dell'isola, il popolo siciliano ha deciso di mostrare il rifiuto per una intera classe politica.

Nelle grandi democrazie, Stati Uniti, Inghilterra e Germania, l'affluenza alle urne e'storicamente più bassa rispetto alla media italiana. Le democrazie forti e consolidate non hanno infatti bisogno dell'80% di partecipazione, solo nei regimi totalitari c'è un ampia e indotta partecipazione al voto.
La terra del commissario Montalbano, proprio grazie al non voto, sta dimostrando in modo civile e democratico un vero e proprio rifiuto dello status quo. Spaventa molto di più vedere una terra dilaniata dalla mafia con una partecipazione al voto del 70% piuttosto che la Sicilia di oggi con una partecipazione al 47%.

Come ha scritto Leonardo Sciascia "Forse tutta l'Italia sta diventando Sicilia... A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso il nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno... La linea della palma... Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato... E sale come l'ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l'Italia, ed è già oltre Roma...".

L'autore de 'Il giorno della civetta', per sua fortuna, non ha mai avuto occasione di conoscere ne' Fiorito ne Belsito ne tantomeno l'ex assessore alla Casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti, ma intui' per primo che la linea della palma stava salendo su su fino al profondo Nord.

Bene l'astensionismo siculo quindi. Forse vuol dire che la mafia lì conta un po' di meno...

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David Parenzo