Benzinai, ecco le ragioni dello sciopero
Economia

Benzinai, ecco le ragioni dello sciopero

I gestori contestano le chiusure forzate di distributori imposte dai petrolieri e la scarsa incisività della mediazione del governo

Come se non bastassero gli aumenti dei prezzi di benzina e diesel verificatisi in questi giorni, ora gli automobilisti dovranno fare anche i conti con uno sciopero dei distributori su autostrade e tangenziali. Un’agitazione certamente non improvvisa, visto che era stata annunciata da tempo, ma che si è cercato,invano per il momento,di scongiurare fino all’ultimo. In queste ore però la situazione è precipitata e le tre categorie che rappresentano i benzinai a livello nazionale, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio, hanno confermato lo stop delle pompe che sarà attuato dalle 22 di domani, mercoledì 16 luglio, fino alle 6 di venerdì 19 luglio.

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Le ragioni dello sciopero sono da ricercarsi nel rapporto,ormai sempre più conflittuale, tra gestori dei distributori e petrolieri. In particolare i benzinai, nel caso specifico, contestano il fatto che le compagnie petrolifere, “palleggiandosi cinicamente la responsabilità con le società autostradali”, come recita testualmente il comunicato delle tre associazioni di categoria, abbiano deciso in maniera unilaterale la disdetta di numerosi contratti con i gestori, di fatto espellendo di forza dal settore migliaia di benzinai, il tutto, tra l’altro, in esplicita violazione di accordi assunti sin dal 2002 con il ministero dello Sviluppo Economico. Sarebbero circa 400 le stazioni che rischiano in questo modo la chiusura, lasciando senza lavoro almeno 5.000 lavoratori. Da qui l’agitazione dei prossimi giorni, che tra le altre cose, prevede altre forme di protesta come la sospensione degli accordi in ambito del prezzo massimo, l’oscuramento dei benzacartelloni e la riduzione del servizio in orario notturno.

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Ma nel mirino dei benzinai non ci sono solo i petrolieri. Pesanti responsabilità per lo sciopero vengono imputate infatti anche al governo. In particolare sotto accusa finisce il ministero dello Sviluppo economico colpevole di non aver fatto abbastanza in termini di mediazione per contrastare quello che le associazioni di categorie giudicano lo strapotere da una parte dell'impresa autostradale e dall'altra di quelle petrolifere. Una mediazione che comunque il ministro Flavio Zanonato, responsabile proprio del dicastero dello Sviluppo, cercherà di portare avanti fino all’ultimo minuto utile, per evitare i disagi che gli automobilisti dovranno subire a causa dello sciopero.

Intanto però, bisogna prendere atto che l’iniziativa del ministro Zanonato non sta fruttando risultati tangibili. Ieri infatti aveva richiamato i petrolieri a mantenere sul fronte dei prezzi di benzina e gasolio un comportamento più consono a quelle che sono le attuali condizioni del Paese, ancora devastato dalla crisi. Puntualmente invece oggi i listini dei carburanti hanno fatto segnare nuovi incrementi, con benzina e diesel rispettivamente a quota 1,838 e 1,741 euro per litro, con punte anche di 1,87 per la verde e di 1,76 per il gasolio. Probabilmente il ministro Zanonanto dovrà allora utilizzare argomenti molto più convincenti, che non un semplice richiamo, per ottenere l’attenzione delle compagnie petrolifere. Staremo a vedere cosa accadrà nelle prossime ore.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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