Com'è possibile che un dipendente guadagni più di un imprenditore
Daniele Scudieri/Imagoeconomica
Economia

Com'è possibile che un dipendente guadagni più di un imprenditore

Per il ministero dell'Economia, i titolari d'azienda dichiarano in media 200 euro all'anno meno dei lavoratori subordinati. Ma le statistiche possono ingannare

Circa 20.700 euro all'anno, contro poco più di 20.400, con una differenza di quasi 300 euro. E' il divario che separa il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti da quello degli imprenditori italiani che, almeno secondo le statistiche, guadagnano dunque un po' meno. A dirlo, sono le rilavazioni del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'Economia , che si riferiscono alle dichiarazioni fiscali del 2011. I dati, come avviene puntualmente ogni anno, sono subito rimbalzati sui media, con tanto di polemiche e discussioni al seguito.

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Sembra impossibile, infatti, che i titolari d'azienda possano dichiarare in media meno dei loro dipendenti. Il sospetto, ovviamente, è che dietro a questi numeri ci siano vaste sacche di evasione fiscale, visto che gli imprenditori possono nascondere più facilmente una parte dei propri redditi, al contrario dei lavoratori subordinati che sono tassati con la ritenuta alla fonte sullo stipendio.

Il ragionamento non fa una piega, almeno a prima vista, ma è stato subito contestato dalla Cgia, la confederazione degli artigiani di Mestre. Il segretario dell'associazione, Giuseppe Bortolussi, ha infatti evidenziato che il reddito medio dei dipendenti, misurato dalle statistiche ministeriali, include anche i compensi percepiti da alcune categorie di contribuenti stra-pagati come i giudici, i manager pubblici e privati o i professori universitari, che ben poco hanno a che fare con un ipotetico lavoratore-medio italiano.

Se invece si confronta realmente il reddito dei piccoli imprenditori con quello di chi lavora alle loro dipendenze, secondo la Cgia il quadro cambia totalmente. Il 99% dei titolari di azienda italiani, infatti, dichiara dei compensi annui medi superiori per almeno il 30-40% alle retribuzioni dei propri dipendenti e collaboratori assunti con un regolare contratto.

Non vanno dimenticati, poi, altri particolari tutt'altro che trascurabili. Nel calcolo dei redditi degli imprenditori o delle partite iva, finiscono anche i compensi di molti piccoli artigiani e commercianti che spesso lavorano da soli o con la famiglia e faticano ad arrivare alle fine del mese, soprattutto in certe aree geografiche. Basti pensare che il reddito di un lavoratore autonomo del Nord supera in media del 50% quello di un suo collega del Sud Italia. E' vero dunque che l'evasione fiscale è molto diffusa nel nostro paese, ma è bene non trarre conclusioni troppo affrettate nel leggere le statistiche.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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