Crisi di governo e Legge di Stabilità: perché bisogna approvarla entro la scadenza
Economia

Crisi di governo e Legge di Stabilità: perché bisogna approvarla entro la scadenza

La manovra finanziaria deve essere varata entro il 15 ottobre per evitare che l'Ue ci metta sotto osservazione. Ma anche un esecutivo dimissionario può prepararla

La data è già scritta sul calendario è non sono ammesse deroghe: 15 ottobre 2013. E' il giorno entro il quale il governo Letta dovrà varare la Legge di Stabilità (la ex-manovra finanziaria), che ha il compito di definire la politica economica italiana, in vista del 2014. Per Palazzo Chigi, si tratta indubbiamente del più importante provvedimento dell'anno, la cui approvazione incontra però un grosso ostacolo sulla propria strada: la crisi di governo appena scoppiata, che ha visto i ministri del Pdl rassegnare le dimissioni e che, mercoledì prossimo, porterà a una verifica in Parlamento.

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Qualunque sia il destino politico del premier e dell'esecutivo, la Legge di Stabilità dovrà tuttavia essere approvata, volenti o nolenti, per evitare che il nostro paese torni a essere un sorvegliato speciale per le autorità europee di Bruxelles. Dalla manovra di bilancio, infatti, dipendono gli indicatori di finanza pubblica che il nostro paese si propone di rispettare per l'anno venturo e per il biennio successivo, come gli obiettivi di spesa statale, le entrate derivanti dalle tasse , il livello del debito e, sopratutto, il deficit del 2014, che dovrà rigidamente rispettare il tetto del 3% in rapporto al pil, imposto all'Italia dall'Europa.

A COSA SERVE LA LEGGE

Nelle Legge di Stabilità e nei documenti allegati, per esempio, sono programmati gli eventuali aumenti o i tagli alle imposte come l'irpef e vengono stanziate le risorse da destinare al rinnovo dei contratti pubblici. Si tratta dunque di una norma con cui il governo fissa dei paletti ben precisi, entro i quali dovranno muoversi tutti i provvedimenti messi in cantiere nel 2014 e destinati a incidere sulle spese e sulle entrate dello stato. Cosa accadrebbe, dunque, se la manovra economica non fosse approvata? Com'è ovvio, il bilancio pubblico rischierebbe seriamente di uscire dai binari e il disavanzo del governo di Roma potrebbe finire fuori controllo. Proprio per questo motivo, il varo dalla legge di Stabilità è oggi così importante e viene considerato un passaggio fondamentale anche dalle autorità europee, che sono pronte a riaprire una procedura di infrazione per deficit eccessivo ai danni dell'Italia (dopo averla chiusa qualche mese fa, non appena i nostri conti pubblici sono tornati sotto controllo).

MANOVRA IN PIENA CRISI

Aldilà dell'esito della crisi, però, va messo in evidenza un fattore importante: in teoria, per varare la manovra di bilancio, non è necessario avere un esecutivo nel pieno delle sue funzioni. Anche un governo appena sfiduciato può approvarla purché, ovviamente, incontri il consenso delle maggioranza del Parlamento, chiamato a dare una prova di responsabilità. Al momento, dunque, sembra abbastanza remota l'ipotesi che la Legge di Stabilità (ormai quasi pronta) venga invece scritta lontano da Roma, magari da una Troika composta dai rappresentanti dell'Ue, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea. Questo organismo, che è già intervenuto in diversi paesi europei come la Grecia, il Portogallo ma anche l'Irlanda e la Spagna, ha un compito ben preciso: vigilare sulla corretta applicazione delle riforme economiche imposte da Bruxelles a quei governi che hanno chiesto aiuti finanziari alla comunità internazionale. E finora, è bene ricordarlo, l'Italia non ha mai chiesto a Bruxelles neppure un centesimo di aiuti, proprio per evitare di essere commissariata.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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