Camere di commercio, le 5 novità del futuro
Angelo Carconi/Ansa
Economia

Camere di commercio, le 5 novità del futuro

Dal taglio dei contributi delle imprese all’accorpamento delle sedi, ecco come cambierà il sistema camerale

Sarà una vera e propria rivoluzione quella che investirà molto presto le Camere di Commercio. È atteso infatti per il Consiglio dei ministri di venerdì prossimo il via libera al decreto attuativo che renderà operative una serie di novità, alcune delle quali decisamente molto radicali. Ma vediamo nel dettaglio i contenuti di un riordino previsto dalla riforma della Pubblica amministrazione messa a punto dal ministro Marianna Madia e atteso da tempo soprattutto dalle imprese.

1 - Taglio dei contributi

La novità certamente più significativa riguarderà l’entità dei diritti annuali a carico delle imprese, ossia i contributi versati per convalidare periodicamente la propria iscrizione alle Camere di Commercio. Ebbene, la nuova normativa prevede tagli molto significativi degli importi che tra l’altro sono partiti già nel 2015 con una decurtazione del 35%. Le diminuzioni continueranno quest’anno, con un calo ulteriore del 40% e nel 2017 con un taglio successivo del 50%. A regime il sistema camerale dovrà fare i conti con mancati introiti complessivi per circa 400 milioni di euro.

2 - I nuovi diritti camerali

La legge prevede poi che le quote che le imprese verseranno alle nuove Camere di commercio saranno definite sulla base di costi standard e verranno unilateralmente fissate dal ministero dello Sviluppo economico, dopo aver sentito il parere della Società per gli studi di settore (Sose) e Unioncamere.

3 - Riorganizzazione delle sedi

Altro tassello fondamentale della riforma sarà la razionalizzazione delle sedi territoriali. A regime, il numero complessivo delle Camere di commercio dovrebbe scendere dalle attuali 105 a circa 60, grazie a una serie di accorpamenti locali. Qualche sede potrà anche riuscire a rimanere in funzione come entità singola, ma dovrà dimostrare di avere almeno 75mila aziende iscritte. Nessun intervento è previsto invece per le Camere di commercio all’estero, che resteranno fuori da questa riorganizzazione.

4 - Nuove funzioni

Questo è in effetti una questione tutta ancora da chiarire. Certamente le nuove Camere di commercio avranno funzioni diverse rispetto al passato e che in nessun modo dovranno andare ad accavallarsi a quelle svolte da altri enti territoriali. In questo senso bisognerà però attendere ulteriori delucidazioni che dovranno presto arrivare sempre dal ministero competente, ossia quello per lo Sviluppo economico.

5 - Dipendenti a rischio

Questo capitolo è invece uno dei più caldi e controversi. La riunificazione territoriale delle attuali Camere di commercio potrebbe infatti avere come conseguenza una razionalizzazione anche dei posti di lavoro. Ricordiamo che al momento i dipendenti diretti di tutto il sistema camerale sono circa 7.000, a cui si aggiungono i circa 3.000 di alcune aziende controllate. Ovviamente il livello di preoccupazione su quelle che possono essere le ricadute occupazionali di questa riforma si è subito alzato e i sindacati si sono già mobilitati, anche perché alcune indiscrezioni parlano di un possibile taglio del 15% degli organici. Vedremo nei prossimi mesi come verrà risolto questa questione decisamente scottante.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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