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(Ansa)
Dal Mondo

La strategia africana di Erdogan passa dall'Angola

Il presidente turco sta effettuando un viaggio che lo porterà in Angola, Togo e Nigeria. Un modo per rafforzare ulteriormente la sua articolata influenza sul continente africano

Recep Tayyip Erdogan punta a rafforzare ulteriormente i legami con l'Africa. Dalla scorsa domenica, il presidente turco sta effettuando un tour di alcuni giorni in Angola, Togo e Nigeria. "Ho effettuato 38 visite in 28 paesi africani, anche durante il mio mandato di primo ministro. Anche questo viaggio è importante, poiché è la prima visita ufficiale della Turchia a livello presidenziale in Angola e Togo", ha dichiarato. Lunedì, il Sultano ha reso noto di aver discusso una fornitura di mezzi corazzati e droni a Luanda, impegnandosi inoltre a sostenere il Paese nella lotta al terrorismo. "Negli ultimi 19 anni, la Turchia ha compiuto molti passi nel campo dell'industria della Difesa che hanno colpito anche l'attenzione dell'Angola", ha significativamente affermato.

Inoltre, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa turca Anadolu, Erdogan avrebbe discusso con il suo omologo angolano, Joao Lourenco, di un incremento della cooperazione in altri settori: in particolare, energia, turismo e istruzione. L'obiettivo, secondo la stessa fonte, sarebbe inoltre quello di arrivare a uno scambio bilaterale dal valore complessivo di 500 milioni di dollari. "È risaputo che la Turchia è abbastanza trasparente nei suoi approcci nei confronti dei Paesi africani. Abbiamo 43 ambasciate nel continente e stiamo sviluppando le nostre relazioni con tutti i Paesi africani sulla base del rispetto reciproco, della solidarietà e del mutuo vantaggio", ha specificato il Sultano. In tutto questo, non bisogna neppure trascurare che Lourenco si fosse recato in visita in Turchia appena tre mesi fa.

Ma il presidente turco non si è fermato ai legami nel settore della Difesa e del commercio. Erdogan ha infatti accompagnato il suo viaggio angolano con delle prese di posizioni di natura profondamente politica. In tal senso, secondo quanto riferito dal Daily Sabah, lunedì ha duramente criticato l'Occidente per aver "sfruttato il continente africano per i propri interessi". In particolare, il Sultano è tornato a mettere nel mirino la Francia. "Vedete cosa sta succedendo in Libia e in Somalia. La persecuzione continua ancora. Per superare questo, dobbiamo costruire insieme un mondo più giusto", ha aggiunto.

Va da sé che questo interesse per l'Angola non si fermi a considerazioni esclusivamente legate alla questione delle risorse naturali. Con questo nuovo viaggio, il Sultano punta evidentemente ad espandere la propria influenza politica sul continente africano, dopo aver già rafforzato la propria presa su aree come la Somalia, l'Etiopia e il Sahel. Senza poi dimenticare il Nord Africa, dove la Turchia intrattiene stretti legami con l'Algeria ed esercita una sorta di protettorato sulla Libia occidentale. Erdogan, in altre parole, sta adesso cercando di concentrarsi su altri territori. E la sua strategia sta funzionando. Non soltanto sta infatti riuscendo a scalzare l'influenza francese in alcun Stati, ma – come ricordato recentemente da Al Jazeera – la Turchia ha enormemente aumentato il proprio volume d'affari con l'Africa negli ultimi anni, passando da 5,4 miliardi di dollari nel 2003 a 25 miliardi di dollari nel 2020. Tutto questo, senza dimenticare che – più o meno nel medesimo arco di tempo – la presenza diplomatica turca sia notevolmente aumentata nel continente, dalle 12 ambasciate del 2009 alle 43 di oggi.

Nel complesso, il Sultano sfrutta abilmente il risentimento anticoloniale (soprattutto antifrancese), oltre alla volontà di alcuni Stati africani di controbilanciare la sempre più pesante influenza politico-economica di Pechino. Il nuovo tour di Erdogan va quindi inserito all'interno di questo quadro.

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Stefano Graziosi