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(Ansa)
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Putin schiera i migranti contro l'Europa e la Finlandia chiude i confini

Un altro paese chiude le porte a chi cerca di entrare in Europa per motivi umanitari e per giochi di potere internazionali

C'è un'altra frontiera, fredda per latitudine ma calda per situazione, che meriterebbe l'attenzione di una Commissione europea troppo occupata a cercare di contare qualcosa in politica estera. La Finlandia chiuderà l’intero suo confine orientale con la Russia a causa delle preoccupazioni sulle migrazioni. Ma la sorpresa è che non si tratta di russi in cerca di una vita senza Putin, come potremmo immaginare, ma di persone in fuga da Medioriente e Africa. Lo ha annunciato il primo ministro Petteri Orpo nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri sera (martedì 28 novembre), a Helsinki, durante la quale è stato annunciato che è rimasto aperto solo un posto di frontiera, situato nell’Artico, dopo che il governo ne ha chiusi altri sette a causa dell’ondata di arrivi di migranti.

Dal 15 novembre le autorità finniche stavano riscontrando un forte aumento dei richiedenti asilo al confine, e per questo stavano vietando anche l’attraversamento dei valichi con le biciclette, mezzo usato sempre più spesso. La situazione era però ulteriormente peggiorata e soltanto tre giorni dopo, il 18 novembre, Helsinki aveva deciso di chiudere quattro dei nove valichi sud-orientali. Due considerazioni, Primo, a sospendere gli accordi di cooperazione transfrontaliera con Helsinki era stato per primo il Ministero degli Esteri russo alla fine di ottobre. Secondo: anche se parlare di un'operazione voluta da Mosca suona come una forzatura, vero è che i facilitatori per l'immigrazione clandestina detti “Amuharib” pullulano sui gruppi social e offrono la protezione per l'attraversamento della Russia. Ed è impossibile che Mosca li ignori.

Il premier Orpo nella sua esposizione ha sottolineato che la Finlandia condivide con la Russia un confine lungo 1.300 chilometri che per la maggior parte non è recintato ed è molto complesso e costoso da controllare. Ma soprattutto la Finlandia accusa Mosca di aver condotto i migranti verso il confine finlandese, mentre il ministro della Difesa Antti Häkkänen l'ha definita un'operazione di “guerra ibrida” da parte del Cremlino. Così l'ultima stazione di frontiera aperta sul confine orientale di Inari, nella Lapponia settentrionale, sarà chiusa da giovedì 30 novembre fino al 13 dicembre. “Il governo ha deciso di chiudere l'intero confine orientale”, ha ribadito Orpo ai giornalisti, affermando che “il Paese si trova ad affrontare una situazione eccezionale, non accettiamo alcun tentativo di minare la nostra sicurezza nazionale.”

Secondo il governo finlandese le autorità russe hanno organizzato e incoraggiato il flusso di migranti verso la frontiera, dove vengono interrogati quando sono già in Finlandia e trattati come richiedenti asilo, mentre quelle finlandesi affermano che questo mese circa 900 migranti hanno attraversato il confine dalla Russia, una cifra molto più alta del normale. Orpo ha accusato la Russia di aver tentato di creare una crisi migratoria in Finlandia in seguito all’ingresso della nazione nordica nella Nato, avvenuta quest’anno, ma il sospetto verso la Russia ha ragioni logiche: già due anni fa tra Polonia e Bielorussia si era verificata una situazione simile, con un cambio repentino e apparentemente immotivato, in senso permissivo, nel comportamento delle autorità russe nei confronti delle persone sprovviste di documenti e del permesso rilasciato dallo Fsb (il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa), normalmente pronto entro trenta giorni dalla richiesta. E questo fa pensare che tale procedura non sia più rispettata.

Bisogna considerare che tutta la popolazione finlandese è di 5,6 milioni, quindi ondate come quelle alle quali siamo purtroppo abituati noi sarebbero ingestibili, come nei casi in cui l'Italia si trova a ricevere dieci volte quel numero in una sola notte. Sul piano operativo il ministro dell'Interno Mari Rantanen ha detto che l'ultimo valico di frontiera per il traffico automobilistico che rimane aperto, quello di Raja-Jooseppi, nel nord artico della Finlandia, chiuderà mercoledì a mezzanotte. Tra le due nazioni rimarrà così aperto un solo passaggio, quello ferroviario, soltanto per il traffico merci.

La maggior parte di coloro che arrivano alla frontiera finlandese sono giovani maschi provenienti dalla Siria, dallo Yemen e dall'Iraq, ma anche da Somalia, Etiopia ed Eritrea, nazioni che hanno con Mosca normali rapporti diplomatici, e la Russia ha permesso loro di avvicinarsi al confine nonostante non avessero documenti di viaggio. Riguardo i siriani, ci sarebbe l'evidenza che la Russia non controlla, o fa finta di non controllare, i confini con la Turchia, Azerbaijan e Georgia, attraverso i quali i siriani arrivano a quelli russi, un viaggio di oltre 4.400 km che per non diventare di 6.000 prevede il passaggio del fronte russo-ucraino e quindi della Bielorussia. L'ultimo valico aperto, la località di Raja-Jooseppi, sulla statale 93, dista circa 100 km dalla cittadina finlandese di Inari, collegata al resto del Paese con l'autostrada (europea) E75 e dall'aeroporto di Ivalo. Sul fronte opposto, l'ultimo confine aperto dista quasi 250 km dalla città russa di Murmansk, collegata da una strada che in inverno viene percorsa dagli automezzi molto lentamente, in circa dieci ore. Un luogo dove in questa stagione le temperature non sono mai sopra lo zero e le minime arrivano attorno a -15 °C. Quindi un condizione meteorologica impensabile per affrontare un viaggio a piedi nelle foreste, a meno di non essere ben equipaggiati e atleticamente preparati.

Intanto, continuano i lavori per la costruzione della barriera di confine tra i due Paesi cominciata nell'aprile scorso e, mentre Mosca parla della chiusura della frontiera come di un grave errore che distrugge i rapporti bilaterali tra Helsinki e Mosca, creando grande disagio per le migliaia di famiglie che hanno parenti oltreconfine, l'Europa accoglie con favore il provvedimento a “difesa dei confini dell'Unione”. E questo dovremmo ricordarcelo noi italiani quando veniamo accusati perché desideriamo limitare l'afflusso di migranti.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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