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(Ansa)
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Gaza e l'Ucraina ci mostrano un mondo diviso in due. E noi siamo nella parte debole

Cina, Russia, Iran, India, Corea del Nord quale sia il problema fanno squadra militare ed economica. Ed il mondo occidentale si scopre debole

L’operazione militare delle Brigate Izz al-Din al-Qassam (il braccio armato di Hamas), dello scorso 7 ottobre che ha successivamente scatenato la guerra tra Israele e Hamas, passerà alla storia. Le ragioni sono molteplici; c’è lo smacco dell’intelligence e dell’esercito israeliano beffati dai terroristi, il Medio Oriente che verrà ridisegnato (Israele compresa), cosi’ come certamente cambieranno anche i rapporti di forza nel Golfo Persico. Iran e Qatar sponsor del terrorismo globale ed in particolare di quello palestinese, che si erano riappacificati a fatica con l’Arabia Saudita, stanno creando un danno enorme a Ryad che per il suo progetto “Vision 2030” guarda all’Occidente (Europa compresa), agli USA e anche a Israele come partner per gli investimenti. Il principe ereditario Mohammed Bin Salman ( MBS) almeno in apparenza, sostiene la causa palestinese tuttavia il caos attuale rischia di far naufragare il suo progetto sul quale si gioca tutto che è costato fino ad oggi centinaia di miliardi dollari e per evitare danni ulteriori si sta spendendo affinché il conflitto non si allarghi.

E no saranno mai più gli stessi i rapporti tra l’Occidente dalla parte di Israele con coloro che hanno scelto di sostenere Hamas più o meno manifestamente. In tal senso l’incontro avvenuto a Mosca giovedi scorso tra Mousa Abu Marzouk, responsabile delle relazioni internazionali di Hamas, il medico Basem Naim, portavoce internazionale di Hamas (a proposito come è riuscito a uscire da Gaza?) con Mikhail Bogdanov, viceministro degli Esteri russo con delega al Medio Oriente, contribuisce a scavare ulteriormente il fossato tra la Russia e l’Occidente. Innegabile che qui Vladimir Putin stia provando a sfruttare il conflitto in funzione anti-Usa ma ricevere i tagliagole di Hamas è davvero troppo e non è certo una dimostrazione di forza che ha persino irritato la Cina. Una frattura quella tra Occidente e Russia iniziata il 24 febbraio 2022 con l’invasione in Ucraina e la conseguente guerra ancora in corso.

Anche le manifestazioni di sostegno ad Hamas e i rigurgiti di antisemitismo in Europa obbligheranno tutti ad una profonda riflessione perché non si potrà più stare in mezzo alla contesa; o con i tagliagole islamici oppure contro di loro. Secondo il giornalista Alessandro Litta Modignani «Le aggressioni in corso contro Ucraina e Israele rientrano in un pericoloso disegno generale. Come è noto, dietro a Hamas (e agli Hezbollah libanesi) c’è la Repubblica islamica dell’Iran. Dietro all’Iran, a sua volta, ci sono la Russia e la Cina. Dagli Ayatollah, Putin riceve i droni con cui bombarda quotidianamente l’Ucraina, Xi Jin Ping il petrolio indispensabile allo sviluppo economico cinese. Questa alleanza dei paesi totalitari – si aggiunga il regime medioevale di Kim in Corea del Nord – punta apertamente a colpire e sgretolare l’Occidente e le democrazie liberali».

Si poteva intuire che saremmo entrati in questo incubo?

«Un primo, colpevole segnale di debolezza occidentale è stato, solo due anni fa, il ritiro disordinato e umiliante degli Stati Uniti dall’Afghanistan (paese del quale oggi non parla più nessuno) con il ritorno al potere degli oppressori Talebani. Questa fuga precipitosa ha offerto il destro, neanche un anno dopo, per l’aggressione all’Ucraina da parte della Russia, un’azione che Putin si era illuso di portare a termine in poche settimane, confidando nelle incertezze della presidenza Biden. Ma in questo caso, contrariamente alle aspettative del Cremlino, l’Occidente ha dimostrato di sapere reagire: gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno fornito alla martoriata Ucraina il sostegno politico, economico, militare e morale necessario per resistere e contrattaccare».

Come detto la guerra in Ucraina e il conflitto israelo-palestinese stanno praticamente dividendo in due il mondo: da una parte Russia, Iran, Cina, Corea del Nord e altri staterelli che compongono il nuovo “Asse e del Male” e dall’altra parte ci siamo noi. Tutti noi. E che farsene di coloro che dalle piazze europee gridano “morte a Israele”?

Con i giovani la scuola può fare molto e qui il governo deve fare un grande sforzo, mentre per gli altri non c’è cura. L’antisemitismo di matrice araba ha radici che affondano nella notte dei tempi e ci sono poche speranze di evitare che si propaghi ma fermare i barconi pieni di giovani musulmani dei quali nessuno sa nulla può certamente aiutare.

«Il segnale più significativo di questa nuova guerra in Medio Oriente è rappresentato dallo spostamento nel Mediterraneo orientale di due portaerei americane. E’ un messaggio chiaro e forte: se l’Iran tenterà di aggredire Israele da nord, gli Stati Uniti interverranno per impedirlo. E’ di queste ore la notizia che aerei americani hanno colpito postazioni dei pasdaran iraniani in Siria. Dunque la coalizione dei paesi totalitari è avvisata. Se Putin continuerà nel suo tentativo di destabilizzare l’Africa e l’Unione Europea, se l’Iran proseguirà nel suo folle disegno di distruggere Israele, se la Cina seguiterà a minacciare Taiwan e Filippine nel Pacifico, l’Occidente liberale non starà a guardare».

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Stefano Piazza