Emmanuel Macron elezioni legislative francia le pen governo
EPA
Dal Mondo

Macron sconfitto, Francia ingovernabile

Il presidente battuto alle legislative, l'avanzata di Mélenchon e Le Pen: gli scenari politici con sullo sfondo l'ipotesi di scioglimento dell'Assemblea per impossibilità di governare

È un’autentica Waterloo elettorale quella che ha travolto Emmanuel Macron alle elezioni parlamentari francesi. La coalizione del presidente, Ensemble, ha perso la maggioranza all’Assemblea nazionale, scendendo a 246 seggi: un crollo rispetto ai 347 precedentemente detenuti, che ha portato alla sconfitta elettorale e alle conseguenti dimissioni di vari ministri al potere. Avanzano clamorosamente invece Nupes di Jean-Luc Mélenchon (che ha conquistato 142 seggi) e il Rassemblement National di Marine Le Pen (che è salito a quota 89 seggi). Ben magro risultato invece per i Repubblicani, che hanno quasi dimezzato i loro seggi, fermandosi a 64. Per il presidente si profila adesso lo spettro dell’ingovernabilità, visto che, per ottenere la maggioranza assoluta, è necessario controllare almeno 289 seggi.

COME MACRON POTRA' GOVERNARE LA FRANCIA

A prima vista, l’ipotesi più probabile sembrerebbe quella di un’alleanza con i Repubblicani, che permetterebbe a Macron di superare la fatidica soglia. Anche perché, dall’altra parte, sarebbe abbastanza complicato ipotizzare un accordo con Mélenchon o con la Le Pen, viste le demonizzazioni a cui l’inquilino dell’Eliseo ha di fatto sottoposto entrambi finora. Il punto è che non è affatto scontata una disponibilità dei gollisti. Dopo la sconfitta alle ultime presidenziali della loro candidata centrista Valérie Pécresse, parte consistente del mondo repubblicano si è convinta (non del tutto a torto) che un eccessivo spostamento al centro sia destinato a rivelarsi deleterio. D’altronde, i numeri di stanotte stanno a confermare tale situazione.

Una seconda ipotesi che stuzzica lo stato maggiore macroniano è quella di formare una maggioranza raccogliticcia, pescando deputati da vari partiti. È questo quanto almeno sembra suggerire il nuovo ministro dell’Agricoltura, Marc Fesneau. Una simile soluzione è tuttavia assai difficile da realizzare, senza contare che esporrebbe in caso Macron a una maggioranza più che traballante.

L'IPOTESI DEL RITORNO ALLE URNE

Un terzo scenario che si profila, evocato sempre da Fesneau, è quello di ricorrere all’articolo 12 della Costituzione francese, che attribuisce al presidente il potere di sciogliere l’Assemblea nazionale e di indire nuove elezioni. Una soluzione estrema, a cui Macron potrebbe tuttavia ricorrere in caso non si riuscisse a formare una maggioranza parlamentare. Lo scenario dello scioglimento si è verificato finora in cinque occasioni: nel 1962 e nel 1968 (con Charles de Gaulle); nel 1981 e nel 1988 (con François Mitterrand); nel 1997 (con Jacques Chirac). Per essere precisi, c’è un dibattito tra i costituzionalisti sulla possibilità che Macron possa sciogliere l’Assemblea nazionale già nei prossimi giorni o se debba, nel caso, attendere un anno.

Resta comunque il fatto che si tratta di una possibilità sul tavolo che tuttavia potrebbe danneggiare ulteriormente il presidente dal punto di vista politico. Un presidente, ricordiamolo, rieletto lo scorso aprile, ma a fronte di un’affluenza bassissima e con circa due milioni di voti in meno rispetto al 2017.

Una tale serie di fattori indebolisce Macron non solo in politica interna, ma anche sul piano internazionale. Non solo perché dovrà prevedibilmente trascorrere i prossimi mesi a destreggiarsi tra beghe partitiche, ma anche perché questo risultato elettorale comprometterà la sua già malferma autorevolezza in politica estera.

I più letti

avatar-icon

Stefano Graziosi