Karim Massimov kazakistan
L'ex premier kazako Karim Massimov, arrestato per tradimento (Getty Images).
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Luttwak: «Salviamo il mio amico Karim Massimov»

L'analista militare statunitense lancia un appello per l'ex premier del Kazakistan. Di origini uigure, durante i recenti disordini è stato incarcerato per alto tradimento. «Come i ministri ebrei assassinati nella Germania di Weimar e nell'Ungheria del 1920», sottolinea Luttwak.

Karim Massimov è indubbiamente un uomo pieno di talento: matematico di formazione, legge, scrive, parla molto bene mandarino, russo, arabo e inglese (e con me usava solo il francese per esercitarsi). A 56 anni, è stato due volte ministro, due volte primo ministro nonché capo di gabinetto del Presidente. Quando è stato arrestato, era capo operativo della Sicurezza nazionale del Paese e occupava quel posto per assicurare l'integrità della Presidenza in quanto arbitro imparziale.

Che cosa lo rendeva un arbitro imparziale? A causa della sua etnia, Massimov non potrebbe mai diventare presidente del Kazakistan: non è completamente kazako ma in parte uiguro, il che lo priva anche delle invisibili ma importanti connessioni a livello confederale, di tribù e di clan di cui godono gli altri politici. Naturalmente ciò lo rende sacrificabile in una crisi, come accadeva ai ministri ebrei che venivano assassinati nella Germania di Weimar e nell'Ungheria del 1920.

Perché è stato arrestato per tradimento? Il governo non ha reso noti i dettagli dell'imputazione a suo carico. Anche altri incaricati dell'ex presidente kazako Nursultan Nazarbayev sono stati licenziati, ma solo Karim Massimov è in prigione. Non avendo conoscenze particolari, posso solo predere in considerazione le possibili ragioni:

Teoria numero 1: Massimov si è opposto alla richiesta di truppe russe.

Il gruppo ora al potere sotto il presidente Kassym-Jomart Tokayev (originariamente nominato dal suo predecessore «Primo Presidente» Nazarbayev) ha deciso di chiamare le truppe russe sotto la sottile copertura della CST (Collective Security Treaty, l'alleanza militare euro-asiatica che raggruppa alcuni Stati post-sovietici, ndr) per resistere ai presunti «20.000 radicali addestrati» che stavano attaccando gli edifici pubblici di Almaty, la più grande città del Paese. Avendo visitato molte capitali straniere per ottenere un'indipendenza il più possibile reale per il suo Paese senza sbocco sul mare, Karim Massimov si sarebbe opposto alla richiesta di intervento russo, che ristabiliva la sovranità russa sul nono Paese più grande del mondo. (Gli estremisti russi hanno a lungo chiesto la conquista del Kazakistan del Nord, a maggioranza russa, ma Vladimir Putin ha pazientemente aspettato che l'intero Paese gli cadesse in grembo come in Crimea, Abkhazia e Ossezia del Sud).

Teoria numero 2: Massimov si è opposto agli ordini di «sparare per uccidere senza preavviso» emessi dal presidente Tokayev in risposta alla distruzione di edifici pubblici.

Come capo operativo del Comitato di sicurezza nazionale (l'agenzia di intelligence kazaka, ndr), i tiratori sarebbero stati sotto i suoi ordini, e Karim Massimov non voleva ordinare loro di sparare su civili disarmati, anche se violenti.

Teoria numero 3: Massimov si è opposto alla retrocessione del «Primo Presidente» Nazarbayev.

I dimostranti avevano abbattuto una statua di Nazarbayev e il presidente Tokayev avrebbe fatto piacere a molti rimuovendolo dalla sua posizione legale di Primo Presidente e capo del Comitato di sicurezza nazionale, perché i grandi meriti dell'uomo (compresa la sua intolleranza nei confronti dell'intolleranza etnica) sono controbilanciati dai miliardi intascati della sua famiglia. Ma il ruolo di Nazarbayev come Primo Presidente e capo del Comitato di sicurezza nazionale era legalmente definito, quindi opporsi al suo brusco licenziamento era un dovere legale di Massimov. Per questo, anche lui sarebbe potuto essere licenziato insieme al Primo ministro e ad altri incaricati di Nazarbayev. Ma sostenere la legge - per quanto discutibile - non è tradimento.

La teoria numero 4 è solo una «mezza teoria»: come capo operativo del Comitato di sicurezza nazionale, Massimov ha autorizzato i manifestanti che protestavano contro la repressione nello Xinjiang a presentarsi davanti all'ambasciata della Repubblica Popolare Cinese, creando un enorme imbarazzo ai cinesi.

Nessuna manifestazione del genere è stata autorizzata altrove nella regione, tanto meno in Russia o in Turchia (Recep Tayyip Erdogan difende Hamas, ma non i milioni di musulmani della Cina). Pechino ha bloccato l'ingresso del materiale rotabile kazako per forzare la fine delle manifestazioni, ma queste sono continuate. I manifestanti erano per lo più persone di etnia kazaka della prefettura «autonoma» dello Xinjiang, ora sistematicamente perseguitati insieme agli uiguri sotto la politica di «sinificazione» forzata di Xi Jinping. Erano stati sottratti all'arresto, molto probabilmente da Massimov, che parla mandarino. Tra i manifestanti dovevano esserci anche degli uiguri, ragione per cui Massimov sarebbe stato particolarmente biasimato. Questa «mezza teoria» dimostrerebbe che, qualunque sia stato il motivo reale del suo arresto, ha fatto molto piacere anche alla Cina, il Paese confinante che domina dal punto di vista economico il Kazakistan.

Teoria numero 5: Karim Massimov non è l'uomo che io credo, ma una losca figura arrestata per salvaguardare il Paese che voleva tradire.

A questo mondo tutto è possibile, anche questo. Se così fosse, Massimov dovrebbe essere messo agli arresti domiciliari per rispondere alle accuse specifiche che devono ancora essere pubblicate. L'unica ragione per tenerlo in cella è per umiliare il parvenu e punirlo fisicamente (di notte la temperatura ad Astana scende a 16 gradi sotto zero).


Nota: nessun membro della famiglia Massimov, né chiunque altro, ha richiesto o autorizzato questo testo, né promesso alcuna forma di pagamento.

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Edward Luttwak