La scuola in California insegna a cambiar sesso all'insaputa dei genitori
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La scuola in California insegna a cambiar sesso all'insaputa dei genitori

Lezioni di transgender all'insaputa dei genitori. E' polemica negli Usa per quanto succede in California, e che potrebbe succedere anche in Italia

The Federalist riferisce di un convegno della Heritage Foundation che ha visto tra i relatori la giornalista del Wall Street Journal Abigail Shrier, autrice di "Irreversible Damage: The Transgender Craze Seducing Our Daughters". La Shrier ha esposto le inquietanti conclusioni delle indagini da lei condotte in California, dove ha intervistato centinaia di genitori. Costoro si sono scoperti completamente all'oscuro di come nelle scuole si insegni la teoria gender ai loro figli. Anche genitori "liberal" o progressisti sono scoppiati in lacrime nel raccontare cosa è successo ai loro ragazzi e più spesso alle loro ragazze.

Nelle scuole pubbliche e private di tutto lo Stato, l'educazione di genere è molto più radicata e radicale di quanto i genitori pensano e crea una grande confusione tra bambini e ragazzi. Piuttosto che insegnare la tolleranza e l'accettazione degli altri, la Shrier ha detto che gli insegnanti incoraggiano gli alunni ad allontanarsi dalle famiglie.

In prima elementare, per esempio, spiegano a bambini di cinque e sei anni che il loro sesso è stato deciso casualmente al momento della nascita e dicono loro che ora devono impegnarsi a scoprire qual è il loro vero genere. Vengono poi istruiti sul fatto che chiunque metta in dubbio il risultato della loro ricerca personale sta commettendo un abuso nei loro confronti. Se i genitori chiedono informazioni su questa ricerca alla luce delle loro credenze religiose, è un abuso spirituale.

Tutto questo viene fatto con il pretesto dell'antibullismo, il che significa che tali lezioni sono obbligatorie. «Con il pretesto di proteggere i bambini, si avvia l'intera popolazione studentesca alla confusione di genere», ha detto la giornalista.

Il risultato è già sotto gli occhi di tutti, vista l'impennata del numero di ragazzine che si identificano come transgender, nonostante non abbiano mai provato dubbi del genere nella prima infanzia, e si imbarcano nell'iter del "cambiamento di sesso" con conseguenze devastanti e permanenti.Le scuole sono molto reticenti nel dare informazioni riguardo a questi corsi "educativi" sull'identità di genere. La Shrier ha visto, però, che la California Teachers Association, nel giugno 2019, ha approvato la proposta di consentire ai ragazzi di lasciare la scuola durante l'orario scolastico per ricevere le cure ormonali necessarie alla transizione, senza il consenso dei genitori. Questi si accorgono che qualcosa non va quando è già troppo tardi. Gli insegnanti, d'altro canto, demonizzano la famiglia e le tradizioni di casa, incoraggiando i ragazzi a riporre tutta la loro fiducia solo nella scuola. Viene loro insegnato che la casa non è sempre un luogo sicuro, mentre a scuola possono essere veramente liberi. Questa politica scolastica non è solo dello Stato della California: la Shrier ne ha avuto contezza anche a New York e nel New Jersey.

Pro Vita & Famiglia, invece, ne ha avuto contezza anche qui in Italia. Insieme con altre associazioni pro family, già nel 2012 bloccammo la diffusione in tutte le scuole di ogni ordine e grado dei libercoli predisposti dall'Unar e dall'Istituto Beck "Educare alla diversità" che - proprio come da copione - promuovevano la teoria gender e remavano contro la famiglia e l'educazione che essa impartisce ai bambini (piena di "stereotipi"). Da allora abbiamo raccolto in un corposo dossier centinaia di casi in cui i genitori o gli insegnanti hanno protestato per l'implementazione di progetti fortemente opinabili e diseducativi in scuole di ogni grado, in tutto il territorio nazionale.

Finora, però, si è potuto protestare. In molti casi i progetti stessi sono stati bloccati. In molti casi i genitori hanno potuto risparmiare ai ragazzi l'indottrinamento. E poi hanno imparato ad usare lo strumento del consenso informato che - soprattutto dopo la circolare emanata in materia dal Ministro Bassetti - consente di esercitare il loro diritto ad educare la prole pretendendo una puntuale informazione preventiva su quello che viene insegnato in classe e sull'identità e la qualifica degli educatori deputati allo scopo. Finora.Perché, se a settembre la proposta di legge Zan dovesse passare, le associazioni Lgbt, di concerto con l'Unar, come vuole l'art. 6 del testo unificato in esame alla Camera, avranno le porte spalancate non solo nell'ambito dell'educazione e dell'istruzione, ma anche nel campo del lavoro, dei media e della comunicazione, dove potranno dettare la loro agenda ideologica e propagandare il loro stile di vita "inclusivo". Se così sarà il "gender diktat" sarà imposto a tutti, dentro e fuori le scuole e chi oserà protestare - genitori in primis - saranno imputabili come chi «istiga a commettere o commette atti di discriminazione … fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere» ex art.604 bis c.p.

La California non è poi così lontana.

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Francesca Romana Poleggi

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Toni Brandi Pro Vita & Famiglia Onlus