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(Ansa)
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Israele libera 4 ostaggi; i dettagli dell'«Operazione Arnon»

Sabato mattina, le Forze di difesa israeliane (Idf), l'Agenzia di sicurezza Shin Bet e la Polizia israeliana hanno portato a termine una delle operazioni più importanti e ad alto rischio, coronata da successo, della guerra contro Hamas, liberando quattro ostaggi vivi detenuti dai jihadisti nella Striscia di Gaza. L'operazione si è svolta in pieno giorno e in una zona in cui le Forze israeliane non avevano ancora operato in precedenza. L'operazione per salvare Noa Argamani, 26 anni, Almog Meir Jan, 21 anni, Andrey Kozlov, 27 anni, e Shlomi Ziv, 41 anni, era stata pianificata con settimane di anticipo, secondo quanto riportato da The Times of Israel. Inizialmente denominata «Semi dell'estate», il nome della missione è stato cambiato in «Operazione Arnon» in onore del capo dell'unità Yamam Arnon Zamora, che è stato gravemente ferito dal fuoco di Hamas durante il salvataggio di tre ostaggi e che successivamente è deceduto in ospedale a causa delle ferite riportate.

Una lunga pianificazione

Durante il periodo di pianificazione sono state raccolte e analizzate informazioni sulla posizione degli ostaggi che Hamas ha continuamente spostato gli ostaggi all'interno della Striscia Gaza per evitare le operazioni di salvataggio israeliane. Nei giorni precedenti al salvataggio, l'Unità antiterrorismo d'élite Yamam della Polizia si è esercitata simulando vari modelli di estrazione a Nuseirat, nel centro di Gaza, simili al raid di Entebbe del 1976, quando i commando israeliani liberarono oltre 100 ostaggi in Uganda. Sempre nei giorni precedenti la missione, le Forze militari israeliane hanno lanciato un'operazione a est di Bureij e a sud-est di Deir al-Balah, apparentemente per distrarre Hamas e ridurre le difese a Nuseirat. Secondo una fonte diplomatica che ha parlato con Time of Israel, il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant hanno dato il loro via libera all'operazione giovedì sera, dopo che una riunione del Gabinetto di guerra e del Gabinetto di sicurezza è stata annullata.

Gli attacchi sabato

Il raid è stato eseguito sabato mattina, dopo che lo Shin Bet ha raccomandato che fosse il momento ideale per cogliere di sorpresa i terroristi di Hamas che custodivano i quattro ostaggi. Le precedenti operazioni di salvataggio a Gaza erano avvenute di notte. Alle 11:00 è stato dato l'ordine agli ufficiali dello Yamam e dello Shin Bet di fare irruzione in due edifici a più piani a Nuseirat, dove Hamas teneva gli ostaggi. Nuseirat è una delle poche aree di Gaza in cui le truppe di terra non sono ancora entrate durante l'offensiva di terra dell'Idf contro Hamas. Gli edifici erano a circa 200 metri di distanza l'uno dall'altro e la decisione di attaccarli contemporaneamente è stata presa per evitare che Hamas potesse uccidere gli ostaggi una volta individuata l'operazione di salvataggio nell'altro edificio. Noa Argamani era tenuta prigioniera dalle guardie di Hamas in una casa di una famiglia palestinese, mentre gli altri tre ostaggi erano tenuti in un'altra abitazione, anch'essi sotto il controllo dei jihadisti. Secondo l'Idf, Hamas paga queste famiglie per tenere gli ostaggi nelle loro case ed è l’ennesima prova del livello di compromissione dei civili palestinesi. Meir Jan ha riferito che lui, Kozlov e Ziv sono stati detenuti insieme per otto mesi in quattro case diverse, come riportato da Channel 12 sabato sera. Il salvataggio di Argamani è stato descritto dai funzionari militari come abbastanza facile, date le circostanze. Tuttavia, nella casa dove erano detenuti Meir Jan, Kozlov e Ziv, è scoppiato un violento scontro a fuoco. Michal Zamora, Comandante della squadra di soccorso nel secondo edificio, è stato gravemente ferito dal fuoco di Hamas e successivamente è deceduto in ospedale a causa delle gravi ferite riportate. Nello scontro sono state uccise anche le guardie di Hamas.

Poco dopo, mentre i tre ostaggi e Zamora venivano evacuati da Nuseirat, il loro veicolo è stato colpito dal fuoco nemico e si è bloccato a Gaza. Altre forze sono rapidamente intervenute per soccorrerli, trasportandoli su un eliporto improvvisato a Gaza, da dove sono stati trasportati in aereo all'ospedale Tel Hashomer nel centro di Israele. Anche Noa Argamani è stata portata in elicottero all'ospedale, poco prima che gli altri tre fossero evacuati da Gaza. Secondo l'Idf, le Forze di soccorso hanno affrontato un'intensa sparatoria e lanci di Rpg a Nuseirat, costringendo le truppe di terra e l'aeronautica israeliana a effettuare attacchi significativi nell'area. Gli attacchi, mirati alle posizioni da cui gli agenti di Hamas aprivano il fuoco, avevano lo scopo di proteggere le forze di salvataggio e gli ostaggi. L'Idf ha riconosciuto di aver ucciso civili palestinesi durante i combattimenti, ma ha attribuito la colpa a Hamas per aver tenuto ostaggi e combattuto in un ambiente densamente popolato: «Sappiamo di meno di 100 vittime palestinesi. Non so quanti di loro siano terroristi», ha affermato alla Reuters il portavoce dell'Idf, il Contrammiraglio Daniel Hagari. Gli uomini di Hamas hanno anche lanciato missili antiaerei contro gli elicotteri israeliani durante l'operazione, senza riuscire a colpirli. Oltre a Zamora, molte altre truppe sono state leggermente ferite dalle schegge durante l'operazione.

Terzo salvataggio in otto mesi

I funzionari militari hanno detto che la missione era «sul filo del rasoio» tra il successo e il fallimento. Il Capo di Stato maggiore dell'Idf, il Generale Herzi Halevi, e il Capo dello Shin Bet, Ronen Bar, hanno comandato insieme l'operazione. Anche Netanyahu e Gallant hanno osservato la missione dalla sala di guerra. Halevi e il comandante di Yamam hanno deciso di cambiare il nome della missione in Operazione Arnon, in onore dell'ufficiale ucciso. Questa è stata solo la terza operazione di successo nei 246 giorni successivi all'attacco di Hamas, in cui sono stati presi gli ostaggi, dopo che la soldatessa Ori Megidish è stata liberata alla fine di ottobre e Fernando Marman, 61 anni, e Louis Har, 70 anni, sono stati salvati a Rafah, nel sud di Gaza, a febbraio. A dicembre è stato tentato almeno un altro salvataggio di ostaggi, ma è fallito, con l'uccisione dell'ostaggio e il suo corpo rimasto in mano a Hamas. Tutti gli ostaggi salvati dall'Idf a Gaza, compresi i quattro di sabato, sono stati liberati da edifici e non dalla vasta rete di tunnel di Hamas. Molte altre operazioni di salvataggio sono state pianificate, in alcuni casi in modo estensivo, ma alla fine sono state considerate troppo pericolose per la vita degli ostaggi o tecnicamente impossibili da realizzare. Argamani, Meir Jan, Kozlov e Ziv, prigionieri di Hamas da otto mesi, erano tutti in buone condizioni, secondo le prime valutazioni mediche. I quattro erano stati rapiti al festival musicale Supernova vicino alla comunità di Re'im la mattina del 7 ottobre, quando circa 3.000 terroristi guidati da Hamas uccisero 1.200 persone e presero 251 ostaggi nel sud di Israele. Gli sforzi di Israele per liberare i suoi rapiti mettono in evidenza tutta la debolezza dell'Occidente che chiede di porre fine alla guerra. Se le richieste di alcuni politici occidentali fossero state accolte, alcuni dei rapiti non sarebbero mai tornati a casa. È stato solo l’uso della forza, solo questo, a riportarli a casa perché Hamas non li liberà mai e prova ne è il fatto che il gruppo jihadista da mesi rifiuta qualsiasi accordo. L’Occidente deve evitare di riconoscere uno Stato palestinese in questo momento perché questo non fa altro che ritardare il ritorno a casa dei rapiti e l’eliminazione di Hamas.

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Stefano Piazza