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(Ansa)
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Hamas spende più in armi e tunnel che per aiutare la gente di Gaza

L'analisi del maxi cunicolo di 4 km scoperto da Israele racconta di quali siano le priorità anche economiche dei miliziani

Domenica scorsa le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno rivelato di aver scoperto il più grande tunnel di Hamas mai scoperto. Il tunnel si trova nel nord della Striscia di Gaza, vicino al valico di frontiera di Erez con Israele ed è lungo circa quattro, scende per circa 50 metri sottoterra in alcune aree ed è abbastanza largo da consentire il passaggio dei veicoli. Uno dei pozzi di entrata è stato trovato a soli 400 metri dal valico di Erez, che fino all’assalto di Hamas del 7 ottobre facilitava il movimento dei civili palestinesi in Israele per lavoro e cure mediche.

L'Idf nei vari momenti dedicati alla stampa ha affermato che nelle ultime settimane, l'unità d'élite Yahalom del Combat Engineering Corps e la Brigata Nord della Divisione Gaza «hanno utilizzato intelligence e mezzi tecnologici avanzati per scoprire la rete strategica di tunnel, scansionarla e liberarla da qualsiasi potenziale minaccia». Una volta entrati nel tunnel i militari israeliani hanno potuto vedere che vi sono diverse diramazioni e incroci, insieme a linee idrauliche, elettriche e di comunicazione, oltre a delle stanze dove erano nascoste delle armi. In alcune parti del tunnel, le truppe hanno trovato delle porte blindate, che secondo l'Idf «avevano lo scopo di impedire l'ingresso alle truppe israeliane».

Come si può vedere nei video dell’Idf il tunnel è abbastanza largo da consentire il movimento di veicoli e «la larghezza indica che doveva essere utilizzato per raid con veicoli contro i civili nelle comunità di confine di Gaza», ha affermato il comandante della Brigata Nord della Divisione di Gaza, Col. Haim Cohen, in una dichiarazione video. Agli inizi di dicembre l’Idf ha annunciato che i soldati avevano scoperto più di 800 tunnel nella Striscia dall’inizio dell’offensiva di terra contro Hamas iniziata a fine ottobre, circa 500 dei quali erano già stati distrutti. In una conferenza stampa domenica sera, il portavoce dell'Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha affermato: «Il tunnel non è un tunnel normale. È una città. Una città terroristica sotterranea che Hamas ha scavato e costruito invece di investire denaro negli abitanti di Gaza». Poi Hagari ha anche detto che l’Idf continuerà a scoprire le città terroristiche sotterranee di Hamas: «Presto scopriremo altre città di cui ci occuperemo, uccideremo i terroristi al loro interno e li distruggeremo e siamo a conoscenza di almeno tre tunnel di dimensioni simili a Gaza».

La settimana scorsa, l’Idf ha annunciato che i soldati avevano scoperto più di 800 tunnel nella Striscia di Gaza dall’inizio dell’offensiva di terra contro Hamas iniziata a fine ottobre, circa 500 dei quali erano già stati distrutti. Non c’è dubbio che la scoperta di questi e altri tunnel sia una buona notizia per il futuro, tuttavia, nessuno ha fatto la seguente domanda: «Scusate, ma mentre Hamas li costruiva voi esattamente dove eravate?». Appare oggettivamente impossibile che tutto il fermento che circonda la costruzione di queste opere ingegneristiche vedi le decine di uomini impiegati, le macchine utilizzate e i materiali da installare, non siano state viste dai servizi segreti israeliani e dell’esercito universalmente riconosciuti (almeno fino al 7 ottobre 2023) tra i migliori del mondo. A questa e ad altre domande prima o poi qualcuno a Gerusalemme dovrà rispondere- non certo a noi, ma agli israeliani e alle famiglie delle vittime. Secondo le indiscrezioni, il progetto di questo grande tunnel sia stato coordinato da Muhammad Sinwar, comandante della brigata meridionale di Hamas, e fratello del leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar e in tal senso come scrive Times of Israel «l'IDF ha anche diffuso filmati ottenuti dalla Striscia di Gaza che mostrano Muhammad Sinwar in un'auto che attraversa il tunnel principale». Esercito israeliano che ha anche affermato che i materiali utilizzati per costruire il tunnel «non sono stati visti finora nei tunnel tattici di Hamas», mentre pare che le macchine utilizzate per la perforazione dei tunnel utilizzate nella costruzione siano state introdotte di nascosto nella Striscia di Gaza. Fin qui la cronaca ma a proposito di domande non si può trascurare quella sul costo e sulle tempistiche dell’opera.

Quanti soldi ci sono voluti per costruire questo tunnel lungo quattro chilometri e profondo 50 metri, dotato di apparecchiature all’avanguardia?

Lo chiediamo a Giovanni Brussato, Ingegnere minerario e firma di Panorama: «Premesso che si tratta di una valutazione fatta con i pochi dati a disposizione, si vedono strutture il calcestruzzo, altre basate su travi in legno ed altre ancora autoportanti. La ventilazione è molto approssimata ed è pensabile che i costi della manodopera e quindi della sicurezza di cantiere non siano quelli occidentali. Inoltre, pare di capire che ha sezioni di dimensioni variabili e che non sia tutto percorribile con automezzi. La movimentazione, quindi, potrebbe essere stata realizzata con mezzi di dimensioni limitate ed in parte a mano. Escluderei l’uso dell’esplosivo da quello che fanno vedere. Si tratta di terreno con scarsa resistenza meccanica quindi ipotizzo martelli pneumatici. Non penso nemmeno all’utilizzo di macchinari specialistici anche se rimane strano che nessuno si sia accorto delle operazioni di smarino (che possono essere divise in due momenti: la raccolta ed il caricamento della roccia abbattuta e il trasporto del materiale dal fronte di scavo direttamente all'esterno della galleria), tutto sommato saranno stati almeno 30.000 mc di materiale».

In quanto tempo è stato costruito, con quali tempi e costi?

«Per gallerie di questo tipo la velocità di avanzamento in tradizionale dipende da un numero impressionante di cose. Soprattutto dalla qualità della roccia e dalla sezione della galleria. Sempre di media, valori ‘a naso’ potrebbero essere non più di 10 m/giorno ma riterrei più facilmente sia opportuno attestarsi a 5 m/giorno considerando anche gli inevitabili incidenti di percorso. Anche i costi sono solo ipotizzabili ma considerando l’assenza di sicurezza, di strutture meccanizzate, a mio parere anche di retribuzione, si può ipotizzare, con tutte le cautele del caso, un costo intorno tra i 7.000 ed i 10.000 dollari per metro quindi possiamo ipotizzare un costo che varia dai 28 a 36 milioni di dollari».

E chi ha pagato? Se la storia di questi ultimi mesi ci ha insegnato qualcosa è evidente che anche i tunnel così come le armi e i missili e le munizioni utilizzate contro Israele, sono stati finanziati con i soldi che arrivano da decenni a pioggia nella Striscia di Gaza da Qatar, Iran e dal resto del mondo, Europa compresa. Tutti soldi che sono quindi serviti a gonfiare i patrimoni dei capi di Hamas che vivono da nababbi all’estero, e per saziare il continuo bisogno di sangue e di morte dei capi jihadisti di Hamas come Yahya Sinwar, mentre il popolo palestinese è ridotto alla fame dai suoi stessi capi e non certo dagli israeliani e dove Hamas abbia portato il popolo che dice di amare così tanto lo mostrano le fotografie di Gaza rasa al suolo.

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Stefano Piazza