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(Ansa)
Dal Mondo

Missili nucleari russi e controffensiva ucraina in una guerra destinata alla parità

Vladimir Putin ha affermato che saranno presto pronti per il dispiegamento i nuovi missili nucleari Sarmat. Ma dal punto di vista militare chi può vincere questa guerra? Oppure nessuno può prevalere? Secondo il Generale Battisti si possono trarre alcune considerazioni.

Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che i nuovi missili nucleari Sarmat che sono in grado di trasportare 10 o più testate nucleari saranno presto pronti per il dispiegamento. Lo scrive la Tass. Secondo Putin che ha parlato ai laureati della accademie militari: «C'è un rallentamento della controffensiva ucraina e il nemico sta subendo perdite serie. Gli ucraini hanno perso finora 245 carri armati e 678 blindati di vario tipo, compresi francesi e americani, ma le forze di Kiev non hanno esaurito il potenziale per l'avanzata».

Stamattina tre droni sono caduti nella regione di Mosca in quello che il ministero della Difesa russo ha definito «un attacco terroristico ucraino». Il ministero della Difesa in una nota scrive: «Oggi è stato sventato un tentativo da parte del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico con tre velivoli senza pilota contro obiettivi nella regione di Mosca (nel quartiere di Nova Mosca e nel distretto Naro-Fominsk) ma l'attacco è fallito in quanto tutti i velivoli sono caduti grazie all'utilizzo di dispositivi di guerra elettronica e non ci sono state vittime né danni».

Ieri Kyrylo Budanov, capo dell'Intelligence ucraina e considerato dalla Russia il nemico pubblico numero due dopo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, è riapparso durante un incontro ufficiale con l'ambasciatore del Giappone Matsuda Kuninori e con il viceministro degli Esteri ucraino Emine Japarova. I russi avevano prima raccontato che era stato ucciso e poi che si trovava a Berlino in coma.

Lo scorso 15 giugno l'agenzia russa Ria Novosti scriveva che Budanov sarebbe stato ferito in un attacco russo il 29 maggio «e poi trasferito in gravi condizioni in un ospedale militare a Berlino». Successivamente il magazine tedesco Stern, citato come fonte di indiscrezioni sul ricovero di Budanov, aveva negato di aver mai scritto qualcosa del genere. In passato media russi avevano diffuso anche notizie sul ferimento del comandante in capo delle forze ucraine, Valery Zaluzhny, che si erano poi rivelate false. Nonostante il capo dell’intelligence di Kiev sia apparso in diretta televisiva i russi continuano a diffondere fake news, tanto che sul canale Telegram Grey Zone, che fa riferimento alla compagnia di mercenari della Wagner, si legge: «Quello che si vede nei video non sarebbe Budanov ma solo un ologramma. Il ricorso all'intelligenza artificiale non ha permesso di realizzare un sosia hi-tech perfetto: l'attaccatura dei capelli, si legge nel post, non è quella reale».

Kyrylo Budanov sulla notizia della sua morte ha scherzato: «Stiamo mettendo su una squadra di immortali -commenta serafico il capo del Gu- Io, Zaluzhny, Stepan Bandera, Simon Petlyura, Ivan Mazepa… Arriveremo di notte negli incubi dei russi che hanno cercato di conquistare l’Ucraina». Poi fattosi serio ha dato una notizia che se fosse confermata sarebbe spaventosa: «Dopo aver fatto saltare in aria la diga di Nova Kakhovka, i soldati della Federazione russa hanno minato gli impianti di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia».

Ma come sta andando la controffensiva ucraina?

Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky tutto sta andando secondo i piani: «Adesso i nostri soldati a sud ed est stanno distruggendo il nemico, liberando fisicamente l'Ucraina. Questo continuerà in futuro». Tuttavia, come si legge nell’aggiornamento dell’Institute for the Study of War (ISW), la controffensiva ucraina sarebbe entrata in una fase di rallentamento: secondo diversi esperti militari, Kiev avrebbe sospeso temporaneamente le operazioni offensive per riesaminare le sue tattiche alla luce delle difficoltà iniziali. Nel suo report l’ISW cita la dichiarazione rilasciata venerdì scorso dal capo dell'intelligence militare estone, il colonnello Margo Grosber, secondo il quale «nei prossimi sette giorni» non vedremo un'offensiva ucraina. Difficile confutare queste affermazioni visto che gli ucraini a giusta ragione mantengono la segretezza sulle loro operazioni militari.

Quello che si sa è che domenica scorsa le forze di Kiev hanno liberato il villaggio di Piatykhatky, a sud della città di Zaporizhzhia. Si tratta del primo villaggio riconquistato in quella zona del fronte e si aggiunge così ad altri sette insediamenti liberati nel corso delle prime due settimane di controffensiva, per un totale di circa 113 kmq di territorio: un risultato che appare piuttosto modesto se consideriamo le grandi aspettative sulla controffensiva ucraina anche se va detto che nessuno sa in quale punto del fronte verrà sferrato il grande attacco. A questo proposito va detto che l'Ucraina non ha ancora messo in campo la maggior parte delle forze preparate per la controffensiva. Come scrive l’ISW attualmente l'avanzata degli ucraini si sta sviluppando in tre direzioni: «La periferia di Bakhmut, a sud della città di Zaporizhzhia e al confine delle regioni di Zaporizhzhia e Donetsk. Soprattutto sul fronte sud, le forze ucraine si stanno scontrando con la difesa ben preparata dei russi, che si servono della propria superiorità aerea, campi minati e intenso fuoco d'artiglieria».

Quello che appare sempre più evidente è che non si vede una via d’uscita dal conflitto passando attraverso negoziati. Allora dal punto di vista militare chi può vincere questa guerra? Oppure nessuno può prevalere? E se così fosse: come se ne esce?

Lo chiediamo al Generale di Corpo d’Armata Giorgio Battisti:

«Le scarne comunicazioni ufficiali ucraine riportano che l’offensiva, iniziata oramai da due settimane, sia entrata ora in una fase di stasi per consentire allo Stato Maggiore ucraino di riorganizzare le forze in previsione di una prossima ripresa dell’iniziativa. Da parte russa, invece, si afferma che tutte le puntate offensive sono state respinte o fermate sugli avamposti, con minimi guadagni territoriali, senza intaccare la prima linea (delle due o tre realizzate l’inverno scorso) per la tenacia e la combattività delle forze di Mosca. Fonti ufficiali della NATO e di Kiev precisano inoltre che non sarebbe ancora iniziata la vera fase attiva dell’offensiva ma le operazioni di queste due settimane sarebbero sostanzialmente delle puntate offensive, o ricognizioni in forze, per testare la resistenza avversaria ed individuare i punti deboli del fronte russo dove poi esercitare il massimo sforzo per creare le condizioni per il successo: ovvero in gergo militare le cosiddette shaping operations. A supporto di ciò, viene sottolineato che solo tre delle 9/12 Brigate ucraine equipaggiate ed addestrate da vari Paesi dell’Alleanza Atlantica sono state impiegate in questa fase, lasciando intendere prossimi futuri attacchi ben più consistenti».

Difficile avere così un quadro di situazione generale attendibile ed aderente alla realtà ma secondo il Generale Battisti si possono trarre alcune considerazioni:

«Un’offensiva per avere buone possibilità di successo deve essere caratterizzata da tre elementi: L’inganno o il diversivo, la velocità della condotta, la sincronizzazione delle forze e dell’azione. Al momento, non sembrano aver trovato ampia applicazione nessuno di questi tre aspetti. I russi hanno avuto la possibilità, come detto, di fortificare in modo esteso la propria linea di contatto: campi minati, ostacoli anticarro (fossati, denti di drago, ecc.), percorsi obbligati da colpire con il fuoco dell’artiglieria (killing zone), più linee difensive, che hanno rallentato sensibilmente la progressione nemica. Hanno avuto, inoltre, tempo per studiare il terreno e individuare le possibili zone di attacco avversarie, dove rendere più robusta la difesa e dove dislocare sul retro le riserve più reattive. Nessuna situazione quindi analoga alla improvvisa e repentina offensiva ucraina del settembre 2022 a sud di Kharkiv. In questo i russi sono stati agevolati dalla recente distruzione della diga di Kakhovka che ha permesso loro di ridurre il lungo fronte (oltre 1.000 km) e ridislocare le unità (tra le più combattive) in altri settori».

Come spiegare quindi limitata, al momento, progressione ucraina?

«La sincronizzazione è forse l’aspetto che ha inciso maggiormente. L’addestramento secondo gli standard NATO di circa 50.000 ucraini, come riportato da più fonti dell’Alleanza, risulterebbe essere stato troppo breve e limitato alla preparazione di base dei militari di Kiev, composti in maggioranza da giovani reclute, tenuto conto che le unità più esperte e combattive si sono consumate nella lunga difesa di Bakhmut.Non basta insegnare come pilotare un carro armato o attaccare una trincea avversaria per considerare pronto al combattimento un soldato o un reparto. Le operazioni oggi sono condotte con manovre combinate e sincronizzate delle varie specialità che compongono una forza armata: fanteria, carri, artiglieria, elicotteri, droni, genio, intelligence, aeronautica, ecc..».

Quanto tempo serve per questo genere di addestramento?

«Occorrono tempi addestrativi più lunghi con esercitazioni combinate delle varie specialità, comandanti che sappiano gestire e dirigere le diverse componenti sul terreno e comandi militari che abbiano piena consapevolezza delle capacità e dei limiti delle proprie forze. Fonti militari statunitensi hanno riferito che hanno addestrato gli artiglieri ucraini all’impiego del cannone semovente Palladian in 6 giorni, quando il periodo previsto sarebbe di 7 settimane. Da sottolineare, anche, che queste Brigate ucraine equipaggiate all’occidentale hanno ricevuto decine di mezzi, armamenti e materiali diversi, non sempre compatibili e completamente differenti da quelli di provenienza sovietica o russa. La mancanza infine di una valida capacità di difesa contraerea a corto raggio ha consentito ai russi di utilizzare in modo esteso gli elicotteri d’attacco e gli aerei per il supporto di fuoco terrestre. Queso stallo operativo in cui nessuno dei due avversari riesce a prevalere sul campo non induce comunque a prevedere a breve una soluzione diplomatica, in quanto le posizioni dei due Presidenti sono assolutamente distanti e inconciliabili. Tale realtà potrebbe (forse) cambiare se uno dei due contendenti riuscisse ad ottenere un tale successo sul campo da poter indurre l’avversario ad accettare un cessate il fuoco e l’avvio di un dialogo. Kiev, a mio avviso, deve cercare di ottenere consistenti risultati operativi prima del summit della NATO a Vilnius del prossimo luglio per dimostrare all’Alleanza di poter prevalere sul campo di battaglia. Ma appare difficile. Non dobbiamo dimenticare che la Russia è una potenza nucleare! Come alcuni analisti affermano si potrebbe arrivare ad una soluzione coreana per il forte logoramento materiale, umano e morale dei due eserciti. Ma anche ciò appare difficile, se l’Occidente continua a supportare pienamente Kiev».

Nonostante le incertezze sulla fine del conflitto da oggi a Londra e per due giorni i leader e i rappresentanti di oltre 60 Paesi si riuniranno per una conferenza dei donatori per la ricostruzione dell'Ucraina. La Conferenza, ospitata dal primo ministro britannico Rishi Sunak, è la seconda tenuta dall'invasione russa. La prima, che si è svolta a Lugano, in Svizzera, nel luglio dello scorso anno, ha visto gli alleati di Kiev impegnarsi a sostenere l'Ucraina attraverso un processo di ricostruzione che sarà costoso e andrà avanti per decenni.

Il primo ministro ucraino Denys Shmygal ha dichiarato che la ricostruzione potrebbe costare almeno 750 miliardi di dollari anche se c’è chi ritiene non basteranno. Mentre per la Banca Mondiale le esigenze immediate dell'Ucraina per riparare i danni causati dai combattimenti ammontano ad almeno 14 miliardi di dollari.

Inoltre, secondo uno studio recente della Banca Mondiale, delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea e del Governo ucraino, il recupero più ampio dell'economia costerebbe 441 miliardi di dollari. L'Unione Europea afferma che inietterà 54,58 miliardi di dollari in aiuti nei prossimi 4 anni per finanziare l'Ucraina. E tutto il resto chi lo pagherà? Proveremo a dare qualche risposta in un prossimo approfondimento.

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Stefano Piazza