Abdel Fatah al-Sisi al sisi egitto russia
Abdel Fatah al-Sisi (Ansa)
Dal Mondo

Egitto pronto a produrre 40.000 razzi per la Russia

Secondo quanto pubblicato oggi dal Washington Post è quello che emergerebbe da un documento classificato «top secret» pubblicato su Discord. Egitto e Russia smentiscono ma i dubbi restano

Secondo quanto pubblicato oggi dal Washington Post «l’Egitto è pronto ad avviare la produzione di 40mila razzi per la Russia». In sintesi, è questo quello che emerge da un documento classificato «top secret» che è stato pubblicato sulla piattaforma di messaggistica istantanea Discord, un'app americana che viene utilizzata da coloro che giocano online.

Secondo il Wall Street Journal (WSJ) i file classificati come sarebbero apparsi prima in una piccola chat di membri anonimi a gennaio, poi le informazioni sarebbero sbarcate su altri social come Telegram e Twitter. Nel suo approfondimento il WSJ scrive che «l’indagine federale sull'importante fuga di documenti Usa altamente riservati ha puntato i riflettori su Discord, dove gli utenti parlano in gruppi per lo più privati, solo su invito. Come altri social media, l'azienda a volte ha faticato a tenere a freno i contenuti pericolosi».

Ora se è vero quanto pubblicato stamani, allora il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi, uno dei più importanti alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente e uno dei principali beneficiari degli aiuti americani, avrebbe accettato di produrre i razzi da inviare attraverso delle triangolazioni con qualche Paese africano (ad esempio il Mali) in Russia. Nel documento non c’è scritto perché la Russia voglia acquistare i razzi ma è evidente che finirebbero al fronte vista la penuria di munizioni utilizzate nella guerra in Ucraina. Ma c’è di più: in una parte del documento datato 17 febbraio 2023 ci sono le trascrizioni di alcune (presunte) conversazioni tra al-Sisi e alti funzionari militari egiziani nelle quali si parla anche di produrre per la Russia proiettili di artiglieria e polvere da sparo che sarebbe prodotta dalla Fabbrica 18, che è il nome di un vecchio impianto di produzione chimica.

Il documento racconta di come al-Sisi abbia impartito istruzioni il 1° febbraio 2023 «per mantenere segreta la fornitura di razzi in modo da evitare problemi con l'Occidente» e dicendo a una persona indicata solo come Salah al-Din che «agli operai della fabbrica dovrebbe essere detto che i proiettili sono destinati per l'esercito egiziano». Chi è Salah al-Din? Molto probabilmente Mohamed Salah al-Din, il ministro di Stato per la produzione militare. Nel documento si legge poi che Salah al-Din avrebbe detto «che avrebbe ordinato alla sua gente di lavorare a turni se necessario perché era il minimo che l'Egitto potesse fare per ripagare la Russia per un aiuto non specificato in precedenza». Di quale aiuto si tratta? Il documento non lo spiega, tuttavia si legge che Salah al-Din avrebbe detto che «i russi erano disposti a comprare qualsiasi cosa».

Non appena il Washington Post ha pubblicato l’articolo sono iniziate le verifiche della stampa internazionale nei confronti delle autorità egiziane che dovranno spiegare se quanto scritto nel documento sia vero, anche perché se così fosse l’Egitto perderebbe il sostegno economico americano e verrebbe anche sottoposto a sanzioni.

Fonti ufficiali egiziane hanno smentito alla stampa locale quanto affermato dal Washington Post secondo cui l'Egitto avrebbe prodotto fino a 40mila missili da spedire segretamente in Russia. La fonte ha aggiunto che «quanto pubblicato dal giornale è manomissione informativa che non ha alcun fondamento di verità. L'Egitto segue una politica equilibrata con tutte le parti internazionali sulla pace, la stabilità e lo sviluppo» stesso concetto espresso dall'ambasciatore Ahmed Abu Zeid, portavoce del Ministero degli Esteri egiziano, che ha affermato «la posizione dell'Egitto fin dall'inizio si basa sul non coinvolgimento in questa crisi e sull'impegno a mantenere la stessa distanza con entrambi parti, pur affermando il sostegno dell'Egitto alla carta delle Nazioni Unite e al diritto internazionale nelle risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Continuiamo a sollecitare entrambe le parti a cessare le ostilità e raggiungere una soluzione politica attraverso i negoziati».

Un funzionario del governo degli Stati Uniti, che ha parlato a condizione di non essere citato, ha dichiarato: «Non siamo a conoscenza dell'esecuzione di quel piano. Non abbiamo prove che ciò sia avvenuto»; poi la portavoce del Pentagono, Sabrina Singh, ha precisato che il Dipartimento di Giustizia «ha aperto un'indagine interna sulla fuga di documenti riservati». Quello che è certo in questa storia è che la Russia e l’Egitto nel corso dell’ultimo biennio hanno stretti importanti accordi commerciali, uno tra tutti la costruzione di un'enorme officina ferroviaria in Egitto. Inoltre Rosatom, la società statale russa per l'energia atomica, ha iniziato con la gettata del «primo calcestruzzo» il 19 novembre 2022presso il cantiere di El Dabaa in Egitto, la costruzione dell'Unità 2 della Centrale Nucleare di El Dabaa, segnando così l'inizio della principale fase di costruzione di Unità 2 del progetto della centrale nucleare omonima. La rivelazione di questi documenti starebbe spingendo gli ucraini a rivedere i loro piani per la controffensiva di primavera e secondo Il Pentagono le rivelazioni delle circa 100 pagine pubblicate finora sono un «grave rischio di sicurezza».

La CNN ha esaminato 53 documenti trapelati, tutti prodotti tra metà febbraio e inizio marzo 2023 e contengono una vasta gamma di informazioni altamente classificate, «fornendo una rara finestra su come gli Stati Uniti spiano alleati e avversari allo stesso modo». In alcuni documenti ritenuti veri dai funzionari americani mostrano l'entità delle intercettazioni USA su alleati chiave, tra cui la Corea del Sud, Israele e l’Ucraina. Altri rivelano il grado in cui gli Stati Uniti sono riusciti a penetrare nel Ministero della Difesa russo e nell'organizzazione mercenaria russa Wagner Group, in gran parte attraverso comunicazioni intercettate e fonti dirette, che ora potrebbero essere interrotte o messe in pericolo.

Ci sono poi le considerazioni sulle le principali debolezze delle armi ucraine, della difesa aerea, delle dimensioni e della prontezza dei battaglioni «in un momento critico della guerra, mentre le forze ucraine si preparano a lanciare una controffensiva contro i russi e proprio mentre gli Stati Uniti e l'Ucraina hanno iniziato a sviluppare un rapporto di fiducia reciproca maggiore rispetto alla condivisione dell'intelligence».A proposito di Israele: nel documento si racconta di come la CIA avrebbe prodotto un report nel quale afferma che la principale agenzia di intelligence israeliana, il Mossad, «ha incoraggiato le proteste contro il nuovo governo del Paese compresi diversi espliciti inviti all'azione». Sia il governo di Gerusalemme che il Mossad hanno immediatamente smentito con sdegno la notizia. Sarà molto difficile sapere quale siano i documenti veri e quelli falsi, tuttavia la loro diffusione non farà che guastare i rapporti tra gli alleati spiati senza contare che è lecito domandarsi se a Washington sono ancora in grado di tenere segrete le informazioni. Altro aspetto non certo secondario è che ora l’intelligence russa sa come gli americani hanno penetrato le loro strutture e a quali agenzie abbiano accesso così da intervenire. Tutte cose che fanno capire che quanto accaduto è stato molto probabilmente ordito a Mosca.

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Stefano Piazza