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Ucraina, la controffensiva di fine estate tocca la Russia

Mentre Zelensky apre a una soluzione politica per la Crimea, a Kiev e in alcuni oblast russi si vivono giornate di bombardamenti

Le autorità militari di Kiev a proposito dell'attacco missilistico sulla capitale ucraina che ha causato la morte di due persone e il ferimento di altre tre hanno affermato: «Kiev non subiva un attacco così potente dalla primavera. In totale, più di 20 obiettivi nemici sono stati distrutti dalle forze di difesa aerea». Sul suo canale Telegram il capo dell'amministrazione militare della capitale, Sergei Popko, ha affermato: «Nel quartiere Darnytskyi di Kiev, i detriti sono caduti sul tetto di un esercizio commerciale. I servizi di emergenza si sono recati sul posto». Mentre il sindaco di Kiev Vitali Klitschko aveva riferito in precedenza delle «esplosioni in città».

Esplosioni sono state udite questa mattina a Shebekino, nella regione russa di Belgorod, lo riporta Rbc-Ucraina che cita canali Telegram locali. Secondo le stesse fonti alcune zone della città sono rimaste senza corrente elettrica. Le difese aeree ucraine hanno abbattuto tutti i 28 missili russi e 15 dei 16 droni lanciati durante la notte in tutto il Paese. Lo ha riferito il generale Valeriy Zaluzhnyi, comandante in capo delle forze armate ucraine.

Le autorità ucraine hanno reso noto che almeno due persone sono state uccise e altre due ferite nell'attacco a Kiev avvenuto stamattina. Diverse persone sono rimaste ferite anche nella regione di Kiev. Mentre almeno 10 droni hanno attaccato nella notte l'aeroporto russo di Pskov. Dopo l'attacco, che ha danneggiato almeno quattro aerei da trasporto strategico Ilyushin Il-76, le truppe russe hanno spostato i rimanenti aerei da trasporto: almeno cinque velivoli hanno lasciato lo scalo durante la notte.

I media russi hanno riportato questa mattina quello che sembra essere stato il più grande attacco di droni sul territorio russo e sulla Crimea (occupata dalla Russia nel 2014) nella notte del 30 agosto. È stato segnalato un attacco di droni nell'oblast di Pskov con una serie di esplosioni all'aeroporto internazionale della città. Pskov si trova a oltre 800 chilometri a nord di Kiev, vicino al confine con l'Estonia. L'agenzia di stampa statale russa TASS ha riferito che nell'attacco in un aeroporto militare sono stati danneggiati quattro aerei Il-76.

Il media russo Meduza ha affermato che il 334° reggimento militare da trasporto, armato con aerei Il-76, è attualmente schierato nell'aeroporto. Il governatore dell'oblast di Pskov, Mikhail Vedernikov, ha affermato di essere stato lui stesso sul posto e ha pubblicato un video sul suo canale Telegram nel quale si vedono le fiamme e il fumo e le fiamme. Vedernikov ha anche detto che l'aeroporto resterà chiuso per il resto della giornata. Droni anche su Mosca, come confermato dal sindaco della città Sergei Sobyanin che ha affermato: «Le difese aeree russe hanno abbattuto un drone diretto verso la città sopra il distretto di Ruza nell'oblast di Mosca, a ovest della capitale. Non sono state segnalate vittime».

Secondo i media russi, l'aeroporto di Mosca Vnukovo è stato chiuso la notte del 30 agosto, mentre i voli negli aeroporti di Domodedovo e Sheremetyevo sono stati ritardati, dopo la chiusura dello spazio aereo sopra Mosca e Tula. Il ministero della Difesa russo ha anche affermato che dei droni sono stati abbattuti sugli oblast di Bryansk, Oryol, Kaluga e Ryazan mentre la TASS ha affermato che le unità di difesa aerea hanno abbattuto tre droni su Bryansk e uno su Oryol. Un drone, o i suoi detriti, avrebbero colpito la fabbrica di microelettronica Kremniy EL a Bryansk, causando danni. L'amministrazione comunale di Bryansk ha affermato che un'esplosione è avvenuta nella sede del comitato investigativo russo in città. Sui social network sono stati pubblicati numerosi video di massicce esplosioni a Bryansk. Nell'oblast di Kaluga un drone ha colpito un impianto di stoccaggio vuoto di prodotti petroliferi, ha detto il governatore dell'oblast di Kaluga Vladislav Shapsha.

Nella Crimea occupata dai russi nel 2014 il governatore di Sebastopoli installato dalla Russia ha affermato che «c’è stato un attacco senza successo a Sebastopoli con droni marini». Il ministero della Difesa russo ha anche affermato di aver distrutto quattro imbarcazioni militari ucraine ad alta velocità nel Mar Nero, che sarebbero state utilizzate per sbarcare forze per operazioni speciali. Impressiona l’incapacità delle Forze armate russe nel difendersi dagli attacchi compiti con i droni. Secondo il Generale di Squadra Aerea Leonardo Tricarico, già Capo di Stato maggiore dell’Aereonautica Militare italiana, «la ‘maturazione’ del sistema d’arma di aeromobili e natanti a pilotaggio remoto identificati nel sentire comune come droni è ancora lontana.

Laddove con maturazione si intende la parabola che inizia dalla concezione e sviluppo di un sistema d’arma al suo consolidato impiego operativo. Per il drone siamo sì e no a metà strada. Il loro impiego militare ha avuto il debutto vero nel 1999 nei Balcani e da allora non tutti i paesi, anche quelli impegnati nella guerra a Milosevic hanno percepito le potenzialità del nuovo sistema d’arma. La Francia ad esempio ha iniziato solo pochi anni fa una affannosa rincorsa per mettersi al passo con le aeronautiche più accorte che come la nostra -sia detto per inciso- hanno imboccato subito la strada giusta ed oggi svettano in ambito europeo e si collocano ai livelli più alti di professionalità insieme ad Israele e Stati Uniti».

Mentre a proposito del futuro per Tricarico: «Più in generale nel settore militare si sono raggiunti buoni livelli di performances per colpire obiettivi anche a lunga distanza con armamento adeguato all’obiettivo mentre invece c’è ancora tanto da fare per mettere a punto sistemi di difesa parimenti adeguati, ambito in cui i processi di sviluppo nelle industrie del settore è ancora in pieno fermento. Due paiono al momento gli strumenti di difesa, uno basato sull’abbattimento fisico del drone, l’altro che interviene sul sistema di guida facendo collassare il collegamento con gli operatori. Ambedue le metodologie, soprattutto la seconda, sono figlie di tecnologia avanzate e pertanto ostaggio di un mondo industriale in possesso delle giuste conoscenze e strumenti. Sappiamo che sia Russia che Ucraina non hanno sottomano capacità così avanzate ma mentre l’una può contare sul supporto occidentale, l’altra fa quello che può con aiuti non all’altezza e depotenziata anche a causa dell’embargo. Il tutto quindi si inserisce nelle capacità di colpire con precisione che vede un progressivo miglioramento dell’Ucraina e una sosta ai blocchi di partenza della Russia».

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Stefano Piazza